L’iniziativa che la Segreteria collegiale di INSIEME ha assunto nei confronti di movimenti, associazioni e forze politiche che si richiamano ad una visione cristiana della vita e della stessa politica, non nasce a caso. Nasce in un momento del tutto particolare, in un quadro internazionale scomposto e scivoloso, privo perfino di quelle regole convenzionali e pur non scritte che consentirono ad USA ed URSS, infine concordemente, di non trascinare il mondo in un tragico olocausto nucleare, al tempo della “guerra fredda”.
Oggi camminiamo tra guerre aperte, in un precario equilibrio sul filo di un rasoio, esposti al rischio che l’ uno o l’ altro dei conflitti che appesantiscono il mondo faccia da collante tra i vari pezzi della “terza guerra mondiale” temuta da Papa Francesco, precipitando l’umanità in una condizione di belligeranza diffusa ed incontrollabile.
Nasce dalla convinzione che i cattolici, pur nell’articolazione plurale delle loro opzioni politiche, non possono, in ogni caso, concordemente alla Dottrina Sociale della Chiesa, far altro che ricondurle ad un principio superiore di carattere morale, che trascende la contingenza dell’ accadere politico quotidiano, e li impegna secondo una prospettiva comune di rispetto della vita, della dignità incontrovertibile della persona, di salvaguarda delle norme del diritto internazionale a prescindere dalla natura e dalla fisionomia degli apparati istituzionali che vigono in questo o quel Paese.
Nasce, infine, sul presupposto del ruolo di grande rilievo che, attraverso i suoi maggiori leader, la cultura politica dei cattolicesimo-democratico ha sostenuto in modo particolare nel Mediterraneo, secondo un atteggiamento di apertura al dialogo con tutti gli attori di tale contesto, a cominciare dai Paesi arabi.
L’ Italia, in quei primi decenni del secondo dopoguerra, ha saputo alimentare una disegno euro-mediterraneo che ha disturbato non poco le medie e grandi potenze del tempo, convinte di poter asservire il “Mare Nostrum” a strategie funzionali ai loro interessi.
La politica estera italiana di quegli anni è stata ben più audace ed autonoma, pur nel quadro degli accordi atlantici, di quanto comunemente si pensi e tale coraggiosa indipendenza, non a caso fin da allora, è stata messa in conto, in modo particolare, al Presidente Moro. Valgano per tutte queste parole che, da Ministro degli Esteri, pronunciò- eravamo nel luglio ‘71 – nell’ aula di Montecitorio, riferendosi alla politica estera italiana di quegli anni : “…..costantemente dedicata alla ricerca della pace e della cooperazione internazionale. Queste parole possono apparire convenzionali. Ma nel caso dell’ Italia esse corrispondono, oltre che ai radicati sentimenti del popolo italiano, ai suoi interessi più veri.
Essere convinti che il massimo interesse del nostro popolo è che la pace prevalga nel mondo e particolarmente nel
continente europeo e nel Mediterraneo, non vuole d’ altronde dire che noi dobbiamo rinunciare alla difesa intelligente ed equilibrata dei nostri interessi”.
L’iniziativa che INSIEME ha assunto intende essere un modestissimo omaggio alla memoria di quei grandi statisti; un tributo alla cultura politica del cattolicesimo democratico e popolare tuttora viva e soprattutto un invito a riprendere, in un contesto affatto nuovo, una linea di pensiero e d’ azione che sia in grado di farsi carico delle sofferenze disumane di popoli interi, di Gaza e di Kiev, delle tante guerre che insanguinano il mondo e di cui pure mai ci occupiamo.
La pace è una costruzione mai del tutto compiuta, in ogni momento fragile, da custodire giorno per giorno, della quale spetta ad una politica che sia all’ altezza del suo rango, prendersi costantemente cura.
Domenico Galbiati