Il nuovo governo, “Conte bis”, è entrato in carica e, ottenuta la fiducia del parlamento come è previsto per le giornate di oggi e di domani, sarà a tutti gli effetti il governo della repubblica e di tutti gli italiani. Come tale, merita da noi e da tutti gli italiani il rispetto unito all’auspicio di riuscire a “bene operare per il bene comune”.
Abbiamo assistito, in questi giorni precedenti la fiducia parlamentare, alle più diverse manifestazioni di sostegno da un lato e di ostilità dall’altro : dalla piccola folla insipientemente insultante all’arrivo del presidente Conte presso il palazzo del Quirinale per il colloquio finale con il presidente della Repubblica, al polemico rilievo del titolo di studio da terza media del nuovo ministro dell’agricoltura (vero o falso che sia tale dato, non riteniamo che il titolo di studio formale debba essere l’elemento centrale di una valutazione sull’adeguatezza di un ministro) al contrapposto rilievo delle contraddizioni di posizione manifestate nel tempo da Salvini su singoli problemi relativi ad alleanze di governo e linea politica.
Reputiamo di basso profilo politico e morale tali atteggiamenti di consenso o di opposizione. Le due categorie di riferimento con le quali DemocraziaComunitaria valuterà via via l’operato del nuovo governo saranno  esclusivamente quella dei comportamenti da un lato, e quella dei fatti oggettivi dall’altro.
Sosterremo ogni comportamento e fatto positivo, ci dissocieremo e condanneremo ogni fatto o comportamento negativo. Sul piano programmatico, ci sembra lecito comunque osservare allo stato attuale che, stando alla sintesi ufficiale scritta con la quale il presidente del consiglio dei ministri Conte ha illustrato il programma del governo prima della fiducia parlamentare, il livello di detto programma sembra a noi eccessivamente generico e superficiale, in senso tecnico: esso cita infatti sostanzialmente tutti i problemi in questo momento presenti all’attenzione del paese, riconosciuti tali da destra e da sinistra, affermando su di essi una linea di governo che ci pare povera di reale caratterizzazione netta e operativa, come invece è necessario.
Pertanto DemocraziaComunitaria indica qui di seguito sei punti programmatici che, fra gli altri, reputa particolarmente strategici ed irrinunciabili per il paese, sui quali chiede al governo non generiche affermazioni di orientamento condivisibile ma precise scelte operative ed attuative:
1. lavoro e impresa : introduzione di almeno un chiaro elemento innovativo di partecipazione dei lavoratori ai risultati d’impresa (con conseguente trasparenza dei bilanci di questa), e sostituzione del diseducativo “reddito di cittadinanza” con un generalizzato “reddito da lavoro” accompagnato da almeno un elemento strutturale di consona politica attiva dell’impiego (anche il linguaggio, come DemocraziaComunitaria sostiene, è di essenziale importanza civile ed educativa per lo sviluppo del paese);
2. fisco: concreta semplificazione normativa, nel numero, nel linguaggio e nelle scadenze, e introduzione iniziale ma altrettanto concreta del concetto della deduttività delle spese dal reddito soggetto a tassazione, almeno per un primo nucleo, anche piccolo, di spese ordinarie ed essenziali per la famiglia;
3. scuola e formazione: riaffermazione della centralità educativa di lingua italiana, storia ed educazioni civica-condotta, quale elemento di una base umanistica per tutti gli ordini e gradi di scuola;
4. semplificazione amministrativa: attuazione graduale ma concreta di elementi di riduzione e semplificazione delle norme, con introduzione chiara del concetto di assistenza attiva ai cittadini nell’espletamento della pratiche amministrative, rovesciando l’attuale criterio abusivo del “cittadino al servizio della pubblica amministrazione” in quello della “pubblica amministrazione al servizio attivo del cittadino”;
5. Stato snello: nel lungo processo di snellimento dell’immane e sperperatrice macchina pubblica, chiediamo, in fase iniziale, almeno la effettiva riduzione ragionevole del numero abnorme dei componenti il parlamento nazionale, che da sempre DemocraziaComunitaria ha indicato idealmente in non oltre cinquecento componenti;
6. sanità:riaffermazione del carattere universale del servizio sanitario pubblico e superamento
dell’istituto ambiguo dei servizi sanitari “intramoenia” prestati privatamente nelle strutture pubbliche.
Giuseppe Ecca

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