Gran parte del merito della tenuta democratica del Paese va attribuito alla mossa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’adempimento del dettato Costituzionale nel corso della crisi del febbraio 2021. Quando constatò lo stato di impasse nel quale si trascinavano le trattative tra i partiti e decise di attribuire l’incarico di formare un nuovo Governo, senza una formula pre indicata e con la più ampia rappresentanza possibile, a Mario Draghi. La scelta cadde su di  una delle figure più autorevoli e rassicuranti sul piano internazionale per esperienza e relazioni.

Il Governo, in carica da quindici mesi circa, ha inciso positivamente nella lotta alla Pandemia, ha centrato gli impegni europei previsti per ottenere le erogazioni del Recovery Fund, New Generation Eu, ed ha riportato l’Italia, nel ristretto novero dei protagonisti dell’Europa, della Nato, nonostante il fatto che Mario Draghi non avesse a fianco istituzioni forti e una compatta struttura di Governo. Diverse le proposte del Presidente Draghi che stanno trovando consenso e conseguenti decisioni nelle varie sedi in cui sono state prospettate.  In queste settimane si sono moltiplicate le testimonianze del prestigio e dell’influenza che il Mario Draghi esercita a livello internazionale. La popolarità crescente nei sondaggi di Mario Draghi dice a chi vuole capire che gli italiani sostanzialmente chiedono equilibrio, concretezza, rispetto non solo formale delle istituzioni democratiche, azioni rivolte all’ottica dei risultati.[

Ammesso che fosse necessaria una controprova, questa ci viene fornita dal New York Times del 15 luglio, che, commentando la incredibile crisi di Governo aperta con la posizione del Movimento 5 Stelle, scrive di Draghi definendolo “un titano d’Europa, spesso chiamato Super Mario”. Il quotidiano statunitense legge la crisi come causa di potenziale instabilità per l’Europa e commenta che “la possibile uscita di Draghi apre la porta a forze che sono più bendisposte nei confronti di Putin”.

A chi sia contrario a Putin e alla sua guerra in Ucraina non resta che sperare che in occasione del prossimo mercoledì 20 Luglio e il ritorno di Draghi dinanzi al Parlamento, trionfino resipiscenza, saggezza, consapevolezza tra le forze politiche che componevano la maggioranza Draghi, con l’adesione, magari, di altri.

Massimo Maniscalco