Nonostante Donald Trump e quasi del tutto ignorata dalla grande stampa italiana e dalle nostre principali emittenti radio televisive, giunge la notizia che è formalmente nato la più grande area commerciale del mondo che copre quasi un terzo dell’economia globale. Si tratta della “Regional Comprehensive Economic Partnership” (RCEP) cui partecipano  15 nazioni, 10 del sud-est asiatico oltre a Corea del Sud, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda in cui vive quasi un terzo della popolazione mondiale e che rappresentano il 29% del prodotto interno lordo globale..  Anche l’India ha partecipato ai negoziati, ma si è ritirata per timori che tariffe più basse potessero danneggiare i produttori locali.

L’accordo esclude gli Stati Uniti, che si sono ritirati da un patto commerciale rivale Asia-Pacifico nel 2017 a seguito della decisione del Presidente Trump che ha fatto marcia indietro rispetto alla posizione del suo predecessore Barak Obama che aveva favorito e sostenuto la nascita del Trans-Pacific Partnership (TPP). L’obiettivo era quello di contenere l’espansionismo economico cinese che, adesso, invece, sembra ulteriormente rafforzarsi.

Visto il contesto in cui l’accordo è nato ufficialmente tutti i governanti dei paesi coinvolti presenti alla cerimonia di firma avvenuta ieri in Vietnam, si sono detti speranzosi che il processo avviato aiuti a stimolare la ripresa dalla pandemia di coronavirus.

Il premier cinese Li Keqiang ha definito l’accordo come “una vittoria del multilateralismo e del libero scambio”.

L’RCEP eliminerà una serie di tariffe sulle importazioni nel giro di 20 anni e prevede disposizioni in materia di regole sull’origine dei prodotti, sulla proprietà intellettuale, le telecomunicazioni, i servizi finanziari, il commercio elettronico e i servizi professionali.

 

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