Nel Mezzogiorno d’Italia, nel secondo dopoguerra ha avuto luogo uno dei due soli grandi tentativi di recupero di vaste aree sottosviluppate all’interno della stessa nazione; in cinquantotto anni sono stati investiti in politiche di coesione 342,5 miliardi di euro, pari all’1% del Prodotto interno lordo, soltanto un quinto di quanto si è investito nella Germania dell’Est dopo la caduta del Muro di Belino. Il giudizio sui risultati ottenuti dallo sforzo italiano sono per lo più negativi ed a ragion veduta.

E’ il momento di completare quello sforzo arrestatosi nell’anno 2008  e di arrivare al risultato di eguali livelli di prestazioni erogate; non è vero che i fondi destinati alle aree più arretrate siano sprechi; il superamento dei divari economici è un vantaggio per tutti e non un sacrificio per qualcuno; recuperando un territorio meno sviluppato, la ricchezza investita si trasforma in ricchezza dell’intero Paese. All’ottenimento di questo risultato in ottica di futuro prossimo è proteso il Next Generation Eu. Lo sviluppo di ogni territorio è direttamente proporzionale allo stock infrastrutturale di quel territorio.

Il 23 marzo scorso,  Pietro Massimo Busetta ha posto la fatidica domanda: possiamo ancora discutere di un salto di tre chilometri che impedisca di collegare, in modalità marittima\autostradale e ferroviaria ad Alta velocità, Suez a Berlino?

La mia convinta risposta: assolutamente no, impedire alla Sicilia di svolgere il proprio ruolo di Porta sud dell’Europa, di piattaforma logistica di semilavorati verso industrie manifatturiere, di mobilità di persone, di terminale del Corridoio 1 con il Porto di Augusta, “hub” dirimpettaio di Suez, di terminale di rete TEN-T, di mescola di culture tra aree più intensamente attraversate, di incremento di PIL per aree che ne abbisognano, sarebbe una follia colpevole davanti all’Europa che lo chiede ed alla Storia.

Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, ha dichiarato: “Per noi, l’attraversamento stabile dello Stretto è una necessità non più rinviabile”.  Nalla lettera scritta insieme ad altri al Capo dello Stato ed al Presidente del Consiglio, tra l’altro, si legge: “Sia chiaro che il nostro Governo sta scommettendo sul trasporto ferroviario e che per noi l’Alta Velocità per poter passare da Messina a Reggio Calabria in tre minuti rimane una necessità fondamentale”.

Sulle grandi opere infrastrutturali serve un confronto senza pregiudizi tra Commissione Europea, Governo Nazionale e Governo Regionale”

Ciò a fronte di un progetto che gli ipotetici soggetti coinvolgibili, WeBuild, Saipem, ANAS, Ferrovie dello Stato, si sono dichiarati disponibili a realizzare prontamente; quasi unico tra quelli prevedibili nel Mezzogiorno ad essere già approvato, cantierabile, essendo da tempo definito e necessitante solo di aggiornamenti e non di modifiche, dopo aver superata la verifica del rapporto costi\benefici e le verifiche geologiche. Già sono state più volte ricordate la possibilità di vedere finanziare l’opera nell’ambito del Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza, il notevole incremento di nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno e la sua realizzabilità in modalità Green.

E’ filtrata da Palazzo Chigi  l’indiscrezione di un incontro tra il Presidente Mario Draghi e gli amministratori delle due imprese WeBuild e Saipem, Pietro Salini e Stefano Cao nel corso del quale questi ultimi due avrebbero confermato disponibilità a partecipare alla costruzione dell’importante opera che significherebbe, tra l’altro, consentire il pieno utilizzo dell’acciaieria Ilva di Taranto e assicurare alcune decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.

Io ritengo che INSIEME debba contribuire a contrastare  la crescente disoccupazione e l’aumento delle diseguaglianze per creare nuove opportunità, perseguire una crescita equa e sostenibile puntando sul pentanomio innovazione, qualità, produttività, sostenibilità, solidarietà.

La Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha licenziato il 24 Marzo 2021 il parere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in vista del voto che si svolgerà in Parlamento la prossima settimana sulla relazione della Commissione Bilancio sul Recovery Plan. L‘Opera Ponte sullo Stretto di Messina è definita fondamentale per la crescita del Mezzogiorno e del Paese. Nonostante il diverso parere del Ministero competente, la stessa Commissione Trasporti ha dato il via libera alla realizzazione del tratto di Ferrovia ad Alta Velocità tra Salerno e Reggio Calabria.

Le due opere potrebbero contribuire a realizzare il corridoio Augusta\Berlino ed il collegamento TEN-T, fare diventare la Sicilia piattaforma logistica del Mediterraneo, riaffermare l’importanza geostrategica dell’Italia nel Mediterraneo, fare diventare la Sicilia la Porta Sud dell’Europa, definire il collegamento tra la tratta già finanziata con Fondi MIT Palermo\Messina\Catania ed il Ponte e la Reggio\Calabria\Salerno, con le risorse non ancora impegnate del Fondo di Coesione 2014\2020.

I miliardi del Programma Next Generation EU, purché spesi bene, potrebbero generare la svolta: questa la strategia del Presidente Draghi, illustrata il 23 marzo 2021, nel corso del suo intervento durante la due giorni di incontri organizzata da Mara Carfagna, Ministro per il Sud e la coesione territoriale; “per la prima volta da tempo, abbiamo l’occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali. Per il Sud, le risorse supereranno significativamente la quota del 34%. Divenire capaci di spendere questi Fondi e di farlo bene, è l’obiettivo primario di questo Governo; passa sempre da qui la possibilità di recuperare fiducia nella legalità e nelle Istituzioni, siano esse la Scuola, la Sanità o la Giustizia”.

La Ministra Carfagna rivela che sulle infrastrutture il Mezzogiorno intercetterà circa il 50% degli investimenti, rendendo evidente il peso del Sud; a questi Fondi bisogna aggiungere, destinati al Mezzogiorno, la programmazione residua 2014\2020, quella 2021\2027, il Fondo React-EU, i quali ammontano a circa 9\10 miliardi l’anno per gli anni tra il 2021 ed il 2023. Bisogna puntare ad ottenere, con l’utilizzo di questi Fondi, realmente la riduzione documentata dei divari territoriali per potere sfruttare il potenziale di crescita, attualmente inesprimibile, dei territori e delle popolazioni del Mezzogiorno. “Senza il rilancio del Mezzogiorno, l’Italia non diventerà mai un Paese di testa dell’Europa, ma scivolerà sempre in fondo alle classifiche per ricchezza ed occupazione”. “Qual è l’alternativa alla scommessa sul sud? Esiste un altro modo per sospingere la ripresa?”

Il futuro dell’Italia passa anche dalla capacità di adoperare bene i giorni che separano il 6 dal 30 Aprile, data entro cui bisognerà presentare a Bruxelles la definitiva versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Per il giorno 8 Aprile è in programma l’incontro tra il Presidente Draghi, i Ministri, le Regioni; entro il 15 Aprile dovranno essere messe a punto le misure per lo snellimento delle procedure e per  assicurare tempi certi per la realizzazione dei Progetti recepiti che dovrebbero confluire in un decretone.

Enzo Bianco, i Sindaci di Siracusa, di Augusta e di Militello Val di Catania hanno aderito all’appello lanciato dalla Svimez, dalla Fondazione Per e dai docenti universitari trasportisti di sei delle Università della Calabria e della Sicilia in cui si afferma che, nel quadro degli investimenti quali Alta Velocità a 300 KM\H, Autostrade smart, grandi Porti e retro porti nel Mezzogiorno, la realizzazione dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina diventa una scelta coerente e funzionale ad un disegno di grande impatto e valenza strategica.

Il costo complessivo per realizzare il Ponte, in base al progetto attuale, sarà di 7,1 miliardi di euro. Prescindendo dall’opportunità che l’opera venga realizzata con i fondi della Next Generation EU, questa somma sarà interamente coperta accedendo alle opportunità di fiscalizzazione (Ires, Irap, IVA) per un valore di  5,3 milioni di euro. Accedendo ad una serie di altri fondi, le maggiori entrate erariali per lo Stato sarebbero pari ad otto miliardi di euro. Se si considerassero anche i trent’anni di gestione da parte del Consorzio, le entrate raggiungerebbero i 107 miliardi.

Massimo Maniscalco

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