La “difesa del diritto d’asilo” e il dramma delle migrazioni, strumentalizzate al fine di generare conflitti tra Stati.
La ricetta “stantia” e le “sirene del settarismo nazionalista” in totale contraddizione con un mondo sempre più interconnesso.
Il “ripudio della guerra e il perseguimento della pace”, il costante intervento diretto a prevenire i conflitti, l’integrazione europea, le Convenzioni internazionali e le Corti di giustizia che ne sono derivate.
Le intromissioni di Stati esteri dirette a condizionare il libero sviluppo della dialettica politica ed il funzionamento dell’ordinamento democratico di altri paesi.“Gli operatori internazionali privi di ogni patria” la cui potenza finanziaria mette a rischio la libera formazione delle opinioni.
La diplomazia “esercizio di paziente tessitura strategica” e strumento di pace, secondo un processo che in Italia “si è gradualmente affermato nei decenni, dopo la lezione degasperiana” secondo la strategia dei piccoli passi.
La soluzione dei due Stati in Palestina, la conclusione del conflitto a Gaza e la fine delle sofferenze inaudite della popolazione civile, la restituzione degli ostaggi.
Il sostegno all’Ucraina e alla sua integrità territoriale, il rispetto del diritto internazionale e la condanna del “continuo ricorso – da parte della Federazione Russa – a strumenti di morte contro la popolazione ucraina e le infrastrutture civili”, il rilascio dei prigionieri, la restituzione dei bambini rapiti, il libero accesso ai porti del Mar Nero e del Mar d’Azov.
Il Presidente Mattarella ha sviluppato, davanti all’Assemblea degli Ambasciatori dell’Italia nel mondo, un discorso che, con ogni probabilità, verrà ricordato come uno dei momenti più alti del suo magistero.
A “tutto campo”, senza esasperare i toni, ma senza reticenza e con lucida fermezza ha messo in fila le questioni più rilevanti che oggi scuotono e preoccupano gli italiani, in modo particolare le guerre e le ricadute che il disordine internazionale ha anche sulla vita interna del nostro Paese.
Un discorso fresco di giornata che va riletto e studiato con la necessaria attenzione, sapendo che il Presidente sa dove collocare ogni singola parola in un pur vasto discorso.