La pressione fiscale è cresciuta nel 2024 al 42,6% con un più 1.3. Nell’ultimo trimestre è stata pari al 50,6%, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo ci dice l’Istat a dispetto delle promesse di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini e di Antonio Tajani. La prima è quella del “pizzo di stato”, il secondo quello della flat tax e il terzo il sempiterno successore di Silvio Berlusconi che, a parole, ha continuato a promettere la riduzione delle tasse per tutti.
Invece, il “pizzo” cresce. Soprattutto a carico dei soliti: quelli con gli stipendi fissi e la pensione. E questo mentre la vita diventa sempre più cara, la sanità è al disastro ed anche gli altri servizi pubblici essenziali diventano sempre più precari. Ma va tutto bene e i disastri finanziari di questi giorni non meritano l’allarmismo. C’è da chiedersi quale Paese pensano di governare da Palazzo Chigi e dal Tesoro di Via XX Settembre.
I dati Istat del passato trimestre non fanno sconti a questo Governo: il reddito disponibile delle famiglie è diminuito ancora dello 0,1% e la propensione al risparmio delle famiglie è in diminuzione dello 0,6%. I prezzi al consumo sono aumentati dello 0,5% rispetto al solo trimestre precedente provocando un’ulteriore flessione del potere d’acquisto dello 0,6%. Intanto, il carico fiscale per i profitti del settore finanziario restano sempre gli stessi, il 26%, e da sempre sappiamo dei livelli di fatturato e di utili raggiunti negli ultimi anni dal settore bancario italiano.
Ben sappiamo che una larga parte delle attività produttive destinate all’estero riceveranno un brutto colpo dai dazi introdotti da Trump e non sarebbe una cattiva idea prevedere dei ristori, così come accadde nel caso dell’emergenza Covid e della successiva fase iniziale dell’innalzamento dell’inflazione. Si tratta di tutelare settori che non possiamo certamente lasciare al loro destino. Vanno quindi trovate delle risorse aggiuntive, indipendentemente dal fatto che si riesca ad ottenere o meno una qualche tolleranza sui limiti fissati dal Patto di stabilità europeo, firmato da Giorgia Meloni e da Giancarlo Giorgetti. Vogliamo superare anche la soglia raggiunta in queste ore a carico dei soliti o ci si decide ad intervenire dove i soldi ci sono davvero? Più “pizzo di stato” per tutti, meno “pizzo” per tutti.
Infine un dubbio atroce. Ma non è che questi ci stanno caricando come muli adesso per poi, magari allentare i cordoni della borsa nell’anno prima di quello delle elezioni? C’è proprio da pensarne di tutte…