La Direzione di INSIEME  ha approvato e diffuso la seguente nota in vista delle elezioni amministrative del 3 – 4 ottobre per le quali sono chiamati al voto oltre 1200 comuni italiani, tra cui le importanti città metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna

 

Alcune linee guida generali

Le prossime elezioni amministrative rappresentano per INSIEME l’avvio di una seminagione e coltivazione di nuova cultura politica -pensare politicamente- che vuole far tesoro dell’esperienza maturata in tutte le stagioni del dopoguerra per proiettare nel futuro una visione e una pratica diffusa di democrazia adulta e non più soltanto formale.

Proprio dai soggetti locali -istituzionali, culturali, sociali e produttive- deve nascere e maturare una nuova responsabilità collettiva per la costruzione dello “Stato delle Autonomie”; cardine del nuovo corso, come già nelle prime direttive dell’Unione Europea agli Enti Locali, sarà ogni azione politica tesa all’introduzione dell’imposizione fiscale locale come strumento di verifica continua, da parte della comunità, tra le risorse incassate/disponibili e la loro virtuosa utilizzazione: trasparenza, responsabilità e partecipazione.

Primo banco di prova sarà l’utilizzazione da parte degli Enti Locali delle risorse del PNRR. Non si tratterà soltanto di spendere oculatamente e rigorosamente le risorse, ma di farle fruttare e moltiplicare; sono già disponibili oggi molte forme di partenariato Pubblico-Privato (Concessioni, Project Financing, Contratti di Disponibilità, ecc.) che perseguono contemporaneamente più obiettivi: ampliare le risorse pubbliche con il concorso di quelle private, garantire il risultato, assicurare la gestione dell’opera e, non ultimo, assicurare professionalità e trasparenza ai procedimenti. Bisogna utilizzarle tutte, a seconda delle specificità e delle congenialità.

Metodologia generale alla quale ispirarsi, a partire dagli Enti Locali per progressivamente arrivare allo Stato centrale, sarà la Sussidiarietà Circolare: Stato/Mercato/Comunità. Dovrà, dunque, essere attuato diffusamente il principio di sussidiarietà come previsto dalla nuova formulazione dell’Art. 118 della Costituzione; a distanza di quasi 150 anni dai primi studi e dalle prime formulazioni di Giuseppe Toniolo e dalla Rerum Novarum questo principio della Dottrina Sociale della Chiesa è diventato norma costituzionale: oggi abbiamo il dovere di applicarlo. Tutti i Comuni, nel redigere i loro bilanci annuali e/o poliennali, sarebbe opportuno che scrivessero una “c” di fianco ad ogni voce di spesa per dimostrare che è stata scelta quella specifica modalità di spesa dopo aver esaminato ogni altra modalità; sarebbe un modo, anche per stimolare la burocrazia a non nascondersi dietro “consuetudine ed esperienza” ma ad approfondire ogni modalità di spesa cercando di seguire logiche prestazionali e non soltanto rispettose delle prescrizioni normative.

Conoscere per governare è una regola del buon senso che è stata spesso messa in disparte a fronte delle difficoltà per raccogliere informazioni, elaborare dati e prospettare scenari; il tutto ha portato spesso a realizzare opere inutili o derivate da ideologie o, peggio ancora, da mode. Oggi sono a disposizione strumenti di conoscenza affidabili (Scienza del Dove) e in grado di fornire a chi amministra scenari alternativi entro i quali garantire scelte trasparenti, giudizi inequivocabili e strumenti di informazione e partecipazione indispensabili per la crescita culturale e responsabile di una comunità.

Bisogna superare anche l’abitudine dell’elencazione dei bisogni e delle aspettative senza riscontro della fattibilità delle proposte. Una buona pratica deve essere quella di mettere in evidenza quali sono tutte le risorse -materiali e immateriali- presenti su un certo territorio, perché ci si accorgerebbe che le energie e le risorse sono molto più importanti ed estese di quanto non si possa immaginare; la recente pandemia ha dimostrato una capacità imprevista di mobilitazione di persone, risorse ed intraprese. Alla tradizionale e fantastica capacità di tutto il terzo settore si sono aggiunte anche rapidità di conversione di unità produttive e commerciali a dimostrazione della creatività e capacità di impegno presenti nella società specialmente tra i giovani.

Le Città Metropolitane devono uscire dall’inutilità, o peggio, che hanno rappresentato in questi anni; quasi per paradosso dopo la loro formale istituzione non hanno svolto nessuno dei ruoli che nel tempo avevano rivendicato. Anzi e di più, sono state significative al loro nascere spontaneo perché hanno rappresentato la necessità che ci fosse unità di intenti tra nucleo centrale e area circostante: era maturata di fatto anche una buona e proficua solidarietà istituzionale. Oggi tutto è svanito. Bisogna che si addivenga alla elezione diretta, alla individuazione di forti Municipi/ Comuni  in cui si articoli  il Capoluogo e che si sperimenti un’attuazione di PNRR anche attraverso formule e misure di interdipendenza fiscale, affinché si realizzino condizioni di mutuo vantaggio. I Piani Strategici -territoriali e socioeconomici- dovranno essere di reale indirizzo e organizzati in modo da misurare i risultati piuttosto che inventando complicate prescrizioni; dovranno essere flessibili, non vincolistici ma improntati alla rigenerazione e alla sostenibilità.

Sempre le Città Metropolitane dovrebbero promuovere e sviluppare un “Forum Europeo delle Città Metropolitane” per studiare le dinamiche dei grandi contesti urbani disegnando politiche congiunte e condivise orientate ad affermare valori civili di libertà e di accoglienza, di giustizia sociale e di uguali opportunità nel segno di una consapevole “cittadinanza europea” da costruire.

La sostenibilità dovrà essere attuata a tutti i livelli. Quella territoriale attraverso rigenerazioni urbane e territoriali in alternativa a qualunque consumo di nuovo suolo, quella energetica secondo gli obiettivi definiti a livello comunitario e, poi, la sostenibilità economico finanziaria cercando di mettere in moto e sul mercato le ingenti risorse oggi depositate infruttuosamente nel sistema bancario e/o non socialmente e produttivamente utilizzate.

Alcune proposte di intervento sistemico

Si potrebbe lanciare una rete di “sportelli dei problemi e delle idee” che, partendo dall’ascolto delle situazioni specifiche, sia in grado di programmare percorsi per dare risposte e soluzioni concrete. La “cifra” che deve caratterizzare tutti i progetti, dal Comune più piccolo a quello più grande, deve essere, comunque, la bellezza “l’espressione visibile del bene come il bene è la condizione metafisica della bellezza”:(Carlo Maria Martini lettera pastorale per il terzo millennio). Urbs perfecti decoris gaudium universae terrae.

Alcuni progetti-tipo che possono essere realizzati da subito e a costo zero per l’amministrazione pubblica:

-Rigenerare i quartieri ghetto di edilizia popolare in quartieri pluriclasse e polifunzionali. C’è un progetto urbanistico, edilizio, sociale, economico e procedurale che dimostra ciò possibile e fattibile laddove si è verificato nel tempo un cambiamento del valore immobiliare del quartiere per effetto del miglioramento dei servizi infrastrutturali della mobilità pubblica e di quelli puntuali (primari e secondari).

-Realizzare poliambulatori diffusi per la sanità di base: necessità diventata più evidente nella pandemia. Con le diverse forme di PPP (project/concessioni/contratti disponibilità) realizzare “case della salute” che si autosostengano con le tariffe del Sistema Sanitario;

-Rigenerare e rifunzionalizzare gli edifici scolastici per renderli sicuri ed energeticamente sostenibili; non soltanto erogatori del servizio scolastico, ma centri di comunità per tutte le attività sociali, ricreative, culturali, commerciali, ricettive naturalmente compatibili e, comunque, tali da utilizzare gli spazi in tutto l’anno e in tutte le giornate.

Valorizzare il patrimonio immobiliare di ogni comune (miglior uso, messa a reddito, alienazione…) ottenendo risparmi di gestione e/o risorse nuove da utilizzare esclusivamente per spese di investimento dell’Amministrazione.

Riformulare tutti i regolamenti comunali, a partire da quelli edilizi, sulla base del concetto di prestazione (risultato) rispetto alla vigente prescrittività (procedura). Vuol dire ribaltare il funzionamento della macchina amministrativa introducendo il criterio della responsabilità personale diffusa e di impegno per raggiungere il risultato.

 

La famiglia al centro della Città. Proposte concrete di intervento

Raccogliendo e sintetizzando le proposte formulate da un ampio gruppo di associazioni [i] che INSIEME ringrazia e sostiene, riteniamo che una politica rigenerativa per i Comuni debba assumere sistematicamente un carattere pro-famiglia. I Comuni, riconoscendo e valorizzando i principi comunitari e sociali ed essendo più prossimi alle singole persone e alla ricchezza delle comunità intermedie possono dare forza e sostenere la vita di ciascuno, specie dei più fragili, dare strumenti ai nuclei familiari e promuovere la libertà di educazione, innanzitutto riconoscendo e valorizzando le esperienze comunitarie e sociali.

Rinviando al documento nella sua integralità (CLICCA QUI ) evidenziamo i principali punti:

1. Criteri per attuare corrette politiche comunali a favore della famiglia

Le politiche familiari non sono politiche di lotta alla povertà, pertanto, almeno come tendenza, non possono essere legate al reddito: sono per definizione universalistiche proprio perché ogni famiglia è un bene comune.

Le politiche familiari devono in ogni occasione e ad ogni livello essere applicate in chiave sussidiaria e non assistenziale né individualistica.

Le politiche familiari non devono essere indirette, bensì dirette: non una politica del lavoro, della casa, della sanità intesa in modo generico ma una politica della casa per la famiglia, del lavoro per la famiglia, della sanità per la famiglia.

2. Interventi sullo statuto comunale.

Inserire nello Statuto comunale fra le finalità della comunità il riconoscimento e la promozione della vita dal concepimento alla morte naturale. Promuovere il riconoscimento del nascituro quale componente del nucleo familiare agli effetti di tutti gli interventi del Comune e stabilire che le misure comunali vengono attribuite tenendo conto del numero dei figli;

Inserire nello Statuto comunale il principio di sussidiarietà orizzontale quale criterio di governo della civica comunità.

 3. Comuni per la “vita nascente

Approvare la mozione-tipo per chiedere che il Parlamento istituisca la giornata della vita nascente.

 4. Sostegno a maternità, genitorialità e responsabilità educative

  • Sostenere misure aventi l’obiettivo di rimuovere le cause (specialmente di natura economica) che inducono la donna a decidere di abortire, anche promuovendo la collaborazione con i Centri di Aiuto alla Vita e con i Consultori familiari. Istituire un fondo comunale per l’erogazione di un contributo economico in caso di parto alle donne che non usufruiscono di sufficienti trattamenti di maternità a norma delle leggi nazionali. Intervenire economicamente a supporto delle ragazze madri in difficoltà, che accettano di proseguire la gravidanza, anche con convenzioni con soggetti no profit (es. Progetto Gemma, ecc.);
  • Concedere prestiti sull’onore per sostenere le responsabilità individuali e familiari e agevolare l’autonomia di nuclei monoparentali, di coppie giovani con figli, di gestanti in difficoltà.
  • Agevolare le associazioni familiari che gestiscono in proprio servizi di baby-sitting, Valorizzare le “banche del tempo”, avviare servizi cosiddetti della “madre di giorno”, che consentono di affidare bambini, da 1 a 5 anni, ad un’altra madre, opportunamente formata e retribuita dall’Ente locale. Favorire la costituzione di nidi familiari, condominiali o aziendali, o di servizi integrativi per la prima infanzia ed il doposcuola, gestiti dagli stessi genitori, specie se si organizzano in forma cooperativa.

 5. Politiche tariffarie

  • Introdurre l’indice d’equità familiare, che permette di ripartire i carichi impositivi e tariffari fra le famiglie, non solo per classi di reddito, ma anche in senso orizzontale (tra nuclei familiari con più figli o con soggetti, anche anziani, in condizioni di disabilità e altri meno gravati dal punto di vista della struttura dei bisogni). Promuovere agevolazioni fiscali e tariffarie rivolte alle famiglie con specifiche responsabilità di cura, e sempre parametrate sui carichi familiari.
  • Prevedere nei servizi scolastici (nido, mensa, servizi di trasporto, ecc.) lo sconto per le pluri-utenze.
  • Creare tariffe ad hoc per le famiglie per il pagamento delle tasse sui rifiuti, gas ed acqua.

6. Casa e spazi urbani

  • Approvare una disciplina della assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in cui il concepito sia considerato a tutti gli effetti un membro del nucleo familiare ai fini della attribuzione del punteggio per la graduatoria.
  • Destinare un capitolo di spesa specifico dei bilanci comunali per l’erogazione di buoni casa o di contributi in conto interessi alle giovani coppie) che intendano acquistare la prima casa.
  • Prevedere agevolazioni, in materia d’oneri d’urbanizzazione e di costo delle aree, per chi costruisce riservando una quota d’alloggi da destinare alla locazione o alla “futura vendita” a favore di giovani coppie.
  • Individuare aree edificabili per sperimentare progetti di “comprensori-famiglia”, elaborati da cooperative familiari con abitazioni che tengano conto degli spazi necessari ad una famiglia che cresce o che si apre ad affidi o si prende cura di parenti anziani.
  • Approvare una disciplina per l’assegnazione degli alloggi in edilizia convenzionata che valorizzi i nessi comunitari del territorio, favorisca il consolidarsi di legami familiari e riservi spazi al servizio della famiglia.
  • Predisporre progetti relativi alla qualità ed alla sicurezza dell’abitare urbano, soprattutto in relazione alla possibilità, da parte di bambini, giovani e anziani, di usufruire di spazi per il tempo libero, l’incontro, l’aggregazione e il gioco, tutelati sotto il profilo della sicurezza.

  7. Tempi sociali e tempi per la famiglia

  • Prevedere incentivi alle imprese che sperimentano orari flessibili legati ad esigenze familiari, contratti a tempo parziale e lavoro a distanza.
  • Stanziare un contributo mensile per la permanenza in casa dei figli-neonati, almeno fina ai dodici mesi d’età, alle madri che lo richiedano motivatamente, per consentire loro di ritardare il rientro al lavoro avvalendosi di tutte le agevolazioni di legge.
  • Introdurre buoni servizio per chi ne fa richiesta, validi per l’acquisto di servizi erogati da soggetti accreditati.
  • Prevedere una valorizzazione economica del lavoro “casalingo” delle mogli-madri: per es. sotto forma di “salario familiare”, da pagare direttamente al coniuge lavoratore,. Prevedere contestualmente forme previdenziali per le casalinghe inserite in famiglie mono-reddito, aventi condizioni economiche medio-basse.
  • Favorire l’acquisto da parte della famiglia di servizi per la casa e per le persone, non solo rispetto a situazioni particolari di bisogno, ma anche rispetto all’obiettivo generale di sostenere il peso del “doppio lavoro” (professionale – di cura) in carico prevalentemente alle donne che lavorano fuori casa.
  • Promuovere politiche giovanili per prevenzione del disagio: politiche dello sport, politiche culturali e di educazione civica.

8. Servizi a supporto della cura familiare per i soggetti deboli

  • Prevedere interventi di sostegno di carattere economico per le famiglie che assumano compiti di cura di disabili fisici, psichici e sensoriali e d’altre persone in difficoltà; dare sostegno alle reti associative (come SOS disabili), nonché a progetti di integrazione degli alunni disabili nel contesto scolastico e sociosanitario.
  • Prevedere che il disabile destinatario di assistenza socio-socio-sanitaria a domicilio possa usufruire, di centri diurni, al fine di sviluppare le proprie capacità e favorire una sua inclusione sociale a tutto campo.
  • Prevedere un contributo economico, inferiore alle rette degli istituti, a quelle famiglie che volontariamente preferiscano tenere in casa la persona bisognosa d’assistenza.
  • Finanziare o stipulare convenzioni con iniziative di assistenza temporanea (soprattutto no profit), o realizzazione di «servizi di sollievo», che non sradichino il soggetto debole dalla famiglia, ma consentano alla stessa di aver momenti di riposo e periodi di “alleggerimento”.
  • Provvedere che le scelte per il miglioramento delle strutture e della organizzazione dei servizi (protocolli di intesa e accordi di programma) siano improntate non solo su criteri di efficienza, ma sulla ricerca di una maggiore umanizzazione dell’assistenza.
  • Favorire il permanere degli anziani nelle reti territoriali di appartenenza e nelle vicinanze delle famiglie dei figli, con specifici interventi di edilizia convenzionata.

9. Infanzia, educazione, istruzione

  • Promuovere e sostenere servizi di assistenza all’infanzia anche gestiti direttamente da associazioni di famiglie e/o associazioni no profit.
  • Riconoscere e valorizzare la responsabilità primaria della famiglia e una partecipazione più attiva dei genitori anche nelle scelte educative dei figli in età scolare.
  • Ridurre le discriminazioni esistenti tra i bambini dello stesso Comune che frequentano un servizio statale (gratuito, come le materne), un servizio comunale (invece parametrato al reddito), una scuola paritaria (retta unica per abbienti e meno abbienti); Parificare pertanto l’erogazione di servizi agli studenti (es. refezione scolastica, trasporto scolastico, ecc.) a prescindere dal tipo di scuola frequentato.
  • Riportare nelle disposizioni della normativa ministeriale inerente il Consenso informato preventivo dei genitori (NOTA MIUR n.19354 del 20/11/2018) prima di realizzare vari progetti su temi sensibili come quelli inerenti l’educazione all’affettività, alla salute o l’educazione civica.
  • Assumere l’impegno affinché l’ente comunale esca dalla rete RE.A.DY. (se ne fa parte).
  • Chiedere contributi per abbattere le rette fino alla loro esenzione (Decreto Legislativo 65 – 2017 art 9) e attutire le discriminazioni esistenti tra i bambini dello stesso comune che frequentano un servizio statale (come le materne gratuite), un servizio comunale (per fasce di reddito) o le paritarie (con rette uniche per ricchi e poveri).
  • Integrare i contributi di Stato e Regioni con l’obiettivo di raggiungere l’esenzione totale delle rette per i disabili.

 10. Auto-aiuto, sostegno alle famiglie e tra famiglie, associazionismo

  • Avviare servizi formativi ed informativi di sostegno alla genitorialità (Family Hub).
  • Valorizzare servizi per l’affido familiare al fine di sostenere con qualificati interventi formativi i compiti educativi delle famiglie che vogliano accogliere minori i cui genitori siano temporaneamente in gravi difficoltà.
  • Riconoscere il ruolo attivo delle famiglie nella formazione di proposte e progetti per l’offerta dei servizi e per la valutazione della loro efficacia: istituire la Consulta delle Associazioni familiari.
  • Accantonare una certa percentuale dei fondi stanziati per l’imprenditoria sociale, a favore dei progetti presentati dalle “associazioni di solidarietà familiare”, regolarmente iscritte nei registri regionali.

 

[i]  Documento a cura di Alleanza Cattolica, Ass. Amici di Lazzaro, Ass. Articolo 26, Ass. Cuore Azzurro, Ass. Cerchiamo il Tuo volto, Collatio.it, Ass. Convergenza Cristiana, Ass. Costruire Insieme, Ass. Culturale Zammeru Masil, Ass. Difendere la vita con Maria, Ass. Donum Vitae, Ass. Esserci, Ass. Etica & Democrazia, Ass. FamigliaSI, Ass. Family Day- Difendiamo I Nostri Figli, Ass. Il Crocevia, Aippc – Ass. Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, Ass. L’albero, Ass. Liberi e Forti, Associazioni Medici Cattolici Italiani, Ass. Nuova Generazione, Ass. naz. Pier Giorgio Frassati, Ass. Nonni 2.0, Ass. Non si tocca la famiglia, Ass. Politicainsieme, Ass. Progetto culturale, Ass. Proposte per Roma, Ass. Pro Vita & Famiglia, Ass. Generazione Famiglia, Ass. Radici, Ass. Rete Popolare, Ass. Risveglio, Ass. Umanitaria Padana, Ass. Vita Nuova – Rete Italia Insieme, Ass. Vivere Salendo, Associazione volontariato Opera Baldo, Avvocatura In Missione, Associazione Nazionale Autonoma Professionisti (A.N.A.P.S.), Ass. Vita Consacrata per la Lombardia (AVCL),  A.Ge. LAZIO, Centro Nazionale Economi di Comunità (C.N.E.C.), Centro Italiano di Promozione e di Assistenza per la Famiglia, Centro internazionale Giovanni Paolo II e per il magistero sociale della Chiesa, Centro Studi Livatino, Circoli insieme, Comitato SALE per la dottrina sociale, Civiltà dell’Amore, Commissario Lazio Accademia di storia dell’arte sanitaria, Comunità Papa Giovanni XXIII, Confederazione internazionale del clero, Conferenza Italiana Superiori Maggiori (C.I.S.M.), CulturaCattolica.it, Fondazione De Gasperi, Fondazione Fiorentino Sullo,  Forum Cultura Pace e Vita Ets, Forum delle Associazioni sociosanitarie, Giuristi per la Vita, Il Popolo della Famiglia, International Family News, G.R.U. – Gruppi di resistenza umana, La Casa dei Diritti, Movimento Cristiano Lavoratori – MCL,  Movimento Per: Politica, Etica, Responsabilità, Movimento per la Vita, Movimento Regina dell’amore, Osservatorio di bioetica di Siena, Osservatorio parlamentare “Vera lex?”, Presidenza Comitato scientifico Fondazione Fiorentino Sullo, Presidenza Comitato scientifico UCID, Presidenza onoraria Società italiana di bioetica e comitati etici, Rete Liberi di educare, Scuola di Cultura Cattolica, Steadfast. (info@polispropersona.it)

 

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