Nessuna persona di buon senso e di un minimo di capacità mnemoniche potrà dimenticare l’assalto al “Campidoglio” USA, cioè il Parlamento sovrano, ad opera di una masnada di estremisti fanatici e fuoriusciti di galera, nominalmente sovranisti che inneggiavano a Trump.

Altro episodio, assolutamente negativo ed altrettanto preoccupante, è l’offesa recentissima, solenne e pubblica, resa dal senatore Renzi al Presidente del senato, La Russa, seconda carica dello Stato, appellandolo “camerata”. Altrettanto (se non di più) grave la mancata risposta per le rime da parte dell’interessato, non tanto perché significa silenzio assenso, in quanto sostanziale ammissione di una nostalgia malcelata e forse mai repressa; piuttosto, perché tale fatto macchia gravemente la storia patria e parlamentare dell’Italia, ove mai si era verificato un episodio del genere! Se non tra “comuni” deputati e senatori nelle baruffe in aula, la qual cosa era comunque accettabile e non motivo di scandalo in un Paese democratico.

Va sottolineato che il Parlamento è la colonna portante, il centro nevralgico e vitale del nostro ordinamento, giuridico e istituzionale, secondo quanto disposto dal Titolo I, Parte II: non si tratta, perciò, di una gaffe secondaria. E se pensiamo all’abuso dela decretazione d’urgenza da parte dell’esecutivo o, più in generale, della autoritaria forzatura della maggioranza sui tempi e modalità nell’approvazione del nuovo PNRR e della legge finanziaria 2025, ci rendiamo conto della sostanziale sottomissione delle Camere al volere del Governo.

Nondimeno, appare affatto apprezzabile né il contenuto, né la forma adottati dal Presidente del consiglio nel corso della replica a Palazzo Madama in sede di approvazione definitiva della finanziaria. Ad un tecnico legislativo come il sottoscritto è risultata più una sorta di conferenza stampa (senza contraddittorio), con una serie di sottolineature fuori luogo e richiami polemici di carattere personale o a fatti di rilevanza comunitaria che i cittadini non possono neanche comprendere, oppure ne sono disinteressati. Esposizione che avrebbe dovuto delineare, semmai, molto meglio i provvedimenti concreti in tema fiscale, previdenziale e occupazionale.

Tutto ciò, tra perplessità, contraddizioni e carenze di qualità sotto il profilo etico, culturale e pubblicistico, non può che destare preoccupazione a chi osserva verso quale orientamento si sta muovendo il mondo europeo e atlantico, un modello di estremismo che, in fondo, non ci appartiene e non promette nulla di buono.

Michele Marino

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