Il calo demografico è ormai una realtà in più di 30 paesi in tutto il mondo, dalla Cina alla Repubblica Ceca a Cuba. I tassi di fertilità stanno diminuendo più rapidamente del previsto, diventando una questione politica di grande attualità. I governi odierni si trovano ad affrontare una serie di questioni spinose su come potrebbero essere implementate politiche sostenibili in materia di immigrazione, forza lavoro e pensioni, e su come convincere un pubblico scettico.

Questo il nucleo centrale della presentazione del Rapporto Ipsos 2025 sulle generazioni (per la versione completa in lingua inglese CLICCA QUI). L’Ipsos è una delle principali aziende globali specializzate in ricerche di mercato, analisi di opinione e consulenza strategica.

Con un’età media che in molti Paesi supera ormai abbondantemente i 40 anni, la realtà della popolazione odierna pone interrogativi importanti anche per le aziende. Un’eccessiva attenzione alle etichette generazionali frena i marchi, facendo perdere loro delle opportunità? Per molti prodotti, servizi o categorie potrebbe essere necessario un approccio più “senza tempo”, che identifichi esigenze e valori universali che siano comuni a tutte le fasce d’età.

Il rapporto di quest’anno include uno speciale sulla generazione X ( i nati tra il 1965  e il 1980). Plasmati dal contesto sociale e culturale della loro giovinezza negli anni ’80 e ’90, oggi le persone di età compresa tra 46 e 59 anni detengono un potere significativo quando si tratta di ruoli di leadership in politica, negli affari e nella vita familiare. In Europa sono più numerosi della Generazione Z (i nati tra il 1997  e il 2012). Stiamo dedicando loro abbastanza attenzione?

L’esame ha affrontato anche l’evoluzione degli atteggiamenti verso l’invecchiamento, compreso il significato di questo concetto in diversi paesi e culture. La definizione di “vecchiaia” varia dai 60 anni in Malesia ai 73 anni in Italia. Nel frattempo, ho notato che l’età minima per diventare CEO secondo i francesi e gli indiani è di 33 anni, mentre in Ungheria, Corea del Sud e Turchia ci si aspetta che i propri dirigenti aziendali abbiano 40 anni o più!

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