Da cittadina bolognese, ho presenziato sabato scorso al concistoro dove tra i 13 nuovi cardinali c’era il nostro arcivescovo Matteo Zuppi e il Papa ha elaborato due concetti: compassione e lealtà.

Il primo rappresenta la vera linea del suo pontificato, volto a riportare al centro del cattolicesimo l’amore per il prossimo, in un’epoca di egoismo, di odio e di indifferenza. Il secondo è una nota nuova, declinata dal Papa come lealtà al proprio ministero, prima che alla cattedra di Pietro, e messa in stretta connessione con la compassione: siamo leali solo se compassionevoli, ossia pronti a condividere gioie e miserie, pensieri e progetti.

Queste parole del Papa mi hanno fatto pensare alla vita dei cristiani nella società di oggi, in particolare nel nostro Paese. Di sicuro non manca vivacità di testimonianza, eppure non si può essere certo soddisfatti dell’impatto che tale testimonianza sta avendo sulle istituzioni e sulle modalità di governo politico del nostro paese. Perché? La ragione è sotto gli occhi di tutti: il frammentarismo competitivo.

Quali le radici di questo male “diabolico”? (si ricordi che diavolo significa separatore). Principalmente due. La prima è un’eredità della “civiltà cristiana”, che ha da un lato permesso, all’interno di un contesto pubblico saldamente basato sui principi e l’etica cristiani, di creare innumerevoli associazioni, congregazioni, movimenti volti a sottolineare particolari aspetti della vita cristiana, producendo una grande ricchezza di pensiero e azione. Ma dall’altro lato questa pluralità di visioni ha generato anche gravi conflitti, che hanno portato a scismi e creazione di chiese separate, con un notevole indebolimento dell’universalismo del messaggio cristiano e la nascita del primo “secolarismo”, ossia di un progressivo allontanamento dell’organizzazione della convivenza civile dai principi cristiani, che avevano promosso il suo sviluppo. Il diavolo separatore all’opera.

Il cattolicesimo europeo reagì cercando di contrastare questa deriva attraverso la promozione a partire dalla seconda metà dell’Ottocento di partiti di ispirazione cristiana, che tennero alto il livello di coinvolgimento dei cattolici sia sul piano politico sia su quello sociale, con risultati notevoli. E’ per esempio poco noto che il welfare state nell’Europa continentale è stato promosso dai partiti cristiani, mentre solo in Gran Bretagna è stato promosso dal partito laburista. Purtroppo non si riuscì ad evitare né gravi conflitti armati, né grandi contrasti sociali e neppure crudeli dittature, del tutto inaspettate in un contesto dalle lunghe tradizioni di governo partecipato come quello dell’Europa occidentale.

Quando si uscì da questi drammi, ancora i partiti cattolici furono all’opera per riscostruire una convivenza in Europa su basi di collaborazione. Poco noto è che la CECA, la prima struttura che diede avvio al processo di integrazione europea, fu discussa in conversazioni segrete in Svizzera da rappresentanti dei cinque governi europei guidati da partiti cristiani, e proposta da Schumann nel maggio 1950 e anche il Mercato Comune nel 1957 venne promosso da governi guidati da partiti cristiani.

L’impegno politico e culturale dei cristiani non è riuscito tuttavia a contrastare il secondo secolarismo, quello dell’indifferenza, quello della post-verità, degli avatar e della cosiddetta “coscienza artificiale”, quello dell’individualismo libertario che pretende di disegnare la persona ad libitum.

A questo punto, interviene la seconda radice del frammentarismo competitivo: la scomparsa anche dei partiti di ispirazione cristiana e la pretesa di associazioni, congregazioni, movimenti di poter “contare” da soli e con alleanze precarie e di corto respiro con altre aggregazioni di diversa ispirazione. Di nuovo il diavolo separatore all’opera. Non che i cattolici non possano allearsi di volta in volta con chi, partendo da altre ispirazioni ideali, propone qualche intervento accettabile. Ma farlo da posizioni di debolezza e soprattutto, senza avere elaborato una propria proposta complessiva, rende poco rilevante l’impegno. Il “pallino” è sempre in mano ad altri e ai cattolici non resta che giocare qualche perdente battaglia difensiva.

Politica Insieme ha elaborato e condiviso con altri gruppi cattolici interessati alla politica un Manifesto per muovere un primo passo verso il superamento di questo frammentarismo, attraverso l’identificazione dei campi di impegno in cui i cattolici potrebbero convergere, portandosi dietro le proprie identità particolari, ma anche superandole in nome del riconoscimento di una superiore necessità: rilanciare una presenza dei cattolici nella politica capace di contare. Ma prima ancora di identificare gli specifici campi di impegno, il Manifesto fa un’operazione a mio modo di vedere ancora più necessaria: avvisare i cattolici che se davvero vogliono rilanciare il loro impegno politico oggi devono essere consapevoli della necessità di una trasformazione del funzionamento del sistema.

Assistiamo infatti al penoso conflitto fra gli attuali partiti e partitini presenti in Italia sulle tasse e sulla spesa pubblica: chi vuole tagliare alcune tasse e chi altre, chi vuole tagliare certa spesa pubblica piuttosto che aumentarne altra. Uno spettacolo desolante, non solo perché gran parte delle proposte sono incompatibili e incoerenti fra di loro, ma soprattutto perché non si sente mai parlare di progetti di lungo periodo sui tanti temi richiamati nel Manifesto: welfare, educazione, ambiente (si sentono solo vaghi riferimenti), corruzione, Mezzogiorno (ogni tanto si dice che ci vuole un nuovo piano di sviluppo), responsabilità civile dell’impresa, digitalizzazione e quarta rivoluzione industriale, riforma della UE. Se continuiamo solo ad occuparci di tasse e spesa pubblica, scivoleremo in un governo di tipo latino-americano incapace di dare futuro ai suoi cittadini.

Compassione significa patire insieme, portare insieme il peso dell’altro, e lealtà significa essere fedeli alla propria missione di evangelizzazione nel mondo, prima che al proprio punto di vista e alla propria fazione.

Vera Negri Zamagni

 

Immagine utilizzata: Shutterstock

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