“Maggior attenzione ai piccoli Comuni e meno burocrazia nella gestione del personale di Enti e Unioni: così si garantiscono migliori servizi ai cittadini e si lotta contro lo spopolamento. Le nostre richieste sul tavolo del Ministro Brunetta”.

L’on. Simona Vietina ha così sintetizzato quanto ha rappresentato al ministro Brunetta  in merito alle difficoltà incontrate delle Unioni e dei Comuni più piccoli, in particolare, i nodi cruciali della funzionalità di questi Enti e della difesa dei territori dal progressivo spopolamento.

“Numerosi – ha poi dichiarato la parlamentare di Forza Italia, sindaco di Tredozio (FC), piccolo comune nell’Appennino tosco-romagnolo, sono gli incontri in cui viene lamentata l’impossibilità delle Unioni di garantire adeguati servizi dovuta al limitato personale di cui dispongono. I territori montani e periferici richiedono maggiori e migliori servizi, sostegno per le difficoltà economiche dettate dal minore gettito fiscale e dalle sempre più scarse risorse disponibili, più flessibilità nella gestione del personale comunale, limitazione (o nei centri più piccoli cessazione) del Lavoro agile: i nostri Enti hanno bisogno di interventi importanti che solo lo Stato può programmare. Ho trovato nel Ministro- ha aggiunto l’on. Vietina-  la mia medesima volontà di affrontare i problemi in modo risolutivo incontrando chi i problemi li vive in prima persona sul territorio. Sono disponibile fin da subito per i miei colleghi sindaci della provincia di Forlì-Cesena per creare un contatto diretto con il Ministro Brunetta e definire una modalità d’azione condivisa ed efficace”.

“Fra i nodi principali presentati al Ministro – aggiunge la parlamentare- c’è la necessità di risolvere i problemi di personale delle Unioni, ripetutamente evidenziati durante gli incontri con i funzionari regionali nel corso degli anni, e snellire la burocrazia delle stesse Unioni dei Comuni, strumento su cui molte Regioni hanno scelto di puntare, in primis l’Emilia Romagna. Le Unioni hanno da sempre sofferto una cronica mancanza di risorse umane e non possono assumere se non nei limiti della capacità assunzionale a loro trasferita dagli enti che ne fanno parte. Uno scenario impossibile visto che, in particolare nei piccoli comuni, la mancanza di personale è un problema annoso e ormai cronico. E proprio quello del personale è un nodo che ho chiesto di affrontare con decisione: la rotazione dei responsabili per il piano anticorruzione, per esempio, non tiene conto di come nei Comuni più piccoli, la stessa figura sia necessariamente referente per più aree. A questo si aggiunge il tema del lavoro agile: nelle realtà periferiche occorre pensare a una deroga rispetto all’obbligo di smart working perché molte funzioni vengono svolte da pochi dipendenti e il lavoro in presenza è indispensabile a meno di non arrestare tante attività essenziali. C’è poi il nodo della mobilità per i piccoli Enti e quello dell’affiancamento in caso di pensionamento: quando l’unico dipendente che si occupa di un’intera area raggiunge la meritata pensione il rischio è quello che si blocchino tante attività in attesa di un concorso pubblico quando basterebbe permettere assunzioni più agili e consentire un legittimo periodo di affiancamento”.

“Oltre alla burocrazia per il personale ho evidenziato anche il nodo più strettamente legato alle risorse economiche e agli investimenti per evitare lo spopolamento – prosegue Vietina –: i piccoli Comuni come quello che mi pregio di rappresentare devono essere mantenuti ad ogni costo, sono il presidio fondamentale del territorio, e il polmone verde dell’Italia, indispensabili anche per la regimazione delle acque ed il controllo del territorio, non solo per non congestionare le città. Ma mancano servizi e opportunità e spesso siamo soggetti alle stesse regole ed agli stessi adempimenti ai quali sono soggetti i comuni più grandi. Penso al mantenimento dei servizi ai cittadini causata dalle minori entrate correnti (addizionale IRPEF, proventi dei servizi, TOSAP, pubblicità…) che introitano rispetto a Comuni più grandi: mantenere strade, aree verdi e scuole non è un costo proporzionale al numero di cittadini che fanno parte di un comune, mentre lo sono le entrate. Ho chiesto al Ministro di prevedere che i contributi siano quindi parametrati almeno in parte all’estensione del territorio ed in parte agli abitanti. Infine ho chiesto anche di intervenire sul Fondo di Solidarietà Comunale che, a oggi, rende impossibile ai Comuni in ristrettezze economiche di accedere a risorse adeguate nonostante la revisione del 2021”.

About Author