Lo stato di fatto

Il Meridione d’Italia attraversa una crisi acuitasi con la formazione dello Stato unitario e non risolta dai vari governi che si sono succeduti. Dopo tangentopoli si sono varati interventi a pioggia che hanno alimentato l’involuzione delle classi dirigenti locali sempre più attente ai rapporti clientelari. La dispersione di tante risorse è servita unicamente a fidelizzare un’intesa tra politici ed elettori, effetto confermato da statistiche impietose che confermano il regresso complessivo della società Meridionale.

Le linee ferroviarie sono lo strumento essenziali per i trasporti commerciali, per via dei  costi ben più economici del trasporto su gomma. In Italia il trasporto delle merci è quasi sempre attuato su gomma appesantendo i costi dei nostri prodotti. Del resto il cosiddetto miracolo economico si è sviluppato soprattutto sull’espansione del trasporto privato e oggi il Paese paga costi assai elevati per scelte, allora probabilmente necessarie, ma oggi, non essedo più competitive, sono antieconomiche. Eppure proprio nel Meridione, governato dai Borboni, vide la luce la prima linea ferroviaria Italiana: la Napoli Portici

Da Reggio Calabria al Brennero

La rete dei trasporti commerciali ferroviari e navali e il loro stretta interazione, come la Cina sta dimostrando, è alla base dello sviluppo economico nel tempo di una esasperata commercializzazione globale.

In Italia il sistema ferroviario veloce si è fermato a Salerno nel versante occidentale, in quello orientale siamo al nodo ferroviario di Bologna, sempre ed esclusivamente per il trasporto passeggeri.

Per colmare questo gap tecnologico è’ necessario avviare una inversione di tendenza. E chi più delle reiette ferrovie Meridionali può offrire questa inversione propulsiva. Costruire una linea veloce per Passeggeri e merci, che da Reggio Calabria risalga verso nord, attraversando tutta la penisola per raggiungere Verona e da lì connettersi con l’Europa che conta. E’ questa la soluzione più efficace e più innovativa tra tutte le possibili scelte. Per il medio termine inoltre, non occorrerà separare il trasporto viaggiatori – merci. Questa direttrice, priva da troppo tempo di innovazioni su ferro, sarà a bassa intensità sia per il servizio passeggeri che per il trasporto merci e per anni, pur sviluppandosi progressivamente potrà assolvere egregiamente alle due funzioni. Una proposta alternativa, da Reggio Calabria a Salerno allacciandosi poi alla Napoli – Milano deve considerare che il tratto evidenziato di questa linea non è in grado di supportare il trasporto combinato di treni merci e treni passeggeri.

Il percorso.

 

A Reggio Calabria (1) o meglio a Villa San Giovanni  si appronteranno i convogli, con il coordinamento per i trasporti commerciali da e per la Sicilia, che risaliranno per circa 1200 chilometri fino a raggiungere Verona.

La prima tappa commerciale a Gioia Tauro (2) per trasportare o scaricare i container. Tappa intermedia  nell’area di Spezzano Albanese (R1) dove terminerà il tratto in comune con la futura Salerno-Reggio Calabria. In prossimità di Taranto (3) sarà collegata con una bretella alla città (R3), poi la linea andrà decisamente verso nord passando ad ovest di Bari (2), per incrociare con un interscambio (R2) la costruenda Napoli-Bari. Bypassare ad est Foggia (4) e risalire lungo la dorsale preappenninica. Attraversarla con epicentri in Chieti (5),  Teramo (6), Ascoli Piceno (7), Macerata (8), e collegarsi con una bretella (R4)  al porto di Ancona. Riprendere la risalita in prossimità di Urbino (9), attraversare la  pianura Padana lambendo Ferrara (10), per giungere al nodo ferroviario di Verona (11) ove potrà congiungersi con la ferrovia per il Brennero e con le altre linee internazionali in costruzione (Corridoio 5 e la Genova Amburgo) e da tutte queste verso il cuore dell’Europa.

La rete coordinata dei trasporti terra e mare

Per completare l’opera occorrerà tenere conto delle connessione con i porti principali

La linea veloce Napoli Bari è stata prevista per il solo trasporto viaggiatori. La sua costruzione procede a rilento (secondo consuetudine) per cui è ancora possibile, con costi contenuti, una sua trasformazione in una linea mista viaggiatori e merci che colleghi due dei maggiori porti del Sud Italia posti su due mari diversi.

L’interscambio tra questa linea e la Reggio Calabria – Verona avverrà in prossimità di Foggia attuando un collegamento diretto tra Napoli e Bari e i loro indotti  con il nord Europa,

Prolungando questa linea con il tratto Bari – Brindisi e considerando le bretelle per Ancona e per Taranto si attuerà una rete ferrovie, porti e i loro indotti commerciali.

Gli effetti immediati.

I container di Gioia Tauro verranno trasportati con un costo assai minore rispetto all’attuale trasporto su gomma. Si fermerebbe così l’inarrestabile declino di questo porto, poiché questa rivoluzione logistica determinerà una seria opzione al porto cinese del Pireo per in minor percorso nautico delle navi provenienti dal Mediterraneo occidentale. Inoltre da Gioia Tauro si potrà più velocemente raggiungere il cuore dell’Europa che conta rimettendo la nostra Penisola al centro dei commerci nel Mediterraneo. .

Analogamente per gli acciai dell’Ilva di Taranto, si potranno migliorare le capacità concorrenziali per i notevoli risparmi del trasporto degli acciai verso i potenziali clienti del centro Europa.

Infine il collegamento con i porti Adriatici consentirà una opzione per molti turisti in viaggio verso i rinomati luoghi del Mediterraneo orientale (Grecia e Turchia).

Gli effetti indotti

Questo sistema causerà, una volta attivato, una serie di effetti indotti, che, se adeguatamente accompagnati da strutture complementari, rilanceranno lo sviluppo turistico.

Un primo sicuro effetto riguarderà l’attrazione che questa linea avrà per il turismo europeo e internazionale. Per i turisti sarà più facile e piacevole raggiungere un territorio ricchissimo di storia e di arte, denso anche di beni paesistici (parchi e riserve naturali, grotte uniche al mondo, montagne splendide, aree costiere di notevole incanto).

Questo stimolerà interventi conservativi dei beni artistici, storici e ambientali. In parallelo si determinerà uno sviluppo delle strutture di ricezione turistica. Infine, verrà facilitato l’export di una produzione agricola di grande qualità, se si doteranno i produttori agricoli di un efficace supporto tecnico e scientifico.

Dallo sviluppo di tutte queste attività si creeranno stimoli efficaci per tanti altri settori.

La centralità della penisola Italiana.

L’asse portante di queste innovazioni, i 1200 chilometri di questa complessa operazione, che connette il Meridione d’Italia a Verona e da qui a tutta l’Europa, avrà costi pesanti. Le risorse che l’Europa mette a disposizione del Governo Italiano, il Recovery fund, costituiscono una occasione irripetibile per attuare questa il rilancio non solo per il Meridione ma per tutto il Paese anche grazie all’avvio di un sistematico trasporto commerciale su rotaia. Se attuate avremo la nostra “Ferrovia del Sole”.

Arturo Bodini

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