È caos negli Stati Uniti per lo shutdown: ci sono 800 mila dipendenti federali senza stipendio da un mese, molti dei quali rischiano di perdere il lavoro per sempre. A ciò si aggiunge il dramma di 42 milioni di americani per i quali sono terminati i fondi che garantivano l’assistenza alimentare tramite lo SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program).
La paralisi — perché lo shutdown incide anche su trasporti, servizi per l’infanzia, prevenzione delle malattie, scuole e molto altro — va avanti da un mese, e all’orizzonte non sembra profilarsi una svolta. Permane, infatti, lo scontro politico tra l’amministrazione Trump e i democratici al Congresso. Serve un accordo sul bilancio e, dunque, sulle linee di spesa da rinnovare.
I repubblicani non vogliono fare concessioni ai democratici sulla spesa sociale; anzi, stanno sfruttando lo shutdown per ridurre il numero dei funzionari pubblici e tagliare programmi che non ritengono in linea con la loro agenda politica. I democratici, dal canto loro, appaiono divisi: c’è chi vorrebbe trattare, ma al momento prevale la corrente che non intende cedere nella battaglia con Trump. Il presidente degli Stati Uniti, a sua volta, accusa gli avversari di voler “rovinare il Paese”, definendoli “folli estremisti”.
Questa settimana i democratici hanno chiesto che il governo finanzi il programma SNAP, ma i repubblicani hanno replicato sostenendo che, se la situazione è così grave, la responsabilità è proprio dei democratici, i quali hanno ripetutamente votato contro le leggi di finanziamento governativo a breve termine.