Monsignor Simoni è intervenuto il 25 marzo scorso con una lettera indirizzata a Toscana Oggi, settimanale cattolico toscano, per  sostenere che, a suo avviso, esiste uno spazio per superare quella che definisce una ” dispersione infruttuosa”. Monsignor Simoni ci ha autorizzato a pubblicare il testo della sua lettera, che di seguito volentieri mettiamo a disposizione dei nostri lettori.

” Caro Direttore, non condivido quanto ha scritto il pur bravo Riccardo Saccenti a p. 4 del numero scorso (18.3.2018) ragionando sul voto politico del 4 marzo e “sui cattolici ormai in ordine sparso e alla ricerca di un nuovo ruolo”. Intelligente l’analisi del voto in generale e inoppugnabile il dato della dispersione elettorale dei cattolici. Contesto invece l’apodittica affermazione che “non vi è spazio alcuno per un «partito cattolico» e nemmeno per una presenza identitaria all’insegna dei valori «non negoziabili»”. Un veto del genere finisce per dichiarare impossibile oggi (di fatto o anche di diritto?) una compagine di chiara e piena ispirazione cristiana. E’ un nuovo “non expedit”?

D’accordo che occorre “una parola forte e un atteggiamento vigile che ricordi alla politica i suoi limiti e il suo fine: ordinare la società al bene, accettando e governando i conflitti”. Ma nell’ambito cattolico, aggiungo io, non c’è un modo solo di adempiere a tale indiscutibile compito: c’è il modo proprio dei pastori, quello degli educatori, quello degli intellettuali, compresi i giornalisti, e quello dei fedeli laici in quanto tali. Perché dovrebbe essere proibita o dichiarata “fuori luogo” quella modalità di presenza nel mondo che i decreti conciliari, le encicliche sociali e la legge canonica ad essi chiedono, ossia la modalità propriamente politica?

Ma è proprio in forza della coerenza cristiana, della fedeltà cattolica e della specifica responsabilità laicale che alcuni cattolici (pochi ancora) – senza considerarsi “il partito cattolico” né farsi presuntuose illusioni, cercando tuttavia di superare il tarlo della dispersione infruttuosa – intendono anch’oggi dar vita a un partito che nei programmi e nell’azione si riconosce nell’intera dottrina sociale della Chiesa, ovviamente applicata al presente. Tutto ciò in dialogo con tutti,cristiani o no, e con una prassi assolutamente democratica.

L’integralità dei suoi riferimenti ideali fondamentali (lascio da parte la parola “non negoziabili”) e un’aperta proposta politica “forte”, gli conferiscono certamente un carattere “identitario” ma non settario, non integralistico, non sanfedista. Non sono le idee “deboli” che salvano il mondo, ma quelle “vere” dell’umanesimo plenario (Paolo VI) purché servite con coraggio e mitezza.  Quella di Sturzo e di De Gasperi, per non dire di La Pira, era una presenza“identitaria” ma quanto liberante!

Parlo di un partito di piena ispirazione cristiana (tanto più vera, credo, quanto più radicata nell’esperienza cristiana), che difende e promuove, se ce n’è bisogno, la libertà della Chiesa ma insieme alla libertà di tutti; ha il senso dello Stato ma non è statalista; è un partito nazionale ma decisamente aperto a unità sopranazionali, ed è fortemente impegnato per la liberazione dalla miseria, dall’egemonia scandalosa del denaro, dal degrado ecologico suicida, dall’ingiustizia, dalla prepotenza laicistica, dalle varie disumane oppressioni, dalla guerra (quella guerreggiata e quella preparata da tremendi e immorali armamenti).

Perché allora, ostracizzare o dichiarare chimerico un progetto del genere,  che senza dubbio è difficile?

Sì, credo che su questi problemi sia l’ora di ‘cambiare registro mentale’ “.

+ Gastone Simoni

Pubblicato su www.convergenzacristiana.it   il 31 marzo 2018

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