Primo. Il Governo ha chiesto l’obolo. Il sistema bancario ha risposto di sì. Il concetto (errato) di “extraprofitto” è un utile copertura ad una logica “elemosiniera ”del privato nei confronti del pubblico. Soldi dati senza un vincolo di destinazione; sarebbero apprezzati dai bimbi ammalati di tumore, dagli anziani con bassi redditi, dalle mamme single , etc. Sì, dunque, ad impieghi solidali.
Un obolo in cambio di che cosa? Di futuri vantaggi fiscali ? Oppure pura beneficienza?
Secondo. Mps (Monte dei Paschi di Siena), banca controllata dal Ministero dell’Economia, ha acquisito il controllo della banca d’affari “ Mediobanca”, storico attore di importanti operazioni finanziarie di ristrutturazione delle grandi imprese italiane , nell’arco di almeno sette decenni.
Mediobanca ha una partecipazione strategica in una delle imprese più importanti del sistema economico italiano: la società di assicurazione “ Le Generali”. Le voci degli addetti ai lavori insinuano che il controllo delle Generali sia il vero obiettivo dell’operazione finanziaria Mps. Operazione che è sponsorizzata da due gruppi azionari privati: il gruppo Francesco Gaetano Caltagirone e il gruppo Eredi Del Vecchio.
A questo proposito, non è chiara, perché non detta, la strategia del Governo. Perché la “joint venture” con i privati? Non è un operazione di salvataggio: si dice che tutti i soggetti nominati abbiano un’ottima salute economica. È un’operazione di finanza speculativa? Rientrerebbe nei fini di un gruppo finanziario privato; certo non in quelli del Governo. L’intenzione è di intervenire nel settore immobiliare, dando delega di operare al gruppo Caltagirone? Le ipotesi si sprecano.
Per il ruolo del Governo: i partiti di maggioranza hanno chiesto all’Esecutivo una incisiva politica di sostegno del sistema produttivo, coinvolgendo i privati? Se è così, perché non dirlo? E i privati sono così generosi? I gruppi finanziari, generalmente, hanno nella propria ragione d’essere la massimizzazione dei propri profitti.
Dunque, cosa si vuole fare? Mps opera con denaro pubblico.
Roberto Pertile