“ Una stagione politica è finita”. Lorenzo Cesa lo incontro dopo la Festa Udc di Fiuggi cui hanno partecipato anche rappresentanti di molte delle altre forze politiche.

“ E’ finita l’epoca del bipolarismo. Quella dei partiti che,  in realtà, non ci sono perché legati alle persone. Siamo di fronte ad una crisi di sistema”, prosegue il leader dell’Udc secondo il quale “ ha conseguenze anche sul centrodestra”.

Domanda: Ecco, Lorenzo, qual è la vostra posizione a proposito del centrodestra?

Cesa: “ Non ci possiamo, certo, riconoscere in una destra che pensa solo a mostrare la faccia arrabbiata e sovranista. Da tempo ribadivamo, e lo facciamo a maggior ragione oggi, che serve un altro modo di stare nel centrodestra che occorre ridisegnare in maniera nuova e moderna”.

Domanda: stiamo vivendo ancora nella “ diaspora” del movimento cattolico democratico e popolare. Eppure c’è una presa di posizione per dare vita a una nuova presenza.

Cesa: “ Certo, seguiamo tutto quello che è in movimento. La presenza di nuove proposte. Molte iniziative di aggregazione, in particolare quella di Politica Insieme. Io credo che una riaggregazione sia possibile perché l’attuale evoluzione politica consente il lavoro verso la riproposizione di una piattaforma valoriale e programmatica che è propria della tradizione del nostro mondo impegnato in politica. Non mi piace parlare di moderazione e sono costretto ad usare il termine “ centro” per il riconoscimento immediato di una prospettiva politica.  E’ indubbio, però, che cresce l’esigenza della presenza di una forza politica che, assieme a tutelare i valori che ci interessano sia capace di operare con buon senso. Il problema, infatti, è quello di superare la stagione dello scontro per partito preso, frutto di un bipolarismo esasperato che ha fatto imbarbarire il quadro generale. Dalla esperienza europea viene invece la conferma di quanto sia possibile partecipare ad una politica diversa basata sulla ragionevolezza”.

Domanda: dopo 25 anni di maggioritario pensi che un sistema elettorale proporzionale possa aiutare?

Cesa: “ Assolutamente sì. Intanto, sarà una necessità collegata alla possibile riduzione del numero dei parlamentari. Sarà necessario ricoltivare il punto centrale mancante finora che è quello della rappresentanza. C’è bisogno di creare le condizioni che consentano l’espressione della voce di tutte le componenti della società. Così, sarà altrettanto necessario rafforzare il rapporto degli eletti con gli elettori tornando a prevedere le preferenze quale strumento di scelta di chi è mandato in Parlamento. Del resto, il bipolarismo, che necessitava del sistema maggioritario, non aiuta con un Paese in difficoltà”.

Domanda: cosa l’Udc è disposta a fare per contribuire …?

Cesa: “ Guarda, anche la nostra Festa di Fiuggi ha dimostrato che si può dialogare con gli altri. Senza prevenzioni, senza retro pensieri. Si può abbattere il muro delle diffidenze che è stato innalzato da una parte e dall’altra…”

Domanda: però verifichiamo come sia necessario un grande sforzo per giungere ad una convergenza.

Cesa: “ Certo, è complicato riaggregare e siamo tutti consapevoli degli sforzi necessari. Credo però che molto cammino possa essere fatto se, invece di chiederci se andiamo a destra o a sinistra, ci poniamo la domanda di cosa possiamo fare per il bene del Paese, per il bene comune. Bisogna avere tutti molta umiltà. Siamo d’accordo con voi di Politica Insieme sulla necessità di fare una “ cosa nuova”. Come ho detto prima, nel centrodestra in molti, anche noi dell’Udc, si pongono il problema di come sia possibile continuare con Salvini e la Meloni che tutti i giorni replicano i loro slogan sovranisti. Io non mi riconosco nella destra di Salvini”.

Domanda: ma tu avverti certe diffidenze. Voi siete un partito strutturato. Come conciliare la possibilità della partecipazione a una “ cosa nuova”. Immagino che ci sia pure la necessità di una fase sui cui contenuti e prospettive vi starete interrogando come Udc

Cesa: “ Dire che crediamo in una riaggregazione non significa certamente che noi dell’Udc ci vediamo come il soggetto riaggregatore. Però possiamo lavorare ad un progetto nuovo con tanti altri. Non mi nascondo che la nostra collocazione nel centrodestra pone delle questioni, ma ho già chiarito che non siamo per un centrodestra a tutti i costi, soprattutto se dominato dai sovranisti. In più, vediamo emergere in modo sempre più chiaro l’emersione di una realtà politica nel mondo cattolico democratico verso cui sentiamo una omogenità sotto il profilo culturale e dei valori di riferimento. Così, è chiaro che si tratti di processi che hanno bisogno della loro cura, dei passi adeguati, ma non ci lasciano assolutamente indifferenti. Anzi. Noi, precisando chi siamo, da dove veniamo non ci sottraiamo alla possibilità di partecipare, nei modi e nelle forme adeguate, ad un nuovo processo. Quello che mi preme precisare è che non chiediamo di inglobare gli altri, ma di verificare la possibilità di individuare aree di collaborazione. Tu che stai partecipando alle iniziative sul fine vita capisci subito di cosa parli. Sui problemi possiamo mettere a sintesi comuni sensibilità ed attenzioni. Ma non si tratta solo dei temi etici. Vi sono altri aspetti su cui possiamo sviluppare iniziative. Mi riferisco ad esempio al Terzo settore, di cui conosco la portata della vostra attenzione, perché questione importante per tutto il mondo sociale d’ispirazione cristiana che vi è coinvolto”.

Domanda: Si, anch’io credo che la famosa distinzione tra i cattolici della morale e quelli del sociale possa essere sublimata attorno ai problemi veri che interessa la nostra società, fatta di persone in carne ed ossa. Non so se esagero, se la mia è una specie di iperbole, che una ricomposizione, non solo dei cattolici interessati alla politica, ma degli italiani in generale, può essere favorita dal nuovo quadro europeo.

Cesa: “ Concordo pienamente. L’errore di Salvini è stato proprio quello di non capire il punto di svolta rappresentato dall’elezione di Ursula Von der Leyen, che pure sembrava egli fosse disposto a sostenere. Va sottolineato con forza come ci si trovi di fronte ad una autentica svolta, di cui vedremo i frutti. Ha trionfato la consapevolezza che vi sono delle difficoltà da curare, delle disparità da sanare. Che sono necessari interventi a sostegno delle economie che vanno male…”

Domanda: cioè, finalmente, un impegno a favore dell’economia cosiddetta reale e del lavoro…

Cesa: “ Sicuramente. L’Europa non può più preoccuparsi solamente, perché preoccupazione deve andare anche in quella direzione, delle banche e della finanza. Del resto, i nemici dell’Europa li sconfiggi se fai cose concrete per aiutare i giovani, le famiglie, chi è in difficoltà. Sono fiducioso che questa Europa possa farcela”.

Intervista di Giancarlo Infante

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