“Quattro anni fa, Caritas Internationalis lanciò una campagna a livello globale con l’ambizione di creare ponti di speranza tra isole separate dalla paura. Ci siamo dati alcune sfide: non solo vedere i migranti, ma guardarli con compassione; non solo sentire la loro voce, ma ascoltare le loro storie e preoccupazioni, fermandosi, come il Buon Samaritano, e vivendo un momento di comunione con loro”. Lo ha detto il Cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente di Caritas Internationalis, presentando i risultati della Campagna internazionale di Caritas Internationalis “Share the Journey – Condividiamo il viaggio”.

A distanza di 4 anni – ha aggiunto il porporato – questa campagna “ci ha aiutato a raggiungere i migranti, ad abbracciare le loro povertà e sofferenza, a sollevarli con la convinzione che non sono numeri, ma persone con nomi, storie e sogni, e a vedere in loro Gesù Cristo che da bambino si rifugiò in Egitto con i suoi genitori”.

“Crediamo che attraverso questa campagna – ha proseguito il Cardinale Tagle – la Caritas abbia contribuito a sviluppare e diffondere una nuova cultura a livello globale, una cultura viva dell’incontro personale, una nuova visione di accoglienza della persona umana nel migrante”.

Questa campagna – ha concluso il Cardinale – è stata “un grande momento di incontro, solidarietà e soprattutto espressione dell’amore della Chiesa” per migranti e rifugiati. “Cristiani, musulmani, indù, seguaci di altre religioni e non credenti sono stati accolti come persone umane. In un momento in cui il COVID-19 dovrebbe portare alla solidarietà globale, e nello stesso momento in cui gli Stati sono più interessati a proteggere i propri cittadini, con il rischio di intensificare l’egoismo e la paura degli estranei, la fine della campagna globale di Caritas Internationalis è un invito a continuare a condividere il viaggio con i migranti, specialmente in questo momento più difficile. La campagna termina formalmente, ma la missione continua. Il Santo Padre Papa Francesco è stato fonte di ispirazione per la nostra campagna”.

L’obiettivo di Share the Journey – ricorda un comunicato di Caritas Internationalis – era di creare spazi e opportunità di incontro tra migranti, rifugiati e comunità locali, promuovendo la cultura dell’incontro e della conoscenza reciproca. Incontrare un migrante, accoglierlo nella propria comunità e riconoscere i suoi diritti e la sua dignità nonché l’unicità della nostra umanità. Sono state queste le linee chiave che hanno guidato le 130 iniziative realizzate nell’ambito della campagna globale dalle 162 Caritas nazionali appartenenti alla confederazione ed operanti in tutto il mondo. La campagna ha visto anche il sostegno di altre realtà quali la rete ecumenica Act Alliance e alcuni organismi delle Nazioni Unite come la FAO o l’UNHCR. Molte delle attività hanno previsto il Condividere un Pasto (Share the Meal) con dei migranti e rifugiati al fine di conoscerli.

Caritas Internationalis – conclude la nota – proseguirà a condividere il cammino con migranti, rifugiati e sfollati interni. La confederazione è attiva nei loro Paesi d’origine, promuovendo programmi volti a sradicare le cause della migrazione; accompagna i migranti nei Paesi che attraversano lungo il loro viaggio, offrendo loro cibo e acqua, un luogo in cui vivere, supporto psicologico e anche informazioni circa i loro diritti e i pericoli in cui incorreranno lungo la loro strada; e accoglie i migranti nei Paesi di arrivo, aiutandoli a integrarsi. Caritas continuerà inoltre a sostenere con e per loro percorsi regolari e sicuri di migrazione e per una maggiore protezione, sollecitando i governi a riconoscere il loro diritto alla cittadinanza nelle comunità ospitanti e, infine, assistendoli al ritorno volontario.

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