Finalmente, per una volta, devo trovarmi d’accordo con la on. Giorgia Meloni almeno su un punto. Questo caso più unico che raro è provocato dalle sue dichiarazioni sul caso Palamara ( CLICCA QUI ). Giorgia Meloni ha ragione  quando chiede ” le dimissioni immediate di tutti i magistrati coinvolti nello scandalo”.

Meno d’accordo sono quando sostiene la necessità che i componenti del Consiglio superiore della magistratura siano scelti con l’estrazione a sorte. Dopo la lotteria degli scontrini c’inventiamo quella delle toghe del Csm?

Abbiamo più volte scritto sulla necessità che si eliminino le correnti dei magistrati perché esiste l’ irrisolto problema dei rapporti tra Politica e Giustizia ( CLICCA QUI ) ed è per questo che quelle correnti  hanno finito per essere costituite sulla base di scelte ideologiche e per organizzarsi in termini di conventicole di potere lasciando spazio a pratiche al limite dell’osceno.

Abbiamo anche sostenuto la necessità che si arrivi ad una separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e quelli giudicanti ( CLICCA QUI ). Questo significa il riconoscere che si sono magistrati e magistrati e che non tutti i magistrati sono uguali al punto di scegliere, tirandoli a sorte, i destinati ad esercitare la delicatissima e costituzionale rilevante funzione dell’autoregolamentazione di uno dei poteri dello Stato.

Non è sicuramente questa l’intenzione di chi sostiene la lotteria delle toghe, ma si potrebbe giungere alla conclusione che si pensi ad una soluzione di tal fatto sulla base di un giudizio generalmente negativo su una categorie che svolge una funzione cruciale per la vita del paese e persino per garantire il sistema democratico sin dalle sue fondamenta.

Noi riteniamo che la stragrande maggioranza della categoria dei giudici e dei procuratori sia fatta invece da persone rette e valide, purtroppo travolte da un sistema tenuto artatamente in piedi per provare a piegare l’amministrazione della Giustizia ad interessi di parte e sempre mantenuta in uno stretto rapporto di relazione con la Politica, al punto che non si riesce più a capire chi sia la vittima e chi il carnefice.

Allora è meglio pensare ad sistema di elezione del Csm sulla base di una lista aperta costituita da tutti i magistrati in funzione affidando la scelta a criteri di valutazione delle qualità dei singoli magistrati e con la speranza, ma ci si potrebbe avvicinare alla certezza, che una volta disarticolate le correnti vengano mandati a Palazzo dei Marescialli magistrati davvero apprezzati dai colleghi.

Qualunque sia comunque la scelta della via da intraprendere per “costringere” la Magistratura ad autoriformarsi è surreale l’atteggiamento che sta tenendo quasi tutto il mondo politico come se il caso Palamara non lo coinvolgesse in pieno. O è proprio per questo, al contrario, il problema: troppo coinvolto.

 

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