I seguaci di Bolsonaro, come fecero quasi esattamente due anni fa quelli di Trump a Washington, hanno preso d’assalto il Parlamento. Stessi gli atteggiamenti eversivi e stessa la motivazione: non accettano la sconfitta emersa dalle urne. Uniti nella sostanza sovranista, al punto che Bolsonaro è definito il “Trump tropicale”, compiacenti con i “no vax” e persino negazionisti della pandemia da Covid, i due ex presidenti si ritrovano uniti nel rifiutare il responso democraticamente uscito con le urne cui i loro seguaci rispondono con il golpismo e la violenza politica. Bolsonaro pur di non presenziare al giuramento da presidente del suo avversario Lula, è volato negli Stati Uniti, a Miami.
La destra si conferma pericolosa e sarebbe bene che anche a livello internazionale si valutasse il da farsi. Non ci dimentichiamo certo delle “varie internazionali” che hanno operato trasversalmente a livello mondiale negli anni passati.
Immediata la solidarietà espressa al neo Presidente Lula, che ha battuto Bolsonaro al ballottaggio, da parte dell’amministrazione Usa, prima con Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale, che ha dichiarato: “Gli Stati Uniti condannano qualsiasi tentativo di minare la democrazia in Brasile”, poi, con lo stesso Presidente Biden che ha ribadito il pieno sostegno alle istituzioni democratiche del Brasile è incrollabile. La democrazia brasiliana non sarà scossa dalla violenza”. Immediato anche l’intervenuto dei rappresentanti di molti altri paesi latino americani, come il Presidente cileno, Gabriel Boris, quello colombiano Gustavo Petrol che ha parlato di un tentativo di golpe neofascista ed ha chiesto una immediata riunione dell’Organizzazione degli Stati americani. Dichiarazioni di sostegno al Governo legittimamente eletto da parte dei ministri degli esteri del Messico e dell’Argentina.
“Oggi è un giorno triste per la nazione brasiliana. Non possiamo essere d’accordo con il saccheggio del Congresso nazionale”, ha dichiarato Valdemar Costa Neto, capo del Partito liberale di destra di Bolsanaro, che ha poi aggiunto: “Tutte le manifestazioni ordinate sono legittime. Il disordine non ha mai fatto parte dei principi della nostra nazione. Voglio dirvi che disapproviamo con veemenza questo tipo di atteggiamento e lasciamo che la legge venga applicata, rafforzando la nostra democrazia”. Lula, intanto, ha attribuito a Bolsonaro la piena responsabilità dell’accaduto.
Nella notte giunte anche le dichiarazioni del nostro Governo dopo che, da sinistra, qualcuno già lamentava l’assenza di un chiaro e netto intervento da parte di Palazzo Chigi e della Farnesina sulle vicende in corsi a Brasilia.