Franco Franzoni, consigliere nazionale di INSIEME, ha inviato la seguente lettera al Direttore della  Voce del Popolo

 

Egregio Direttore,

ho letto con  interesse la nota di Marco Follini dal titolo “ Arietta da proporzionale sulla legge elettorale”. Ritengo che il Paese necessiti di una buona legge elettorale, a maggior ragione dopo l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari, in quanto mantenendo  l’attuale normativa elettorale c’è il rischio che significative aree politiche e geografiche rimangano carenti di rappresentanza.

Pertanto:  legge elettorale con ragionevole soglia di sbarramento cancellando i “nominati” e reintroducendo le preferenze, ragionevolmente due, con alternanza di genere in quanto un autentico sistema democratico riconosce al cittadino elettore non solo il diritto di scelta tra le diverse formazioni partitiche, ma anche un ruolo effettivo nella scelta delle persone da eleggere.

In questa ottica  INSIEME ( il nuovo soggetto politico di centro e di ispirazione cristiana)  ha scritto ai segretari di tutti i partiti presenti in Parlamento e ai rappresentanti di altre organizzazioni politiche per l’avvio di un confronto sulla possibile adozione di una legge elettorale proporzionale che permetta di rispondere alla grave crisi in cui si dibatte il nostro sistema politico, a partire dalla consultazione politica del prossimo anno. Ciò può favorire l’avvio di una inversione di tendenza per superare il diffuso fenomeno dell’astensionismo ( alle ultime suppletive del gennaio 2022 nel Collegio uninominale 1 di Roma hanno votato l’11,33%  degli elettori mentre Siena nel novembre 2021- sempre alle suppletive – votò il 35,9%) e permettere  ad ogni elettore di orientare la propria espressione di voto nei confronti delle singole forze e delle specifiche culture politiche di cui ciascuna è rappresentativa, piuttosto che nei confronti di schieramenti precostituiti.

E’ doveroso ricordare come già nel 2014 la Corte Costituzionale abbia affermato che non è legittima una legge proporzionale che “ priva l’elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti” lasciando che invece essa sia “totalmente rimessa ai partiti”. D’altronde per il Parlamento europeo,  la Regione e per il proprio Comune il cittadino ha la possibilità di esprimere la preferenza tra i candidati della lista votata, perché si vuole continuare invece ad espropriare  il cittadino di tale scelta nelle elezioni politiche?

Franco Franzoni

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