Riproporre una disamina del contesto socio-economico in cui versa il nostro paese, è operazione ridondante. Per converso, mi preme portare all’attenzione un’analisi, primaria e vitale, sul dato antropologico. La nostra società, segnata da una radicata differenziazione sociale, mostra in modo inequivocabile il prevalere di una visione individualistica svincolata da vincoli normativi e morali. Il grande male che affligge il mio paese non è solo imputabile alla drammatica situazione economica: è il senso di anomia e le conseguenze che questo inesorabilmente comporta. L’anomia, secondo la straordinaria descrizione di MacIver “implica lo stato d’animo di chi ha perduto le proprie radici morali, l’uomo anomico è spiritualmente sterile, concentrato su se stesso, non è responsabile di fronte a nessuno. Si burla dei valori di altre persone. La sua unica fede è la filosofia della negazione.”
Politica Insieme dovrà, allora, ricomporre quello che P.P. Donati definisce spazio-privato-sociale. Lo spazio privato-sociale altro non è che un ambito dove la dimensione creativa di libere associazioni diventa energia primaria dell’agire umano. Dobbiamo comporre e sostenere aree in cui le imprese, le associazioni, le cooperative, accogliendo e mediando le istanze dei mondi vitali, diano vita ad una operatività sussidiaria. In tal modo argineremo il ruolo pervasivo dello Stato e del mercato, offrendo soluzioni stabili.
Esempi concreti? Come assessore aver dato vita a Brindisi, primi in Italia, ad un corso gratuito agli studenti per affrontare i test di ammissione alle facoltà a numero programmato. Per tale progetto ci siamo avvalsi della collaborazione di un’impresa di rilievo internazionale, richiamandone la funzione sociale, che per tre anni ha sostenuto i costi di una docenza selezionata, che garantiva le lezioni nei mesi estivi precedenti le prove d’accesso. Ancora, aver realizzato un progetto che, nel 2011, ha introdotto strutturalmente nelle scuole il volontariato con l’ambizione di tentare di arginare l’emergenza educativa. Attori di questo progetto: la scuola, in rete con le associazioni di volontariato e la cooperativa della casa dei giovani “Herman Gmeiner” (sul progetto è stato edito il volume “Sulle tracce dell’altro-I percorsi dell’oltre”, ed. Favia).
Aver assicurato nei quartieri periferici corsi di alfabetizzazione letteraria e musicale, coinvolgendo associazioni musicali, oratori e centri di volontariato con il contributo straordinario di un direttore d’orchestra, il maestro Cosimo Prontera, i solisti Aquilani, l’Associazione Musicale “Nino Rota”.
Aver provato a contrastare il drammatico tema dell’analfabetismo funzionale (tema che ad oggi per il nostro movimento ricade sotto il coordinamento scientifico del prof. Alfonso Barbarisi) elaborando il progetto “Help.net” destinato a fornire un servizio gratuito di assistenza on line, per le materie scientifiche e letterarie, destinato agli studenti del primo biennio delle scuole superiori.
Come possiamo immaginare, allora, di dare vita ad un nuovo soggetto politico se non siamo costitutivamente predisposti ad affrontare tali emergenze? L’emarginazione sociale, nuove forme di povertà e di abbandono, l’indigenza culturale, non sono un dato minoritario: mostrano nelle nostre realtà un carattere strutturale. La nascita di un nuovo partito postula una conoscenza capillare dei territori, impone l’ascolto paziente e costante dei bisogni primari, comporta la capacità di mettere in campo un titanico sforzo creativo realizzando progetti viabili, dalla solida struttura etica che abbiano un’attitudine a durare nel tempo e procurare una ricaduta circolare ed effusiva.
Prendersi cura dell’altro che, come affermava Heidegger, è una trama di straordinaria ricchezza antropologica, è di per sé un programma politico! E’ la politica della prossimità, della capacità di farsi carico del dolore umano, che si manifesta non solo nell’indigenza economica ma anche nella fame di ascolto.
Se la politica è prigioniera di uno sterile accademismo, come potrà rinnovarsi, come potrà generare attrattività e desiderabilità?
I volti della politica sono nuovi se hanno la capacità di rigenerarsi, di provocare il desiderio di emulazione, di abbandonare sterili problematizzazioni che vanificano e rallentano le scelte e le azioni politiche, che superano una bulimia comunicativa (tipico strumento della politica odierna) che conduce a disorientamento e banalizzazione ma che, soprattutto, trascendano da interessi settoriali e tentazioni verticistiche.
La sfida politica che ci accingiamo a raccogliere, ci impone un inserimento dinamico nei diversi saperi, nei bisogni primari, determinando “ambiti compatibili”.
Se Politica Insieme sarà capace di sprigionare la propria forza creatrice con spirito di servizio e di gratuità, non potrà che dare vita ad un’area autonoma rispetto al centro sinistra e al centro destra. Uscire dall’anonimato cui ci condanna l’egoismo, è l’unico sentiero per riscoprire “il centro perduto della società civile”.
Paola Baldassarre