Sabino Cassese, all’immediata vigilia del 25 aprile, è intervenuto su Il Corriere della Sera (CLICCA QUI) per constatare ancora una volta le condizioni del nostro sistema istituzionale. Siamo di fronte ad un sostanziale stravolgimento dell’equilibrio tra i Poteri dello Stato con un significativo sbilanciamento a favore dell’Esecutivo di quelle responsabilità che dovrebbero essere proprie del Parlamento. Tema su cui è intervenuto più volte su Politica Insieme anche Alessandro Diotallevi (CLICCA QUI). Sulle considerazioni di Cassesse interviene oggi Giuseppe Ignesti
Quanto scrive Cassese è una puntuale sintesi di quanto da tempo sappiamo circa le mille deviazioni delle nostre istituzioni democratiche. La sua sintesi, a mio parere, supera però il significato puramente giuridico dei processi degenerativi in atto. In quanto assume un forte significato politico: costituisce cioè un segnale di allarme sul pericolo che la Costituzione del 1948 corre di venire completamente stravolta da una lenta prassi che tende a trasferirci all’interno di un regime politico profondamente diverso da quello ancora formalmente vigente, fondato sui principi storici della cultura liberal democratica, ricca dei tanti diversi ma convergenti apporti recati da più di due secoli di storia politica.
Tale processo in atto rischia di alterare sottilmente, a poco a poco le nostre istituzioni e di portare l’attuale nostro sistema politico, di fatto, inteso quale negazione della democrazia rappresentativa parlamentare, fondata sulle tante forme della viva e ricca partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Se a tale lento mutamento in atto delle nostre istituzioni politiche, mutamento che dura ormai da decenni, uniamo le più recenti devastanti critiche a carattere populistico la situazione politica generale del nostro Paese assume aspetti ancor più preoccupanti. Il populismo, infatti, s’indirizza apparentemente contro le degenerazioni della lotta politica e taluni comportamenti della classe dirigente, ma di fatto prova a stravolgere il sistema della democrazia rappresentativa, fondato sui partiti politici e sulle stesse istituzioni parlamentari.
Dobbiamo fin qui ad alcune iniziative, precise e lungimiranti, assunte responsabilmente da taluni statisti che provvidenzialmente guidano il nostro Paese, se questo ha potuto superare taluni recenti momenti di grave difficoltà. Ma la sensazione è che si sia trattato di momenti caratterizzati da un forte significato eccezionale. Forse il sistema istituzionale ha recentemente corso qualche reale pericolo. Il fatto che molte voci si siano a lungo mosse, e ancora si levino, con accenti fortemente critici verso questi giusti interventi per il corretto svolgimento costituzionale della nostra vita politica, sottolineano, a mio modo di vedere, che il pericolo di tenuta della nostra vita democratica è costantemente presente.
La lontana lezione di un secolo or sono ancora non è stata da tutti ben compresa. Anche allora il trapasso di regime politico apparve dai più come un semplice fenomeno di crisi momentanea. Quando ci si accorse dei profondi mutamenti fu allora troppo tardi. Che il Signore ci preservi dal ripetere tale triste esperienza.
Giuseppe Ignesti