E’ impressionante come questo nostro povero Paese sia costretto ad ingoiarne di tutte. Soprattutto a causa di una complessiva classe dirigente avvitata su se stessa, sui propri equilibri, sulla mancanza di una visione generale prospettica in grado di tener conto di ciò che di nuovo emerge modificando nel profondo la geopolitica, gli scambi, i processi produttivi, la scienza e il digitale.

Sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà sanitarie finite, inevitabilmente, per divenire, a causa della gran quantità di risorse coinvolte, quello che può essere definito “l’affare del secolo”. Altrimenti non ci si spiegherebbe la natura e la profondità della crisi politica che stiamo vivendo. Così ai problemi del Paese si risponde senza dare al Recovery Fund quella sostanza strategica di cui si avrebbe bisogno.

Sta intanto esplodendo nuovamente un antico “bubbone”. Quello che s’inanella e si ripresenta da decenni senza che lo si affronti e, possibilmente, lo si sani come richiede l’evoluzione di una società moderna come la nostra. Mi riferisco alla Giustizia di cui si sottovaluta o si trascura il rilievo che essa ha per l’immagine del Paese, per l’incidenza sull’attività di contrasto dei reati, soprattutto quelli connessi alla criminalità organizzata che tanto preoccupa l’opinione pubblica la quale, però, vive intensamente l’insicurezza provocata anche dall’altrettanto non adeguatamente contrastata microcriminalità.

Parlare di Giustizia, però, significa più in generale farsi carico in un ambito collettivo delle litigiosità private e del loro riverbero sulle relazioni economiche e sulle garanzie che nel mercato debbono essere assicurate a tutti gli attori che vi intervengono e, dunque, significa riferirsi a tutto il reticolo di relazioni che intercorrono nel corpo economico, sociale e civile.

Da giorni si legge e si sente parlare Luca Palamara che ha dato alle stampe un libro intervista, intervistatore è Alessandro Sallusti( “Il sistema. Potere, politica, affari : storia segreta della magistratura italiana”, Rizzoli ), che fa addentrare nei meandri del mondo della Giustizia “vera” italiana finita a ritrovarsi anni ed anni luce lontana da quella idea platoniana del suo coincidere con il Bene e che costituisce una parte sostanziale di un sistema democratico veramente tale il quale non può essere ridotto alla pura importante espressione di un voto.

E’ evidente che, con Luca Palamara, ci troviamo di fronte a un personaggio che vive una fase particolarmente drammatica. Sente di essere l’unico a pagare per un sistema di cui è stato parte dirigente e, pertanto, vuole mettere tutto in piazza. Io non sono in grado di valutare quel che leggo nei minimi dettagli, ma colpisce ciò che dice a Il Dubbio l’ex Presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, dopo aver letto Palamara: ” Se i fatti descritti in quel libro riguardassero alti consessi, si sarebbero immediatamente aperti procedimenti penali”. Già!

Da cittadino e da contribuente mi attendo che quella della Giustizia non sia ridotta alla questione di cambiare il ministro Bonafede o alla prescrizione e che, finalmente, chi difende l’autoregolamentazione quale elemento fondante dell’equilibrio tra i poteri dello Stato cominci davvero a guardare con decisione e andando fino alle estreme conseguenze dentro se stesso.

Intanto, vediamo che gli uomini della politica italiana continuano a misurare, o a non considerare affatto, il tema Giustizia se non sulla base dei loro interessi e di come tanti magistrati siano pronti a “vendersi”. Il dire, come fa Palamara, “così fan tutte”, o al contrario ripetere la giusta osservazione che la maggioranza del “corpo” in questione è sano, non serve a molto. Cose che scorrono sui giornali da uno scandalo all’altro.

Dal racconto di Palamara si capisce, infatti, quanto sia stato calpestata e distorta la divisione dei poteri costituzionalmente fissata a presidio della tutela delle istituzioni e di noi tutti. Dice l’ex componente del Csm: “La verità è che dietro ogni nomina c’è un patteggiamento che coinvolge le correnti della magistratura, i membri laici del Csm e, direttamente o indirettamente, i loro referenti politici, e ciò è ampiamente documentabile”. Purtroppo, è vero: l’andazzo è documentabile!

Palamara ne dà una spiegazione un po’ particolare, ma che traduce bene la realtà delle cose: “Loro ( si riferisce ai politici, ndr ) arrivano al governo dalla mattina alla sera senza aver mai messo il piede fuori da Firenze e cercano a Roma una sponda nel «Sistema» con il quale, come vedremo, vanno subito in conflitto”.

Io non sono un giurista o uomo di legge, ma credo che il libro di Palamara ci dica solo, e definitivamente, che immediati interventi chirurgici sono necessari e che essi dovrebbero far parte degli accordi di Governo: eliminare le correnti che dividono i magistrati modificando radicalmente le elezioni del Consiglio superiore della magistratura e le regole su cui si regge l’Associazione nazionale magistrati ( non è un caso che Palamara dica: “Le correnti sono il centro del potere” per poi raccontare di come funziona il sistema, da un lato, ai fini del proselitismo diretto soprattutto verso i giovani magistrati, dall’altro, per influenzare addirittura le conclusioni cui giunge la Corte costituzionale), dividere il Consiglio Superiore della magistratura in due parti, tra quello che raggruppa i magistrati giudicanti e quelli inquirenti, regolamentare in maniera diversa le nomine delle procure, riequilibrare il rapporto tra queste ultime e i magistrati giudicanti cui non sono assicurati quei mezzi e strumenti che dovrebbe assicurare loro la capacità di porsi come elemento terzo tra accusa e difesa.

Giancarlo Infante

 

E’ utile riandare ai principali interventi che nel passato Politica Insieme ha pubblicato in materia:

LA CRISI DELLA MAGISTRATURA SPECCHIO DI QUELLA PIÙ GENERALE DELLA GIUSTIZIA  https://www.politicainsieme.com/la-crisi-della-magistratura-specchio-di-quella-piu-generale-della-giustizia/

L’AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA È SACROSANTA. LA GESTIONE DELL’AUTONOMIA È DIABOLICA – DI ALESSANDRO DIOTALLEVI  https://www.politicainsieme.com/lautonomia-della-magistratura-e-sacrosanta-la-gestione-dellautonomia-e-diabolica-di-alessandro-diotallevi/

PER UN CSM NON POLITICO – DI ALFREDO DE FRANCESCO https://www.politicainsieme.com/per-un-csm-non-politico-di-alfredo-de-francesco/

LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI NON PUÒ ATTENDERE. ANCHE LA COSTITUZIONE LA IMPONE – DI CARMELO RINAUDO  https://www.politicainsieme.com/la-separazione-delle-carriere-dei-magistrati-non-puo-attendere-anche-la-costituzione-la-impone-di-carmelo-rinaudo/

CONTINUIAMO SULLA GIUSTIZIA: DEFINIRE IL ” RUOLO” DEL GIUDICE- INTERVISTA A CARMELO RINAUDO  https://www.politicainsieme.com/continuiamo-sulla-giustizia-definire-il-ruolo-del-giudice-intervista-a-carmelo-rinaudo/

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