L’istituzione Famiglia,  come la Scuola e la Società civile,  oggi devono subire alcuni cambiamenti, questi  tre soggetti, cioè, devono poter accogliere tra loro forme di apertura interconnessa. L’attuale crisi che viviamo, con alti indici di individualismo, ha contagiato ogni ambito del nostro vivere creando isole di incomunicabilità, paure e relazioni conflittuali scatenate da irresponsabilità reciproche della stessa famiglia, scuola e società.

Ecco allora che il tema dell’Educazione, compito peraltro iniziato dalla CEI per una decade che vede la sua conclusione proprio in questo anno 2020, deve poter essere il balsamo, l’unguento, il vaccino che potrà concorrere al risanamento di un Paese  colpito dal virus più temibile: il disorientamento valoriale.

È vero che ogni soggetto educativo ha il suo campo d’azione, il suo ambiente fisico, la sua collocazione territoriale. Ma occorre ricostruire, tra le parti, relazioni di fiducia, ritendere una specie di filo rosso di energia positiva che generi felicità, nutra e faccia crescere, con uno sguardo al futuro inondato di speranza.

Educare allora significherà scommettere sui tre contenitori educativi più importanti: la famiglia, la scuola e la società.

Famiglia –I genitori sono i primi educatori che guarderanno ai figli come soggetti da crescere in un clima felice all’interno del proprio nucleo familiare , possibilmente vissuto in una dimensione di coppia pronta alle sfide naturali del cammino a quattro gambe, che non si arrenda al primo vento contrario perchè abituata in un contesto sociale dell’usa e getta. Ma con un’attenzione perché l’equilibrio familiare , che scaturirà da una educazione amorevole, trasformi i ragazzi ,una volta accompagnati all’esterno della famiglia, in  alunni portatori sani di stile ed equilibrio all’interno del proprio gruppo classe, quale prima esperienza di apertura al mondo circostante.

Scuola- Il  contesto scolastico accogliente, attraverso l’educazione alla conoscenza, dovrà consolidare il bagaglio di ogni alunno e non attaccare o rovinare l’equilibrio dei ragazzi. Questo perché è dovere della famiglia costruire le fondamenta esistenziali di ogni nascituro, alla scuola il compito poi di ampliare l’offerta formativa dei ragazzi attraverso l’utilizzo dei saperi, con quella caratteristica tipica dei docenti che dovranno suscitare e accompagnare il desiderio di conoscenza dei ragazzi, mai mortificare, demolire o traghettare ideologicamente la sacra interiorità dei giovani. La Scuola solo così potrà avvalersi dell’essere una Comunità educante e non solo luogo delle notizie inculcate ed il vero successo formativo sarà, nel percorso di scuola, l’aver saputo coniugare in ogni studente l’ Avere una cultura all’Essere  un cittadino del Bene.

Società- Arrivati ad una certa età la società, accoglierà questi giovani presentando loro il proprio capitale culturale, lavorativo, politico e religioso di appartenenza. Non rinunciando alle proprie radici ogni popolo dovrà educare i suoi giovani alla bellezza, alla storia, ai significati del proprio territorio, con uno sguardo e un’attenzione al mondo perché tutti si sentano protagonisti del domani e non spettatori inconsapevoli di quello che l’ agire disonesto potrebbe suscitare.

Il vero problema oggi è che un ragionamento del genere non possiamo più darlo per scontato, il più dei genitori non vive  l’educazione dei propri figli come un esercizio di buone pratiche che diventerà poi fonte di bene  per la stessa società. Valori come onestà, verità, coraggio, solidarietà ,senso del dovere devono essere seminati e coltivati in famiglia e  tutto questo campionario esistenziale perché vitale, deve ritornare ad essere capitale umano. Compito della scuola è consolidare lo stile educativo ricevuto attraverso l’esercizio quotidiano di questi valori. La società offrirà poi tutti quei contesti perché la crescita del proprio Paese possa essere caratterizzata dalla scelta di vita che ogni giovane avrà diritto di compiere in base alle proprie esigenze. Non è uguale poter scegliere un lavoro, sposarsi, vivere una propria spiritualità e non essere messo in grado di poter esercitare questa libertà.

L’agenda di ogni istituzione, soprattutto quella politica, dunque, va riaperta sul tema educativo, in modo trasversale, altro tempo non ne abbiamo. Ne hanno bisogno gli adulti, ormai delusi e rinchiusi in abiti di eterna gioventù. Ne hanno bisogno i giovani ai quali mancano modelli di riferimento e occhi per guardare al futuro. Ne hanno bisogno gli anziani ai quali stiamo chiedendo molto, troppo forse e sono stanchi di attendere qualcuno che li possa liberare dal peso di essere spesso l’unico sostegno vitale e morale al quale aggrapparsi.

Famiglia, Scuola e Società, una triade da rieducare dunque, con movimento circolare.

Eleonora Mosti

 

About Author