Il lascito ecologista dell’ex “governatore” della Puglia, Nichi Vendola, è piuttosto discutibile se pensiamo a:
a) la sovrabbondanza dei parchi eolici, sparsi nel territorio regionale e specialmente nella Valle del fiume Ofanto e nei monti dauni, con danni palesi al paesaggio, ma anche meno evidenti al suolo e sottosuolo per lunghi decenni (oltre a quelli derivanti da pale fuori uso);
b) la pletorica organizzazione del sistema regionale nel settore ambientale, poi aggravata dalla gestione Emiliano;
c) la delega alla neonata (allora) Provincia BAT per la gestione “provvisoria” dell’Ente parco regionale del fiume Ofanto, dopo aver operato e sottoscritto una “riperimetrazione” a tutela dell’alveo fluviale tutt’altro che vantaggiosa ai fini della salvaguardia dell’ecosistema che – grazie al cielo – offre tuttora una fauna e una flora del tutto apprezzabili e proponibili ai pugliesi ed al turismo naturalistico, lento e colto (vedi www.consorzioproofanto.it).
Detta situazione trova un pendant negativo nella riforma costituzionale a firma dell’allora Premier Renzi che da un lato esautorava le province da effettive competenze sul territorio, anche sottraendo loro le necessarie risorse; e dall’altro aboliva la storica Guardia forestale, devolvendone le competenze alla Benemerita arma dei carabinieri, senza occuparsi della loro formazione, né tantomeno delle risorse finanziarie adeguate a questo passaggio istituzionale.
Tutto ciò premesso, vi spiego il perché di un titolo un po’ ironico, ma verosimile: da quindici anni soggiorno nel mese di luglio in una incantevole località del Salento ionico, ove le forze dell’ordine pubblico non riescono a garantire la quiete pubblica nelle ore notturne – proprio oggi M. Gramellini dedicava il suo consueto articolo sul tema in questione. Disperatamente si deve chiamare il numero d’emergenza (forse questa non è un’emergenza) e dopo non pochi minuti si riesce a parlare con un’”anima pia” che, alla men peggio, si occupi del tuo diritto di cittadino in pensione leso da chi ora deve guadagnare il massimo possibile e far divertire al massimo .. i nostri giovani, meridionali e non. Ed il paradosso è questo, se sia paragonabile il diritto del turista “anziano” a quello del giovane/issimo: assolutamente no. Tanto più se si ipotizza anche l’interferenza di qualche malavitoso che “protegge” o gestisce la discoteca o il lido x.
Non intendo contestare il fatto che i mezzi a disposizione sono o meno sufficienti per fronteggiare dette problematiche, ma ritengo che le amministrazioni comunali debbano gestire il fenomeno dell’overtourism con capacità manageriale e maggior visione strategica. Mentre il governo, dicasi ministero dell’Interno, potrebbe riorganizzare uomini e mezzi nei mesi estivi decentrandoli dalle metropoli verso le maggiori mete del turismo vacanziero.
Michele Marino