Premessa
La denunzia del Rapporto delle Nazioni Unite( giugno 2024), di un mondo “gravemente fuori strada” nel percorso per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, ha accentuato le iniziative volte ad attuarne la territorializzazione. Pertanto e necessario verificare quale è la situazione del processi di declinazione territoriale dello sviluppo sostenibile in Veneto.
L’ asimmetria della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile del Veneto
La Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile del Veneto (Deliberazione del Consiglio regionale n. 80 del 20 luglio 2020) pone un problema di asimmetria perché, pur ritenendo il coinvolgimento dei territori condizione essenziale per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030,tuttavia si limita a disposizioni burocratico – autorizzatorie per rafforzare la governance locale Determina, così, la stessa asimmetria della legge n.86/2024.che dispone la concessione di nuove forme di autonomia in base a semplici accordi, dimenticando che gli articoli 116 e 119della Costituzione impongono il rispetto dei vincoli economici e finanziari i imposti dall’UE.
Questa mancata declinazione territoriale si riflette anche nel Piano Strategico della Citta Metropolitana di Venezia (2018_2021) impostandolo sulla massima discrezionalità nell’individuare i criteri di erogazione all’interno dell’area metropolitana e la consegue l’emarginazione dei comuni esterni.
Il Quadrilatero scaligero Stakeholder atto a realizzare la regionalizzazione veneta dell’Agenda 2030
A questa mancata territorializzazione ha posto rimedio il sindaco di Verona, Damiano Tommasi che ha assegnato a Verona la responsabilità di fare da capofila nella progettualità dello sviluppo urbano sostenibile su scala ben più ampia dei singoli confini comunali, facendo squadra con 9 comuni e progetti per 30 milioni.
Anche Vicenza con la stessa strategia ha coinvolto gli 8 comuni della cosiddetta Area urbana vicentina mentre Padova con il rapporto curato dalla camera di Commercio ha esaminato l’ effettiva realizzazione da parte dei comuni della provincia degli obiettivi di sostenibilità. Anche il comune di Rovigo ha fatto identica scelta con AURO, composto da 19 comuni della provincia.
Tuttavia l’istituzione di una Autorità urbana, responsabile della selezione delle operazioni da finanziare sui fondi strutturali e della S.I.S.U.S. non è considerato e dall’Agenda 2030 che, per attuare la territorializzazione, esige l’ottimizzazione dell’integrazione tra i vari livelli istituzionali competenti, enti locali, Regione, Governo centrale ed autorità europee. Come realizzarla?” .
La soluzione e offerta dall’autonomia cooperativa di Andrea Martella che ,proiettando a livello regionale la rivoluzione gentile nel metodo e nel merito realizzata nell’ANCI, realizza detto rafforzamento ricorrendo alla nuova Pubblica amministrazione “per Risultati”. L’effettivo impatto dell’amministrazione viene valutato ricorrendo ad uno stretto nesso di funzionalità tra i due parametri economici dell’equilibrio di bilancio e del concorso alla stabilità del Debito Pubblico, indicando anche la procedura di calcolo per applicarli e garantire l’ottima allocazione delle risorse. Inoltre la valutazione ex ante, elimina le distorsioni del Patto di Stabilità che, rimandando tutto ex post ,consentiva solo di prendere atto di risultati, imprevedibili ed ormai irrimediabili.
In questo schema è possibile individuare il criterio di oggettiva virtuosità finanziaria, rappresentato dalla misurabilità empirica delle interdipendenze fiscali, in base al quale realizzare le mediazioni compensative tra i singoli capoluoghi di provincia ed i comuni del territorio provinciale pertinente da un canto e la citta metropolitana dall’altro. Questa declinazione operativa assicura alla mediazione compositiva, un’effettiva operatività che comprovo limitandomi a due soli risultati.
Venezia Citta metropolitana policentrica ed ammagliata
L’individuazione di un criterio di oggettiva virtuosità finanziaria abilita la Citta Metropolitana di Venezia , ad essere non solo Policentrica ma anche “Ammagliata.” Con questo termine, utilizzato nella pianificazione territoriale in Francia, si enfatizza l’obiettivo della integrazione tra i poli, aumentandone il grado di connessione, e riducendo uno dei difetti fondamentali del policentrismo spontaneo: la gerarchizzazione tra i poli, con il rischio di compromettere la solidarietà intercomunale e più in generale la coesione territoriale.
Assume cosi il ruolo di Motore dello sviluppo economico, affidatole dalla legge istitutiva realizzando la saldatura tra il Veneto metropolitano ed il Veneto non metropolitano, condizione indispensabile per realizzare il coinvolgimento di tutti i territori alla realizzazione della territorializzazione.
Nuova declinazione operativa della pianificazione territoriale
L’impatto economico della pianificazione territoriale viene definito positivo il se aumenta il saldo finale di competenza o, negativo, se lo diminuisce, non essendo più una prefigurazione cartografica di astratti assetti futuri, ma una organizzazione adeguata dei diversi fattori che compongono il contesto sociale ed ambientale
Conclusione
L’esigenza di uscire fuori dei confini comunali evidenziata dal Quadrilatero Scaligero (Verona, Vicenza, Padova e Rovigo) portatore di interessi istituzionali (Stakeholder ), per la sua storica apertura al territorio , ereditata dall’occupazione asburgica, trova completa soluzione nella territorializzazione veneta dell’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile realizzata grazie al ricorso all’autonomia cooperativa. Viene, così rimediato il fallimento della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile dell’attuale Giunta regionale, che non e riuscita a superare egoismi municipalistici, la storica frammentazione territoriale e la tradizionale modestia decisionale in ambito territoriale. Questo risultato assicura l’ottima integrazione trai vari livelli di governo locale, con il Governo centrale e la UE, richiesta dalla stessa Agenda 2030 come condizione indispensabile per la declinazione territoriale dello sviluppo sostenibile.
Antonio Troisi