È stata prudente e saggia Giorgia Meloni a trattenersi dall’assumere quella postura di “pontiere” o quant’altro alluda all’immaginario ruolo di punto di riferimento degli equilibri internazionali che giornali affiliati, giornali amici o giornali compiacenti – a cominciare dal Corriere – le hanno cucito addosso. Al punto che la stessa Meloni sembra crederci davvero.

Le esequie di Papa Francesco meritavano rispetto e discrezione e , a maggior ragione, quel tono di sobrietà
che il Ministro Musumeci ha invocato anche per la Festa della Liberazione. Del resto, Trump ha dimostrato di saperci fare da solo, senza il soccorso di nessun assistente al soglio. Ha perfino salutato, con compassate maniere da quel signore che è , Ursula von der Leyen, concordando direttamente tra i due un appuntamento tra Stati Uniti ed Unione Europea che si deciderà dove tenere e probabilmente, in ragione della sua ufficialità, a Bruxelles. Senza che Giorgia Meloni si affanni oltre a farne la madrina.

Se è vero, come qualcuno afferma, che la foto tra Trump, Zelensky, Starmer e Macron sotto le volte di San Pietro abbia suscitato qualche irritazione a Palazzo Chigi, c’è da chiedersi se basti una foto a terremotare la “grandeur” della nostra Presidente del Consiglio. Non a caso, del resto, oltre l’ennesima, scontata e doverosa visita resa da Zelensky a Palazzo Chigi, agli ambienti che affiancano la propaganda del Governo in carica, altro non è rimasto in mano che un pugno di mosche e, cioè , l’enfatizzazione della “lunga” telefonata intervenuta, il pomeriggio stesso del funerale di Papa Francesco, tra Giorgia Meloni ed Ursula. Quasi si volesse sottintendere che sia la prima ad istruire la seconda.

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