“Il fatto che attualmente la maggior parte del potere sulle principali applicazioni dell’IA sia concentrato nelle mani di poche potenti aziende solleva notevoli preoccupazioni etiche”. È uno dei passaggi più significati della nota “Antiqua et nova” sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, del Dicastero per la Dottrina della Fede e del Dicastero per la Cultura e l’Educazione (CLICCA QUI).
La Nota affronta anche la questione delle conseguenze per il lavoro umano perché, vi si legge, se “da una parte, l’IA ha le potenzialità per accrescere le competenze e la produttività, offrendo la possibilità di creare posti di lavoro”, gli attuali “approcci alla tecnologia” “possono paradossalmente dequalificare i lavoratori, sottoporli a una sorveglianza automatizzata e relegarli a funzioni rigide e ripetitive”. E così, “la necessità di stare al passo con il ritmo della tecnologia può erodere il senso della propria capacità di agire da parte dei lavoratori e soffocare le capacità innovative che questi sono chiamati a profondere nel loro lavoro”.
“L’IA , continua il testo approvato da Papa Francesco, sta eliminando la necessità di alcune attività precedentemente svolte dagli esseri umani. Se essa viene usata per sostituire i lavoratori umani piuttosto che per accompagnarli, c’è il rischio sostanziale di un vantaggio sproporzionato per pochi a scapito dell’impoverimento di molti. Inoltre, man mano che l’IA diventa più potente, c’è anche il pericolo associato che il lavoro perda il suo valore nel sistema economico. Questa è la conseguenza logica del paradigma tecnocratico: il mondo di un’umanità asservita all’efficienza, nel quale, in ultima analisi, il costo di tale umanità deve essere tagliato”
Poiché il lavoro, continua il testo, “è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”, “non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l’umanità danneggerebbe se’ stessa”. Occorre quindi “adoperarsi per la sua promozione”. In questa prospettiva, si precisa nel documento, l’IA “dovrebbe assistere e non sostituire il giudizio umano, così come non dovrebbe mai degradare la creatività o ridurre i lavoratori a meri ‘ingranaggi di una macchina’. Perciò “il rispetto della dignità dei lavoratori e l’importanza dell’occupazione per il benessere economico delle persone, delle famiglie e delle società, la sicurezza degli impieghi e l’equità dei salari, dovrebbero costituire un’alta priorità per la comunità internazionale, mentre queste forme di tecnologia penetrano sempre più profondamente nei luoghi di lavoro”.
Per la lettura integrale del documento CLICCA QUI