In un attimo si è aperto un altro, nuovo scenario a livello internazionale: la decisione, repentina, forse avventata, molto probabilmente superficiale adottata dalla presidente della Commissione europea, “sentito il Consiglio d’Europa” di stanziare 800 miliardi per riarmare le forze armate europee. Il tutto, udite udite!, senza uno straccio di politica condivisa, alias una difesa comune europea (mai esistita)! Anzi, alla luce di una gestione nella corsa agli armamenti degli ultimi tre anni che possiamo definire molto leggera o meglio sprecona, avendo saputo che un carro armato ci è costato anche sette volte il suo valore commerciale effettivo.

Facciamo un passo indietro e sotto il profilo strettamente giuridico si scopre che la procedura straordinaria di cui all’art. 122 del Trattato U.E. si riferisce a situazioni rischiose davvero straordinarie: “calamità naturali o circostanze eccezionali”. Sono quelle che consentono alla Commissione di scavalcare il Parlamento europeo nelle sue prerogative istituzionali. Quindi appare come una delibera illogica, prematura e inopportuna dato che la Russia non sta per invaderci, ma siamo praticamente noi europei che potremmo apparire come quelli che stanno dichiarandole guerra, direi spavaldamente e incoscientemente.

Nel contempo è del tutto evidente che occorra essere vigili e pensare ad una politica comunitaria per la difesa da eventuali aggressioni, tanto più che il nostro alleato, storico, gli USA, non sono poi così affidabili, neanche nell’ambito dell’alleanza NATO, quasi dimenticata da Trump.

E’, inoltre, comprensibile l’imbarazzo della presidente Meloni dopo essersi spinta in un abbraccio a rischio con il Presidente americano e con il suo Don Chisciotte, Musk. Tuttavia, dovrà pur fare esperienza e perciò dedurre da necessità virtù, riorientando la posizione dell’Italia in modo equilibrato e filo Nato (eviti di parlare sempre in prima persona in ambito comunitario, rappresentando ufficialmente la nostra nazione e quindi il governo, il Parlamento e lo stesso Presidente Mattarella).

Infine, nessuno di noi, persone di “buona volontà”, avrebbe mai immaginato nel 2025 che il vecchio, saggio continente a cavallo tra l’America e la Russia avrebbe svoltato così bruscamente a favore di un’escalation militare, inaudita ed economicamente enorme, alla faccia della spesa sanitaria e delle politiche sociali che ormai saranno estromesse, per forza di cose, dall’agenda di governo.

Michele Marino

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