Ieri, è stata resa nota la sentenza della Cassazione con cui è stato respinto il ricorso presentato dalla Lega sette anni fa contro una sentenza che condannava i suoi esponenti di Saronno per aver esposto manifesti che definivano i richiedenti asilo come dei clandestini e accusavano l’allora Presidente del consiglio, Matteo Renzi, e il Ministro Alfano di essere complici di quella che i leghisti definivano letteralmente “invasione”.
Per la Corte, infatti, gli stranieri che fanno ingresso nel territorio italiano perché corrono un rischio effettivo nel rientrare al loro paese di origine e sono in attesa della conclusione delle istruttorie per ottenere asilo “non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque clandestini”.
Poi è giunta la diffusione di un documento sottoscritto da quasi 400 personalità di tutto il mondo che hanno firmato una lettera contro il “Memorandum d’intesa su un partenariato strategico e globale tra l’Unione europea e la Tunisia”, firmato il 16 luglio scorso, e che è stato presentatocome una pietra miliare del cosiddetto “piano Mattei”.
I firmatari contestano quello che è definito “l’opportunismo” dell’Unione europea e parlano di un “pericoloso punto di svolta” nelle politiche sui migranti e “i presupposti razzisti che le sostengono”. Secondo i firmatari, in gran parte studiosi ed intellettuali anche del Nord Africa, “le autorità tunisine hanno mostrato sempre più la loro determinazione a rafforzare un sistema di esclusione e sfruttamento dei cittadini dei paesi dell’Africa subsahariana. Invece di condannare questa escalation razzista, basata sui discorsi populisti e complottisti che caratterizzano l’attuale deriva autoritaria del Paese, i rappresentanti europei stanno strumentalizzando la cosiddetta migrazione irregolare presentandola come una “piaga condivisa”. L’UE sta quindi sostenendo opportunisticamente e irresponsabilmente le posizioni del presidente e alimentando l’odio contro i migranti e contro i neri, con la scusa di aiutare la Tunisia a proteggere i propri confini”.
Denunciate anche le “bugie” sui fenomeni migratori e i ricercatori denunciano” la disinformazione diffusa da alcuni politici, giornalisti e individui che si spacciano per accademici tunisini, i quali espongono argomenti razzisti privi di qualsiasi base fattuale. C’è un urgente bisogno di interrogarsi sui motivi per cui le popolazioni vulnerabili vengono utilizzate come capro espiatorio per mascherare i fallimenti del mantenimento dell’ordine pubblico in Tunisia. I cittadini dei paesi dell’Africa subsahariana non stanno “affliggendo” il Paese”.
Il documento, infine, denuncia che l’accordo con l’Europa non tutela la sovranità della Tunisia e che non è affatto “trasparente”, bensì firmato “senza alcuna consultazione preventiva con membri del parlamento, sindacati o esponenti della società civile. Non prevede né garanzie specifiche per il rispetto dei diritti fondamentali, né disposizioni di controllo sull’utilizzo degli aiuti finanziari e materiali assegnati alle forze di sicurezza tunisine. L’UE sta quindi di fatto dando alla Tunisia un assegno in bianco. Finché non si affronteranno le cause strutturali della cosiddetta migrazione irregolare e finché l’accesso alla mobilità non sarà radicalmente ripensato, questo approccio di sicurezza alla gestione delle frontiere non fa altro che rendere più mortali le migrazioni e rafforzare i trafficanti”.
La conclusione è che esiste un diritto ad emigrare e che “l’unico modo per difendere gli interessi e la dignità dei tunisini e di tutte le altre persone in movimento presenti nel Paese è stabilire un dialogo costruttivo con i tunisini e gli stranieri interessati da queste politiche, nonché con le organizzazioni che li rappresentano, con i membri della società civile e con i ricercatori. Questi scambi dovrebbero dar luogo a una riflessione collettiva sulle alternative politiche all’attuale regime omicida delle frontiere, riconoscendo la migrazione come un diritto e come una risorsa per tutti”.