Perché Ancona è capitolata? Non è possibile pensare che un territorio così variegato, come è l’Italia, venga gestito democraticamente da una percentuale così bassa di votanti, mi rivolgo proprio a noi, eh sì, cari elettrici ed elettori, non si fa! Allora dico, non la disaffezione nostra alla politica, bensì l’abbandono da parte dei politici, il loro continuare a procrastinare le problematiche cocenti, così come hanno imparato più dai discorsi in politichese che da empatici modelli relazionali. Ma diamoci dei numeri, così da ribadire l’importanza del passato di spessore, che da Pitagora, attraversando Cartesio e B. Russell, è giunto fino a noi.
Ebbene, i ballottaggi in Italia sono stati partecipati al 49.95%, un dato davvero non lusinghiero per una democrazia che si definisce partecipata. Ma perché non siete andati a votare? Ancona la dorica del 387 a. C., Ancona libero comune a repubblica marinara che tante volte si è dovuta difendere dagli attacchi dei nemici, uscendone sempre vittoriosa! Poi membro dello Stato Pontificio, attiva durante il Risorgimento italiano e dunque la famosa settimana rossa del primo novecento. Ebbene è di questa città che stiamo parlando? Della sua immensa storia che inorgoglisce tutti noi italiani e che da Siracusa, attraversa la Grecia, l’Antica Roma e giunge fino alla Città del Vaticano? Eh no, carissimi, non è colpa della splendida Piazza del Plebiscito (detta altresì Piazza del Papa), o del Municipio Romano o ancora del porto che ha visto il mediterraneo intero frequentarlo, e non è colpa degli anconetani, gente laboriosa, gente fiera e dall’indubbio gusto artistico, gente che frequenta il Teatro delle Muse.
Li conosco gli anconetani, ci ho lavorato braccio a braccio, ho dialogato con loro, ho vissuto dei mesi là. Gente mite e risoluta. Cosa gli avete fatto dunque? Mi riferisco a voi amministratori della Res Publica anconetana, eppure, a ben osservarla, non la si può giudicare certo una città non curata, non adeguatamente supportata, addirittura fu scelta dal regista Nanni Moretti per ambientare il suo indimenticabile film: “La stanza del figlio”. Cosa vi è successo, dunque? Forse il sole vi ha spinti ad uscire e dunque disertare le urne? Forse avete preferito una capatina sulla spiaggia di Numana o di Sirolo, oppure nelle straordinarie colline intorno al Monte Conero?
A me sembra molto strano, chi vi ha delusi in passato tanto da spingervi lontani dalle strutture elettorali? Siete stati una roccaforte della sinistra e oggi la Regione Marche è governata dalla destra e questo dimostra il non assoggettarsi ad un pensiero unico ma aprirsi e provare alternative che siano sempre portatrici di migliorie per il territorio. Nelle istanze contemporanee probabilmente tanti politici devono comprendere che sono cambiate le priorità, soprattutto in epoca post pandemica.
Gli italiani hanno fatto i conti con una Natura che, da marchigiani poi, Leopardi docet, può essere matrigna, ma lungi da farci pendere verso un pessimismo cosmico, vogliamo che l’Italia intera si risvegli dal torpore del focolare domestico e torni ad occupare le storiche piazze e strade italiane, senza più paure di un virus oramai declassato o peggio di violenze di strada o da stranieri in cerca di un futuro migliore. Per la prevenzione e il ripristino dell’ordine pubblico, dobbiamo, come sempre, affidarci (cioè con fiducia) alle nostre forze dell’ordine e dunque alla Magistratura.
Sono convinto che ci sia bisogno di un più appassionato impegno da parte di tutti noi alla partecipazione attiva della politica, così come ricordato anche da Papa Francesco, per far sì che le migliori risorse italiane possano dare continuità alla saggia gestione pubblica di una nazione, cari miei, che si chiama Italia, che, solo per fare un esempio, ha il 70% delle opere artistiche mondiali! E dai su, un po’ di serietà, vogliamo davvero solo sederci al tavolino di un bar “a stratracannare a stramaledire le donne il tempo ed il Governo”? Cit. F. De André oppure essere solo “quattro amici al bar che volevano (o vogliono) cambiare il mondo”? Cit. G. Paoli, iniziamo da noi, dalla nostra Italia, dalle nostre Regioni, coinvolgiamoci tutti in questo importante cambiamento, proponiamoci e proponiamo, entusiasmiamoci nel “gioco” della politica, credetemi, Socrate, vedendo dei giovani finalmente prendere in mano, responsabilmente, il proprio destino ed il bene della Polis, ne sarebbe orgoglioso e soprattutto, non sarà morto invano!
Francesco Iannitti