Il nostro amico Luigi Bottazzi ha dato alle stampe il libro dal titolo “ Un’esperienza di formazione sociale e politica- I Gesuiti a Reggio Emilia” con una prefazione a firma di padre Arturo Sosa S.J. Preposito Generale della Compagnia di Gesù.

Erano gli anni’60 quando la società italiana manifestava  i primi vigorosi processi di cambiamento nel nuovo clima innescato dal Concilio Vaticano II. Come spiega Luigi, il volume, edito da Gianni Bizzocchi Editore, costituisce una “ una ricerca storica, in larga misura inedita, sulla presenza, sulla attività e, più in generale, sulla “missione” a Reggio Emilia dei Padri Gesuiti che provenivano dal Centro San Fedele di Milano. La loro sede era nel nuovo Centro del Sacro Cuore, aperto nel 1958, a Baragalla di Reggio Emilia dove vide la luce la  Scuola Superiore di Scienze Sociali preposta , “a preparare i giovani cattolici alla migliore assunzione delle responsabilità pubbliche” offrendo “un sicuro orientamento ideologico per una esatta comprensione della vita politica contemporanea da considerarsi indispensabile a chiunque voglia operare in senso cristiano per il bene della società”. La “Scuola “ costituì la prima sistematica esperienza italiana di formazione socio-politica in campo cattolico. 

Di seguito proponiamo la presentazione del volume.

 

Una realtà dimenticata o , comunque, poco conosciuta quella della presenza a Reggio Emilia della Compagnia di Gesu’, i cui membri (Padri e Fratelli)provenivano dal Centro San Fedele di Milano, noti come editori della rivista “ Aggiornamenti Sociali “. I Padri Gesuiti furono accolti provvisoriamente nei  locali dell’ ex-Seminario Urbano di Albinea,dal 1954 al 1958,  per volontà del Vescovo Beniamino Socche . Lo stabile era stato lasciato libero dalla Curia locale perché trasferirono, sacerdoti ,docenti e seminaristi , nel nuovo Seminario in circonvallazione alle porte della città. Il primo nucleo dei gesuiti si trasferì poi nella nuova “ Casa “ denominata Centro del Sacro Cuore  in località Baragalla.

Una moderna ( per allora ) costruzione edificata sui terreni del beneficio parrocchiale di Rivalta, su progetto dell’ architetto Pierluigi Giordani , ad opera dell’impresa reggiana Pierino Benassi. La missione che era stata affidata ai Gesuiti venuti a Reggio, per volontà dello stesso Papa Pacelli ma con felici intuizioni di grandi personalità religiose e laiche del tempo ( Mons. Montini, Mons. Pignedoli, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati) consisteva in un ampio spettro di azioni e di iniziative su tutto il territorio emiliano ( ritiri ed esercizi spirituali, scuola di formazione sociale per giovani laici e preti, conferenze ed incontri di associazioni cattoliche, gruppi di preghiera e di apostolato fin nelle più lontane parrocchie di montagna, ecc. ). Erano proprio quei territori che vedevano una massiccia presenza del potere comunista ed una  insidiosa azione formativa e culturale anti-religiosa che  ammaliava la “masse “ popolari, a partire dai risultati elettorali fino a dominare ogni angolo della vita sociale.

In grande sintesi si può tratteggiare così la presenza del Gesuiti nella  realtà locale reggiana, tenendo presente che avevano lasciato la città nel lontano 1859, a seguito della Unità d’ Italia e delle prime leggi di confisca dei beni ecclesiastici.

Il 10 maggio 1956 in località Baragalla , avviene la posa della prima pietra da parte di Mons. Beniamino Socche, Vescovo di Reggio Emilia, dell’erigenda Casa del Sacro Cuore, a cui diede un forte impulso il primo “ superiore “  Padre Vito Maria Lorenzi s.j. ( 1914 – 2004 ). Il 28 ottobre 1956 con un suggestiva cerimonia  nella piazza del Duomo a Reggio,  Papa Pio XII da Roma accende via radio la lampada multicolore posta davanti alla statua del Sacro Cuore di Gesù ( opera della nota scultrice  Carmela Adani )  poi innalzata su apposito traliccio, come simbolo di amore nella fede verso le genti emiliane ancora abbacinate dal verbo materialista e comunista. L’inaugurazione ufficiale del Centro ha luogo il 25 aprile 1958, con un intenso discorso del Card. Giacomo Lercaro di Bologna durante la S. Messa concelebrata dai Vescovi della regione, con la consacrazione dell’ Emilia al Sacro Cuore di Gesù.

La Scuola Superiore di Scienze Sociali ( 1959-1966), fu uno dei progetti formativi di eccellenza per qualità di docenti e per  le modalità didattiche, impostata e diretta dal Prof. Padre Luigi Rosa s.j. ( 1920-1980). La prima del genere sorta nell’ ambito della Chiesa italiana, rivolta alla formazione dei laici cristiani . Essa  nasce in quel contesto per volontà ed il sostegno dei Vescovi dell’allora Regione Ecclesiastica Emiliana ( Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio Emilia, Guastalla, Carpi, Modena ) e con il plauso di eminenti personalità quali il Card. Montini, Mons. Pignedoli, l’ On. Fanfani e il Prof. Lazzati , affidandone la direzione ai Padri  Gesuiti, attraverso la lungimirante e tenace azione. il primo anno accademico il 14 novembre 1959  con una prolusione di Mons. Prati, Vescovo di Carpi , e la lezione magistrale affidata al Prof. Lombardini dell’Università Cattolica di Milano.

Secondo lo statuto la Scuola “concorre a preparare i giovani cattolici alla migliore assunzione delle responsabilità alle quali sono chiamati come cittadini dello Stato democratico “. Ma fu anche una novità nel campo degli studi sociali in senso più ampio, diremo laico.

Il modello formativo dei gesuiti del 1959, ideato principalmente da Padre Luigi Rosa ( teologo morale e giurista) e dal sociologo prof. Giorgio Braga, venne in parte sviluppato, per quanto riguarda le materie accademiche classiche ( diritto, economia, sociologia, storia, antropologia culturale) nei primordi della nascente facoltà di sociologia a Trento, dove  Giorgio Braga, assunse nel 1962 l’ incarico del vice-direttore dell’ Istituto Superiore di Scienze Sociali  a Trento .

Il Centro dei Gesuiti fu dunque nell’insieme una vera novità, un realtà viva, dinamica , aperta al vento dello spirito conciliare “giovanneo” e ai mutamenti della società italiana, una fucina  di nuove iniziative parrocchiali e locali nel campo della catechesi, della pastorale e delle cultura non solo sociale ( es. cineforum ), promuovendo ed ospitando ad es. un Istituto di pastorale e di scienze sociali per il Clero “ Giovanni XXIII “, ed un servizio di predicazione,un calendario di esercizi spirituali , una serie di incontri specializzati e convegni di associazioni di ispirazione cristiana (Giac,  Acli, Laureati di A.c, Fuci, ecc.) e della Dc locale e regionale.

I tempi però cambiarono, forse in modo più veloce del previsto, mutò il contesto ecclesiale, l’associazionismo cattolico entrò in crisi, subentrarono altre agenzie formative anche in ambito socio-politico, il “servizio “ religioso e spirituale che i Gesuiti avevano portato con competenza e  generosità in terra emiliana venne gradualmente disatteso, incontrando se non ostacoli certo molte disattenzioni da parte anche del clero locale. La Scuola, dopo sette anni accademici, che aveva gettato tanti “semi “ di valida ed alta formazione sociale chiuse i battenti nel  giugno 1966.

I Gesuiti lasciarono ufficialmente (e in punta di piedi …) Reggio Emilia e il Centro del Sacro Cuore il 12 ottobre 1975 ; una S. Messa di saluto si tenne solo nella  Parrocchia di Rivalta per esprimere la gratitudine di tutta la comunità ai Gesuiti. Il Vescovo Mons. Gilberto Baroni eresse con proprio decreto il 17 maggio 1978 la Parrocchia di Baragalla dedicandola al “ S. Cuore di Gesù”.

 

 

 

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