Uno dei miei figli vive a Londra. Questo è il racconto del suo arrivo in Italia e del ritorno nel Regno Unito in tempo di Covid -19.

Chiedo scusa se parlo di una vicenda personale. Lo faccio perché è molto istruttiva. In più, riguarda l’organizzazione pubblica in materia di Coronavirus e, quindi, può persino essere cosa utile, visto che parliamo di cose concrete che dovrebbero riguardare tutti. A partire da chi ha una responsabilità pubblica.

Mio figlio parte da Heathrow senza problemi perché ha un valido motivo. Nei giorni precedenti la partenza ha dovuto sottoporsi al test Covid-19. Il costo notevolmente è di circa tre volte più alto che in Italia o, almeno a Roma, dove si pagano solamente 22 euro in tutte le farmacie. Risulta, comunque, negativo.

Una volta atterrato a Fiumicino, si mette in quarantena per 15 giorni, nonostante anche il tampone effettuato al momento dello sbarco su suolo italiano risulti negativo. Nel corso delle due settimane passate a casa nessuno si è premurato di assicurarsi che lui stesse rispettato il periodo di quarantena, come in effetti è stato.

Prima del ritorno a Londra ha dovuto effettuare un ulteriore test italiano per il rientro e prenotare on line un kit contenente due test da effettuarsi all’arrivo nel Regno Unito. Quelli che si fanno da soli e che poi devono essere spediti per posta ad un apposito centro di analisi britannico. Il kit gli è stato recapitato in effetti due giorni dopo il ritorno presso l’abitazione londinese. Ha fatto il primo e dopo sei giorni ne farà e spedirà ancora un altro. Risultati entrambi negativi, potrà considerato superato il periodo di quarantena richiesto nel Regno Unito.

Il giorno immediatamente successivo al suo rientro a Londra ha ricevuto una prima telefonata di controllo e per sentirsi ricordare le norme previste per l’autoisolamento. E’ molto probabile che il suo cellulare sia sottoposto al tracciamento per essere sicuro che egli non si sia spostato di casa.

Ora giunge notizia che il senatore Matteo Renzi è volato in Bahrain per assistere alla prima gara di quest’anno della Formula Uno.  Certamente, al ritorno in Italia, si metterà in quarantena per 15 giorni come ha dovuto fare mio figlio. O succederà come accaduto il 28 gennaio scorso allorquando, al rientro dall’Arabia Saudita dove si era recato per intervistare il principe saudita Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd, lo abbiamo visto al Quirinale partecipare alle consultazioni del Presidente Mattarella in occasione della crisi in cui era finito il Governo di Giuseppe Conte? Risulta che senatori e deputati possano viaggiare in lungo e in largo senza che per loro valgano le norme cui devono sottostare tutti i cittadini che tornano dall’estero?

G. I.

 

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