In uno dei tanti accorati appelli per la Pace, il nuovo Pontefice ci ricorda giustamente la necessità di disarmare le parole.
Quanti seguono la politica, anche solo dal divano di casa, hanno la possibilità di assistere ad un’infinità di dibattiti in cui spesso, purtroppo, le affermazioni dei presunti esperti risultano incomprensibili perché le urla reciproche impediscono di capire qualcosa: piccoli siparietti, o meglio piccoli conflitti verbali, spesso sopra le righe e poco edificanti. Lo spettacolo, e forse l’ ”audience”, ne possono risultare avvantaggiati, ma la comprensione delle posizioni, punto fondamentale per cercare soluzioni, ne è spesso inficiata. Anzi, spesso interlocutori dalle opposte visioni vengono messi a confronto confidando nella rissa.
Ma ci sono anche casi in cui invece è possibile poter recepire una visione chiara e intellettualmente onesta, e questo può accadere, ad esempio, grazie alla grande compostezza e autorevolezza di personaggi quali Jeffrey Sachs. L’economista statunitense di origini ebraiche, membro della Pontificia Accademia delle Scienza Sociali, oltre ad essere uno dei massimi esperti di geopolitica a livello mondiale, è una persona dal riconosciuto rigore morale: questa cosa lo porta a sentirsi libero, da occidentale, di poter dire quelle verità che troppo spesso vengono sovvertite e che i nostri mezzi di comunicazione si guardano bene dall’affrontare.
Le sue tesi sono sostenute da una logica invidiabile, ma soprattutto dal fatto di non essere un commentatore qualsiasi, ma un vero protagonista e testimone sul campo di quanto accade dietro le quinte: questa sua prerogativa lo porta ad essere un lucido affossatore della troppa propaganda imperante, nonché sagace rivelatore delle tante mistificazioni e narrazioni di parte, insomma una mosca bianca.
Le sue affermazioni sono micidiali bordate verso un assillante pensiero unico. Sachs ci vuole far capire quale dovrebbe essere la visione politica salvifica per un piccolo pianeta sconvolto da troppo tempo da guerre troppo spesso create ad arte da personaggi negativi alla ricerca di profitti di vario tipo sulla pelle di popoli inconsapevoli. Tali personaggi si possono purtroppo avvalere di una formidabile schiera di sostenitori di grande obbedienza, alcuni magari in buona fede, mentre i più invece si rivelano portatori di tesi che sono esempio di malcelata faziosità.
Per spiegare meglio queste affermazioni, invito, chi volesse, ad ascoltare con grande attenzione il dibattito, dal minuto 65, nella trasmissione “ Piazza pulita” (CLICCA QUI).
Sachs, con la sicurezza olimpica di chi ben conosce i fatti, ma anche con il grandissimo coraggio di andare contro il pensiero unico del “main stream” occidentale, confuta le tesi faziose e guerrafondaie di editorialisti finalmente messi di fronte alle falsità e alla non coerenza delle loro affermazioni, ripetute peraltro ossessivamente nei loro articoli. Ne è un chiaro esempio l’utilizzo dell’argomento sul neo imperialismo russo, un’offesa all’intelligenza di tutti noi. La sua posizione, che è poi quella di molti tra i maggiori leader europei, può avere un unico sbocco realistico: la continuazione della guerra fratricida ad libitum, con la prospettiva dell’apocalisse finale. Tre l’altro, Sachs giudica il presidente ucraino alla stregua di un dittatore.
Riguardo il risultato delle trattative di Istanbul, era chiaro che l’aver minacciato preventivamente la Russia di ulteriori sanzioni, nel caso non avesse accettato una tregua di 30 giorni avrebbe portato inevitabilmente ad una frenata nelle trattative, perché la Russia lo avrebbe considerato un ultimatum. La mossa dei cosiddetti volenterosi (qualcuno usa altri aggettivi) non poteva, allora, che essere valutata come una provocazione strumentale, ben studiata, di chi vuole che continui una guerra insensata, magari solo per mettere le mani su 800 miliardi di euro.
Massimo Brundisini