“Gaza ha ora la percentuale più alta di bambini amputati al mondo”. Questo è quanto ha sostenuto il Segretario generale delle nazioni Unite, Antonio Guterres, rivolgendosi ai partecipanti della riunione organizzata al Cairo con i paesi che forniscono aiuti alle popolazioni della Striscia di Gaza. Guterres ha anche aggiunto che molti dei bambini feriti sono “sottoposti a interventi chirurgici senza nemmeno anestesia”.

Antonio Guterres ha anche detto che le condizioni cui sono sottoposti i palestinesi nella Striscia potrebbero costituire i “più gravi crimini internazionali” facendo riferimento anche alla malnutrizione dilagante e al crollo del sistema sanitario. Il Segretario Onu ha criticato le severe restrizioni cui è sottoposta la distribuzione degli aiuti, i cui livelli sono stati da lui definiti “grossolanamente insufficienti”. A suo avviso non si tratta di “una crisi logistica”, ma piuttosto “una crisi di volontà politica e di rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario”.

Intanto, lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) nel suo rapporto annuale sulle 100 principali aziende di difesa del mondo registra la grande corsa agli armamenti che vede in prima fila soprattutto la Russia. Lo studio ha preso in esame l’andamento delle prime cento aziende mondiali nella produzione di armi, tra cui l’italiana Leonardo che ha una quota del 2,5% del mercato mondiale. Ebbene, le principali aziende di difesa russe hanno registrato una crescita dei ricavi del 40 %. Una percentuale notevolmente più alta di quelle statunitensi ed europee che hanno registrato  rispettivamente il 2,5 e lo 0,2%.

Ma in termini assoluti, mentre il fatturato dei principali appaltatori della difesa statunitensi ed europei è stato rispettivamente di 317 miliardi  e 133 di dollari, la Russia ha investito nella difesa 25,5 miliardi. Gli analisti della SIPRI queste cifre mostrano che la Russia ha organizzato la sua economia in modo più efficace in tempo di guerra per far fronte alle sfide di approvvigionamento al fronte, facendola diventare quasi la metà della propria crescita economica.

 

 

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