Quanti di noi hanno letto il libro di Goethe, “Viaggio in Italia”? Ben pochi, immagino. Ed io, lo ammetto, non sono tra questi. Visitare il Sud, specie nel Settecento e Ottocento, era un privilegio concesso a pochi. Alcuni grandi scrittori europei visitarono il Mezzogiorno d’Italia nel contesto del Grand Tour, un viaggio formativo che aristocratici, artisti e studiosi compivano per approfondire la conoscenza della cultura classica e della natura mediterranea. Alcuni di loro rimasero profondamente colpiti dalle bellezze artistiche e archeologiche del Sud, esaltandole nei loro scritti. Tra i più famosi scrittori e poeti che visitarono il Mezzogiorno, ricordiamo, come già accennato, il grande poeta tedesco Goethe. Fu uno tra i più entusiasti ammiratori del Sud, che lui visitò tra il 1786 e il 1788. Nel suo “Viaggio in Italia” (1816-1817), descrisse con meraviglia Napoli, Pompei, Paestum e la Sicilia, sottolineando la bellezza del paesaggio, la ricchezza della cultura classica e il calore della popolazione. Celebre è la sua frase: “Vedi Napoli e poi muori”, che riflette il suo stupore per la città partenopea. Anche Chateaubriand visitò l’Italia nel 1803 e rimase affascinato dalle rovine di Pompei e dal Vesuvio. Nella sua opera “Mémoires d’outre-tombe”, descrisse Napoli come un luogo paradisiaco, dove storia e natura si fondono armoniosamente.
Un altro grande scrittore francese, Stendhal, nel suo “Roma, Napoli e Firenze” (1817), esaltò le città del Sud, specialmente Napoli, per la sua vivacità culturale e per il fascino della sua arte. Rimase colpito anche dai templi di Paestum e dall’energia del popolo napoletano. Per non parlare poi di quel genio della letteratura che fu Alexandre Dumas. L’autore del Conte di Montecristo trascorse diverso tempo a Napoli e in Sicilia, descrivendo le sue esperienze nei libri “Il Corricolo” (1843) e “I Borboni di Napoli”. Ammirò particolarmente la storia del Regno di Napoli e la maestosità del paesaggio siciliano.
Tra questi autori, Goethe e Stendhal furono probabilmente i più entusiasti nell’esaltare la cultura, l’arte e la natura del Sud , considerandolo una sorta di eden culturale e naturale. Ebbene, dopo queste preziose testimonianze sul Mezzogiorno, sulla sua arte, sul suo paesaggio e sulla sua cultura, qual è, oggi, lo stato di salute del Turismo al Sud? Rappresenta ancora un’eccellenza, oppure il settore rischia di essere travolto dal turismo di massa? Da quel turismo mordi e fuggi che deturpa tanto e non crea nulla e non dà nessuna prospettiva ai giovani e alle loro aspirazioni professionali?
Il Turismo, checché se ne dica, rappresenta ancora una risorsa preziosa per il Mezzogiorno. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è necessario investire in infrastrutture, servizi e formazione professionale, valorizzando le peculiarità locali e promuovendo un turismo sostenibile. Negli ultimi anni, il turismo nel Mezzogiorno ha conosciuto una crescita significativa, diventando uno dei motori principali dell’economia meridionale. Questo sviluppo è stato favorito da diversi fattori: la sua storia, la sua cultura, i paesaggi mozzafiato e soprattutto il clima mite. E questo perché il Mezzogiorno è una delle aree più affascinanti del Mediterraneo. Oltre al suo inestimabile patrimonio storico e archeologico, ci sono le bellezze naturali e il mare cristallino. Negli ultimi anni poi si è sviluppato un turismo enogastronomico di grande qualità, in quanto la cucina meridionale è un’eccellenza riconosciuta a livello globale.
Si sta anche affermando un turismo esperienziale e culturale, in cui le tradizioni locali, le feste popolari, i piccoli borghi ricchi di storia e le attività legate all’artigianato offrono esperienze autentiche che attirano sempre più viaggiatori alla ricerca di un turismo lento e sostenibile. Il settore, ormai, anche grazie alle nuove tecnologie e ai social network si è trasformato in una vera e propria industria turistica.
Un’industria che ha tutto il potenziale per diventare una delle principali fonti di crescita economica per il Mezzogiorno, creando nuove opportunità di lavoro. Con questo scenario l’occupazione può crescere, perché il turismo è un settore ad alta intensità di manodopera, capace di generare impieghi in svariati ambiti, dall’accoglienza alberghiera alla ristorazione, dal settore dei trasporti alle guide turistiche, dall’organizzazione di eventi alle start-up digitali legate al turismo. La crescita del turismo porta benefici anche a settori complementari come la produzione artigianale e l’agricoltura locale, creando una rete economica virtuosa tra turismo e filiere produttive del territorio.
Ed infine, col turismo, si può combattere e contrastare lo spopolamento. Con nuove opportunità di lavoro, il turismo può contribuire a frenare l’emigrazione giovanile, permettendo a molti ragazzi del Sud di costruire un futuro nella propria terra. Nonostante il grande potenziale, il settore deve affrontare diverse sfide per diventare un vero motore di sviluppo: Occorre innanzitutto un miglioramento delle infrastrutture: strade, ferrovie e trasporti pubblici devono essere potenziati per garantire collegamenti efficienti tra le principali mete turistiche e le aree interne. In secondo luogo bisogna lavorare per una destagionalizzazione del turismo: Il Sud ha un clima favorevole tutto l’anno, ma il turismo è ancora troppo concentrato nei mesi estivi. Vanno poi incentivati i viaggi culturali, escursionistici e enogastronomici fuori stagione. Da non trascurare poi la formazione e la professionalizzazione. Per offrire servizi di qualità, è necessario investire nella formazione di operatori turistici, guide specializzate e personale dell’ospitalità, migliorando la conoscenza delle lingue straniere e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Ed infine andrebbe garantita una sostenibilità e la tutela del territorio: la crescita turistica deve avvenire nel rispetto dell’ambiente e del patrimonio storico, evitando il sovraffollamento e il degrado delle risorse naturali.
In definitiva, il turismo al Sud non è solo un’opportunità economica, ma una sfida che coinvolge istituzioni, imprese e comunità locali. Con una visione strategica e interventi mirati, il Sud potrebbe diventare una delle destinazioni turistiche più attrattive d’Europa, offrendo ai giovani un’alternativa valida all’emigrazione e contribuendo a uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Con il suo immenso patrimonio naturale, storico e culturale, il Meridione rappresenta una delle mete turistiche più affascinanti d’Europa. Dalle spiagge cristalline della Sicilia e della Calabria ai siti archeologici della Campania e della Puglia, dalle meraviglie paesaggistiche della Basilicata alle tradizioni secolari della Sardegna, il Sud Italia è una terra ricca di opportunità per tutto il settore. Tuttavia, il turismo nel Mezzogiorno è ancora una risorsa sottoutilizzata. Andrebbe valorizzata con lo sforzo e l’intelligenza di tutti gli attori coinvolti. Solo così il Mezzogiorno può candidarsi a diventare una meta turistica d’eccellenza per chi ama viaggiare, per chi ama la natura e la bellezza che il Sud ha ereditato dalla sua civiltà e dalla sua storia.
Michele Rutigliano