Concluso  con un nulla di fatto l’incontro delle Nazioni Unite organizzato in Arabia Saudita sulla desertificazione e noto come Cop16. 12 giorni che non hanno portato a nessun accordo. La riunione si era aperta con la diffusione di un rapporto delle Nazioni Unite nel quale si afferma che le siccità “alimentate dalla distruzione umana dell’ambiente” costano al mondo più di 300 miliardi di dollari ogni anno e che si prevede che esse colpiranno il 75 percento della popolazione mondiale entro il 2050.

Il mondo è impegnato dietro altro. E questo fallimento segue gli altri già registrati in precedenza ai tentativi di trovare una posizione comune sui cambiamenti climatici, la diversità biologica e la plastica, di cui pure noi abbiamo dato recentemente conto (CLICCA QUI).

Però, un comunicato stampa finale ci ha fatto sapere che sono stati comunque fatti “progressi significativi nel gettare le basi per un futuro regime di siccità globale, che intendono completare alla COP17 in Mongolia nel 2026”. Secondo gli studiosi, invece, sarebbe urgente ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terra entro la fine del decennio e andrebbero trovati almeno 2,6 trilioni di dollari per gli investimenti necessari.

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