L’Alleanza per l’Infanzia, diffondendo un comunicato stampa, chiede un confronto con il Governo per assicurare che quanto previsto per l’Assegno unico non finisca per essere snaturato. Mancano i decreti attuativi e a tre mesi dalla scadenza non si sa come funzionerà lo strumento. Di seguito il testo del comunicato stampa.

Il mese di settembre è finito, assieme alla scuola in presenza è ripartito il Paese e Governo e Parlamento sono impegnati a realizzare le riforme richieste dal PNRR. Su alcune partite importanti che riguardano milioni di famiglie, però, i lavori sembrano aver subito uno stop e si avverte il rischio di una nuova frammentazione delle misure a sostegno della genitorialità e della crescita di bambini e bambine.

Alleanza per l’Infanzia in più occasioni ha chiesto un’interlocuzione con il Governo e ha proposto linee guida e documenti per sostenere una visione strategica, coerente e integrata degli strumenti legislativi e delle risorse economiche da impiegare per investire nell’infanzia e adolescenza e a sostegno di genitori e famiglie: politiche  di conciliazione, lavoro agile, congedi, sviluppo dei servizi educativi, tempo pieno, assegno unico universale e tutti gli interventi previsti dal  disegno di legge sulle politiche per le famiglie, presentato dalla Ministra Bonetti (Family Act) ed evocato anche nel PNRR. Ora però la sensazione è che le singole misure non solo procedano in ordine sparso, senza che ancora sia formalizzato il disegno, ma anche con difficoltà e ritardi.

In particolare, preoccupa il ritardo dell’esecutivo sui decreti attuativi del cosiddetto “Assegno unico universale”, misura importante e attesa che va a riordinare, semplificare, rafforzare ed estendere le precedenti frammentate misure a sostegno dei figli a carico, ponendosi esplicitamente gli obiettivi di sostegno alla genitorialità e di promozione della natalità e dell’occupazione, soprattutto femminile.

Il Governo ha ricevuto la delega a istituire l’assegno unico e universale il 1° aprile. Per poter introdurre a regime, come previsto, l’AUU dal primo gennaio 2022, i competenti Ministeri della famiglia, lavoro e politiche sociali, economia e finanze dovrebbero aver già predisposto i decreti attuativi, che, tenendo conto dei criteri stabiliti dal Parlamento nella legge delega, hanno il compito di mettere a terra questo importante beneficio economico per le famiglie. Siamo invece a tre mesi dalla fine dell’anno e nulla ancora si sa su come concretamente funzionerà l’assegno, se vi avranno accesso tutti, quale sarà l’importo minimo, quanto inciderà la parte variabile sulle diverse famiglie.

Se l’assegno temporaneo introdotto per il secondo semestre 2021 è un buon indizio degli orientamenti prevalenti a livello governativo, c’è da essere fortemente preoccupati date le criticità che già sono state evidenziate su tale strumento nel corso delle audizioni parlamentari di diverse entità appartenenti ad Alleanza. L’assegno temporaneo, infatti, ha sì allargato la platea dei beneficiari a categorie prima escluse (autonomi e incapienti senza assegno al nucleo familiare), ma ha molto ridotto il suo carattere universale, stante che la forte progressività, a finanziamento dato, è andata a scapito della significatività dell’assegno per un’ampia parte del ceto medio, indebolendone il ruolo di sostegno alla genitorialità e alle scelte positive di fecondità.

Pur condividendo l’esigenza di sostenere di più le famiglie e i minorenni in condizione di difficoltà economica, Alleanza per l’Infanzia ritiene che, per evitare che questa preoccupazione stravolga gli obiettivi originari dell’istituto, occorra, da un lato,  accompagnare la progressività con un rafforzamento della parte fissa (l’importo minimo che rende l’assegno effettivamente universale, come ad esempio nella proposta fatta da Alleanza assieme ad Arel e a Fondazione Gorrieri), dall’altro  prevedere e finanziare eventualmente una norma di salvaguardia che protegga da perdite nel processo di transizione le famiglie di lavoratori dipendenti a basso reddito.

Ritiene, inoltre, di fondamentale importanza che le norme che verranno siano coerenti con la normativa comunitaria in ordine alla non discriminazione di cittadini stranieri.

In ogni caso, Alleanza per l’Infanzia si rammarica che decisioni così cruciali per la fisionomia che prenderà concretamente l’AUU avvengano in ritardo, senza consentire un confronto tra le diverse opzioni. È disponibile perciò a portare in tutte le sedi utili il contributo di idee, competenza e esperienza delle tante organizzazioni, ricercatori e ricercatrici che la compongono.

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