Il recentissimo convengo (PNRR ed Enti Locali )svoltosi a Lecce su iniziativa del Presidente della Commissione Affari Europei del Senato,sen Dario Stefano, è stato, grazie alla autorevole presenza del Ministro Franco, ricco di spunti e di proposte interessanti .Tra di esse riveste particolare importanza il problema di metodo proposto dalla dott. sa Chiara Goretti, coordinatrice della segreteria tecnica del PNRR .Poiché il Piano ha posto non una questione di “quanto “ ma di “come “ ,sono ammissibili solo le richieste di fondi destinati a realizzare riforme non “promesse “ ma già in atto.
Pertanto, al fine di evitare l’errore di limitarsi a presentare delle semplici “Note Spese” da incassare , va eliminato il “Collo di Bottiglia” rappresentato dalla mancata assunzione da parte delle Città metropolitane del ruolo di Motore dello sviluppo economico ,loro affidato dalla legge istitutiva.
Questo insuccesso della riforma intesa ad aumentare l’efficienza della P.A. Locale è stato causato dagli ostacoli, rivelatisi insormontabili, incontrati nell’elaborazione dei piani strategici ,determinati da :
1)impossibilità ad individuare l’atto d’indirizzo e la relativa declinazione operativa a causa di una P.A.locale attenta solo alla conformità a vincoli giuridico/burocratici
2)Inadeguatezza della teoria classica del governo locale ad integrare i comuni metropolitani ed il capoluogo a causa della vastità e disomogeneità delle aree metropolitane .
3)Incapacità ad estendere anche alle aree esterne i benefici prodotti dalle citta metropolitane
4) obbligo, per l’ impossibilità di valutare ex ante gli effetti della gestione delle risorse finanziarie erogate , a ricorrere all’analisi ex post che consente soltanto di lamentarsi per gli effetti negativi del tutto imprevedibili ed ormai irrimediabili .
Questi ostacoli sono stati rimossi dal modello della “Qualità delle Istituzioni “di Mario Draghi che, recepito dalla riforma costituzionale del 2012 e tradotto in norme ordinariedalla legge n.56/2014, consente d’individuare l’atto d’indirizzo e la relativa declinazione operativa necessari perché:
1)sostituisce alla vecchia Amministrazione “Per Procedure “quella “Per Risultati “attenta non solo alla conformità alla legge ma anche alla necessità della rendicontazione .del controllo e della valutazione dei risultati dell’azione pubblica
2) con la misurabilità empirica delle interdipendenze fiscali risolve il problema dell’integrazione tra i comuni metropolitani ed il comune capoluogo non risolvibile con la teoria classica del governo locale .
3 )con l’identica unità di analisi ed intervento estende anche alle aree esterne i risultati ottenuti nel territorio metropolitano ,nel quale si concentrano le maggiori opportunità in termini di crescita economica ed opportunità d’investimenti.
4) con i calcoli stabiliti per realizzare l’equi brio di bilancio ed il concorso alla stabilita del debito pubblico riesce ad accertare ex ante la qualità dell’istituzione e verificarne l’effettiva funzionaliste in tempo utile per apportare le correzioni necessarie. .
Pertanto il modello “Qualità delle Istituzioni”di Mario Draghi ,realizzando la corretta elaborazione(ex comma 44 art.1 legge n.56/2014) dei piani strategici, consente alle Città Metropolitane di utilizzare i fondi del PNRR perché vengono destinati ad attuare una riforma e non a lasciarla confinata in un testo di legge.
Questa funzionalità è confermata dall’ elaborazione del Piano strategico più difficile perché relativo al territorio metropolitano maggiormente esteso d’Italia : quello di Torino con 315 comuni divisi in 11 zone omogenee. (cfr. Convegno Torino 20/V/2016 ). Ha risolto il problema della” polverizzazione “dei comuni estendendone il benefico anche alle aree esterne mentre il piano del comune(Torino Atlas ),non avendo fatto ricorso al modello Draghi non risolve il problema tipico di quel territorio, limitandosi a stampare delle semplici mappe geografiche.
Identico risultato è stato ottenuto applicando detto schema anche alle altre Città Metropolitane sicché si può affermare che il citato modello di Mario Draghi è “l’Attaccapanni” (per dirla con Luigi Einaudi)che garantisce a detti Enti locali l’utilizzo dei fondi del PNRR ,assicurandone anche trasparenza e concorso alla stabilità del Debito Pubblico.
In conclusione ritengo sia opportuno sottoporre a verifica questo risultato perché ,in caso di esito positivo, può fornire non solo ai sindaci delle Città Metropolitane ma anche a quelli dei comuni dei territori metropolitani e dei comuni esterni a dette aree , una preziosa indicazione per eliminare il “Collo di Bottiglia “che impedisce la corretta applicazione del rapporto PNRR/Enti Locali.
Antonio Troisi