Importante e positivo il Messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25 Aprile 2021: “Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti i Valori e gli Ideali che sono alla base del nostro vivere civile; rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel Dopoguerra e che ci guidano ora verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese”.

La settimana scorsa, però, si è conclusa nel segno della più cocente delusione. Per capire il perché, bisogna ricordare alcune premesse: nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dovrà indicare i criteri di spesa di un totale di 311,8 miliardi di Euro, uno dei tre nodi da risolvere per rilanciare lo sviluppo nazionale è quello della disparità di reddito, di genere fra le generazioni ed i territori, vi sono poi quelli delle infrastrutture per una mobilità sostenibile e dell’inclusione e coesione.

Il PNRR individua anche le priorità trasversali che attraversano tutti i campi di interesse: la parità di genere, i giovani, il Mezzogiorno, la nuova occupazione.

L’attuale Versione del PNRR assegna alle aree del Mezzogiorno almeno il 40% netto del budget complessivo al lordo di quanto potrà ancora aggiungere il Ministero per il Mezzogiorno. Questa imponente disponibilità di fondi consente alla politica e ai decisori di dare vita a una nuova progettualità.

Se non crescerà il Mezzogiorno tramite l’utilizzo ottimale di questa imponente massa finanziaria non crescerà il Paese nel suo complesso. Dal Canale di Suez, collocato di fronte al porto di Augusta, passa il 18% del traffico mondiale di merci che potrebbe essere intercettato dai nostri porti. Il traffico marittimo dall’Asia al Mediterraneo è aumentato, nell’anno 2020, del 118% toccando i 459 milioni di tonnellate che si incontrano con i 572 milioni di tonnellate di prodotti finiti, al contrario diretti dal Nord Europa verso l’Asia. Un dato di cui si prevede il raddoppio entro il 2024 senza poter prevedere sfogo alcuno nel logico asse logistico ferroviario verticale Sud\Nord che non si realizza senza la costruzione del Ponte sullo Stretto consentendo il collegamento stabile tra i Porti di Augusta, Gela, Gioia Tauro e i terminal di destinazione dell’Europa continentale.

Necessario porsi allora il problema della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. E’ pressocchè immediatamente cantierabile; può riunire una popolazione di circa cinque milioni di abitanti con un collegamento stabile  al resto del Paese; può generare lungo l’arco di 10 anni 100.000 nuovi posti di lavoro, ovviamente, prevalentemente dedicati a giovani.

Non lo si è voluto inserire, però, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza senza fornire una risposta a quelle  collettività che lo chiedevano a gran voce. Il Dipartimento Mezzogiorno di INSIEME  aveva avuto modo di approfondire il tema giungendo ad una conclusione  favorevole alla sua realizzazione.

Inutilmente numerosi sono stati gli interventi di componenti del governo al riguardo, così come quelli dei Presidenti della Calabria e della Sicilia, oltre che dell’Amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, che nel corso di un recente incontro si sono dichiarati pronti a realizzare da soli questa opera imprescindibile che potrebbe essere completata in quattro anni. Inutilmente le due Regioni a cavallo dello Stretto hanno dimostrato di avere un’unica strategia e la volontà di mettere a disposizione le somme occorrenti.

Inutilmente il professore Giuseppe Sacco ha pubblicato su queste pagine la sua riflessione sui dati storici iniziati con l’Unificazione dell’Italia per arrivare alla riflessione sulle necessità\opportunità del momento presente giungendo a lamentare le lentezze, gli intollerabili rinvii, i veri e propri tentativi di sabotaggio con cui è stata finora impedita la realizzazione di un’Opera di ancor più grande momento di quella realizzata a Genova e di altrettanta urgenza: il Ponte sullo Stretto di Messina ( CLICCA QUI ).

Dunque: la realizzazione del Ponte nel PNRR non è prevista. Lo  sarà in seguito? Quando si riproporrà una occasione finanziaria tanto positiva? E che dire delle tante assenze o delle mancate risposte certe per ciò che riguarda altre infrastrutture del Mezzogiorno?

Ancora grande la distanza fra parole e fatti; ancora grande la distanza tra contenimento delle divergenze territoriali e i provvedimenti tendenti alla coesione.

Massimo Maniscalco

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