Il Cardinale Pietro Parolin ha dichiarato che è difficile credere che la cannonata che ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia di Gaza sia stato un errore, come dichiarato da Netanyahu. Forse per gli israeliani l’errore è stato quello di mancare la croce, sfiorata miracolosamente solo di un soffio: anche gli israeliani hanno dei limiti.

Ho anche pensato che potesse essersi trattato dell’iniziativa di un singolo, anche perché da qualche tempo si denuncia a Gerusalemme un’odiosa pratica, quella cioè di sputare sui religiosi cristiani, e questo spiegherebbe molte cose.

Che l’offensiva non si fermi davanti a niente e nessuno è ormai evidente: una testimonianza del disumano e inumano strazio infinito è riportata dalla CNN (CLICCA QUI).

È allora possibile trovare una motivazione ai tanti orrori a cui assistiamo da troppo tempo?

Attualmente è facile imbattersi in analisti che paragonano le presenti atrocità a quelle perpetrate dal nazismo, ma come allora le posizioni fortunatamente non sono univoche: riporto di seguito un brano di un articolo che può ridarci un po’ di speranza e fiducia nell’Umanità (CLICCA QUI).

ArikAscherman, un rabbino israeliano di origine americana che ha fondato l’organizzazione ebraica per i diritti umani ToratTzedek– o Torah della Giustizia – si è rivolto ai membri di Reform for Human Rights, una nuova organizzazione di ebrei canadesi nel movimento di riforma liturgicamente liberale dedito alla difesa dei diritti umani dei palestinesi. 

Ascherman, che trascorre molto tempo in Cisgiordania con attivisti ebrei e palestinesi urbani per creare una “presenza protettiva” contro la violenza dei coloni, è stato recentemente incarcerato per aver violato il divieto di 15 giorni di ingresso in Cisgiordania

Sempre Ascherman, commentando la Torah, e riferendosi all’attuale guerra, ha detto, fra l’altro: “Un giorno usciremo dall’arca (facendo un paragone con l’arca di Noè dopo il diluvio) sia nella comunità internazionale che forse in Israele, e vedremo cosa abbiamo fatto sotto la copertura di questa guerra e per molti anni alcuni di noi saranno indignati. Inizieremo a puntare il dito contro i terribili coloni e i nostri terribili governi. Ma se non avessimo fatto nulla per fermarlo, dovremmo prima di tutto puntare il dito contro noi stessi e dire: “Cosa abbiamo fatto per protestare, per fare tutto il possibile per fermare tutto questo?”.

Ma forse la spiegazione a tutta questa inumana e inusitata violenza è più semplice di quanto possiamo immaginare: il 23 settembre 2023, prima dell’assalto di Hamas, il Primo ministro israeliano aveva presentato alle Nazioni Unite una mappa del nuovo Medio Oriente dove non esisteva più la Palestina (CLICCA QUI).  Durante il suo discorso di circa 25 minuti, Netanyahu ha parlato di una nuova regione mediorientale dove la Cisgiordania occupata e la Striscia di Gaza assediata avrebbero fatto parte di Israele.

Per chi volesse approfondire questa inquietante concomitanza, ma anche registrare i dubbi di autorevoli esponenti israeliani sull’incredibile  falla nella sicurezza di Israele, allego i link di due articoli scritti in quei giorni, dove riporto anche le posizioni di Noam Chomsky (CLICCA QUI).

Una volta compresi gli obiettivi, e di fronte ai metodi messi in atto per raggiungerli, l’Europa, che sostanzialmente assiste in silenzio, dovrebbe decidere di cercare di far valere quei valori che sbandiera, spesso a sproposito, e in ogni occasione. I modi sono tanti e non voglio togliere il mestiere a nessuno.

Massimo Brundisini

 

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