Un partito “di” cattolici. Non certo un “partito cattolico”. Questo dovrebbe essere la misura di un “coraggio” che i cattolici dovrebbero ritrovare per rispondere alla responsabilità di “servire il Paese”. E’ la sostanza dell’opinione di mons Vincenzo Paglia (CLICCA QUI) che aggiunge la propria voce in un dibattito che va avanti da circa trent’anni sull’irrilevanza politica di una larga parte della società italiana.

Come abbiamo scritto più volte, un destino che, in questa troppo lunga stagione del bipolarismo, claudicante e troppo spesso poco credibile, non ha riguardato solamente il movimento popolare e cristiano democratico, bensì anche forze come quelle socialiste, repubblicane e liberali.

Politica Insieme, e poi INSIEME, sono nati oramai tanti anni fa proprio per sollecitare una risposta a quella ricerca di servizio, generoso e disinteressato, che il Paese attende e, cui mancando una risposta credibile, spiega quell’insidioso, e pericoloso, fenomeno dell’astensionismo: il rifugio, anche sdegnato, di molti che risponderebbero di sì alla domanda se si sentono cristianamente ispirati ed attendono un diverso modo di fare politica e concepire l’impegno per il bene comune. Un’ampia area che, crescendo,  dimostra la necessità che la sinistra, come la destra,  riflettano di più sull’effettivo livello sulla qualità della loro rappresentatività.

Da molti anni, la constatazione dell’irrilevanza, in un contesto in cui crescono le preoccupazioni per il futuro, e non solo dei giovani, ha ampliato la riflessione sul che fare. Un quesito che si pongono tanti cattolici impegnati con la destra o con la sinistra. Accade anche in sparuti gruppetti che si definiscono di “centro”, ma che hanno progressivamente perso credibilità e spazio perché tutto hanno fatto fuorché definire una forte posizione all’interno dei due schieramenti contrapposti in cui hanno finito per incardinarsi. E, purtroppo, portando davvero poco della specificità e forza di un pensiero che, invece, a nostro avviso, costituisce la vera giustificazione di tutte le ambizioni, alate o meno che siano e che possano esserci in politica.

L’intervista di mons Paglia, è giunta nell’attesa dei due incontri previsti, in contemporanea, sabato prossimo: a Milano e a Orvieto. Ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi (CLICCA QUI). E dobbiamo dire che, alla vigilia, le cose non sembrano andare proprio nella direzione di cui parliamo noi e come ne ha parlato mons Paglia auspicando la nascita di un partito vero e proprio. Il quale, ovviamente, non è concepibile come partito “cattolico”, cosa del tutto avulsa dalla storia italiana ed europea. Bensì di una nuova forza politica d’impronta solidale e democratico -liberale fatta “di cattolici” ed anche da chi, indipendentemente dal proprio credo religioso, se ce l’ha, voglia più solidarietà, sussidiarietà e Giustizia sociale . I due incontri cui facciamo riferimento, infatti, sembrano presentarsi più come un’occasione per definire una posizione “di cattolici”, ma all’interno del Pd.

Non è un caso se il prof  Stefano Ceccanti (CLICCA QUI) tiene a precisare che non si tratta di dare vita ad un partito. Posizione del tutto comprensibile per chi negli ultimi decenni ha fatto una scelta di questo genere. Ma ultimamente  stato costretto a toccare sempre di più come la “vocazione maggioritaria” resti tenace, anche per l’oggettivo abbarbicamento del Pd alla logica bipolare che, in fondo, nel tempo, consente un’alternanza senza essere costretti a misurarsi più di tanto con la propria storia e con il pluralismo che sarebbe necessario assicurare.

Non vorremmo che molto del dibattito in corso sia dunque, in realtà, sollecitato dal timore, se non dalla certezza, che nel Pd si stiano riducendo sempre più gli spazi di manovra e, persino, le possibilità d’esistenza di entità autonome e, come tali, in grado di essere riconosciute e valorizzate non solo in termini di sotto potere. Vedremo cosa emergerà.

C’è un elemento in particolare che incuriosisce. E cioè la presenza di Ernesto Maria Ruffini di cui si è parlato come un possibile “federatore”(CLICCA QUA.  Un tema che sembrava dover riguardare non tanto la formazione di una corrente interna al Pd, ma un qualcosa di più ampio ed importante. Sulla via di un’ “autonomia” destinata a fornire ben più spessore e maggiore credibilità ad una ricomposizione popolare e democratico liberale. L’unica in grado di richiamare davvero molto più dell’area di quei cattolici che oggi partecipano alla vita e votano Partito democratico. E per questo, riprendiamo l’invito al “coraggio…

Giancarlo Infante

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