“Mi rivolgerò innanzitutto al Parlamento, espressione della volontà popolare”. 

E’ in queste parole, pronunciate all’atto di ricevere dal Presidente della Repubblica l’incarico per la formazione del nuovo Governo, che riconosciamo la profonda sintonia con Mario Draghi e con il suo impegno diretto ad assicurare all’Italia una guida sicura, stabile ed autorevole, in questa fase ancora drammatica della sua vita.

La crisi è intervenuta quando già l’Italia è entrata nelle piene funzioni di Presidenza del G-20 ed ha, dunque, l’occasione di sviluppare un rilevante impegno internazionale diretto alla riduzione delle diseguaglianze ed alla promozione di uno sviluppo umano integrale, secondo un audace disegno di ”bene comune” globale.

Senonché, negli stessi giorni, il nostro Paese giunge alla fine di un’intera stagione politica e questo conferma l’urgenza di una “trasformazione” politica, istituzionale, economica e sociale, che, per parte nostra, invochiamo fin dalla presentazione del nostro Manifesto nell’autunno 2019. A questo punto, è indispensabile uno sforzo comune di tutte le energie vive del Paese. In modo particolare, le forze europeiste sono chiamate a scelte responsabili, che introducano l’Italia nella sfida di un nuovo “rinascimento”.

La scuola e l’educazione, l’ambiente ed il lavoro, la pubblica amministrazione e la giustizia, il Mezzogiorno e la digitalizzazione e si potrebbe continuare con una gamma di questioni, ognuna delle quali esige sì risorse, purché spese entro la cornice di una manovra organica di rilancio del Paese.

1 – Pensiamo che l’obiettivo  immediatamente prioritario del nuovo Governo – che, ovviamente, auspichiamo venga varato quanto prima – debba essere la difesa della vita dei cittadini e, dunque, anzitutto degli anziani, particolarmente esposti alla malattia virale, nonché la conduzione della campagna vaccinale, secondo una tempistica quanto più possibile sollecita ed estesa paritariamente all’intero territorio nazionale.

E’, peraltro, necessario disporre importanti investimenti in campo sanitario, in termini di strutture, tecnologie e soprattutto competenze di alto profilo che pongano rimedio agli squilibri ed alle smagliature che la pandemia ha mostrato nel nostro sistema.

Il quale, peraltro, sia pure a fatica, ha sostenuto una prova del tutto eccezionale, avvalendosi dell’impegno e della straordinaria generosità con cui gli operatori sanitari, di ogni ordine e grado, hanno fatto fronte, esponendosi a forti rischi personali, alla gravissima e del tutto imprevista emergenza sanitaria.

Occorre, da un lato, garantire la sostenibilità del sistema a copertura universalistica della domanda di salute, dall’altra sviluppare azioni dirette ad innalzare complessivamente lo standard dei servizi sanitari delle Regioni del Mezzogiorno ed ancora predisporre e conservare, in condizioni di efficacia operativa, competenze, protocolli, reti operative e risorse materiali che siano adatte ad affrontare una eventuale nuova pandemia che nessuno è in grado di escludere in un tempo  indeterminato.

E’ ora il momento di una programmazione degli investimenti che sia concorde tra Governo e Regioni, condotta secondo criteri di etica sanitaria, i quali si facciano carico delle priorità definite in sede di Piano Sanitario Nazionale.

2 – Riteniamo che il PNRR, a maggior ragione nella misura in cui siamo incamminati, come le altre  nazioni a sviluppo maturo, verso una società della conoscenze e della comunicazione, debba essere concepito e gestito, in ogni ambito tematico, secondo due criteri:

*spiccata e prioritaria attenzione ai giovani e, dunque, ai processi educativi e formativi della scuola di ogni ordine e grado, nonché dell’Università;

*incremento della coesione sociale  e del sentimento di appartenenza  ad un comune orizzonte di senso, anche attraverso la promozione di una attiva politica dei diritti sociali e della famiglia, a cominciare dal lavoro e secondo strategie inclusive, rivolte soprattutto a reintegrare nel corpo sociale soggetti a potenziale rischio di emarginazione.

Coesione sociale e comune appartenenza ad una cittadinanza solidale non possono prescindere finalmente da un vigoroso contrasto e da una seria sanzione dell’evasione fiscale, nonché da una politica meridionalista  fortemente orientata a prosciugare condizioni di precarietà sociale che fungono da presupposto per il reclutamento, soprattutto di giovani, tra le fila della criminalità organizzata.

3 – Segnaliamo la necessità che venga riservata una particolare, specifica attenzione al problema dell’immigrazione, che, al di là delle oscillazioni del flusso dei migranti, costituisce un fenomeno che, con ogni probabilità, caratterizzerà a lungo il XXI secolo, incamminato verso la formazione di società multietniche.

Oltre a ripensare radicalmente le politiche di cooperazione internazionale, è necessario studiare strategie di accoglienze e di inserimento dei migranti, anche attraverso sperimentazioni affidate agli enti ed alle comunità locali, nonché percorsi di riconoscimento della cittadinanza che consentano di governare positivamente un fenomeno, il quale, oltre a rispondere ad elementari valori morali di umana solidarietà, costituisce anche una potenziale risorsa ed un arricchimento pure per il nostro Paese e rifiutando, in ogni caso,  condotte di respingimento, di chiusura vedi porti o di mancata assistenza ai naviganti di qualsiasi natura.

4 – Invochiamo dal nuovo Governo una politica rigorosamente europeista, che, senza ambiguità e senza titubanze, sia diretta a rilanciare quel progetto di unità politica del vecchio continente, in cui riconosciamo uno degli assi di sviluppo di lunga durata che assumono un significato di portata storica e segnano irrevocabilmente i processi evolutivi e le svolte epocali in cui fin d’ora siamo immersi, superando decisamente ogni suggestione sovranista o vetero – nazionalista.

Al nostro Paese compete il dovere di rivendicare il rilievo, troppo spesso negletto, della dimensione “mediterranea” dell’Europa, anche in relazione alle responsabilità che essa ha nei confronti del continente africano e pure relativamente alle prospettive di pace che sono vitalmente connesse agli equilibri del vicino Medio Oriente.

Riconosciamo, altresì, il ruolo di “bastione della democrazia” che all’ Europa compete in una  geopolitica planetaria, in cui abbondano regimi autoritari di varia natura. Dunque, a maggior ragione, oltre che per l’antica e consolidata storia comune, fondata sulla condivisione dei valori di libertà e democrazia, pensiamo debba essere sviluppata la solidarietà transatlantica con gli Stati Uniti, anche attraverso politiche della difesa, che consentano all’Europa di acquisire progressivamente una maggiore autorevolezza ed autonomia in tale campo, decisivo sul piano della sovranità europea.

5 – Auspichiamo che il Governo rinvii al libero e franco confronto parlamentare , temi ed argomenti inerenti il valore della vita e le questioni cosiddette “eticamente sensibili”, che non possono e non devono essere ricondotte a pregiudiziali logiche di schieramento, le quali ne snaturerebbero il rilievo, asservendole a ragioni di generale equilibrio interne alla maggioranza di governo.

6 – Analoga considerazione vale per quanto concerne la necessaria riforma della legge elettorale, che, per parte nostra, auspichiamo vada in direzione di un sistema proporzionale, che contemperi la piena espressione della facoltà di voto del cittadino – anche in sordina all’indicazione nominativa del candidato preferito – e le esigenze della governabilità.

Tutti, anche le forze politiche e le voci della società civile non rappresentate in Parlamento, possono concorrere, all’opera di risanamento e di trasformazione di un sistema politico che ha esaurito la fase della cosiddetta “Seconda repubblica” e si avvia, come fervidamente ci auguriamo, verso una nuova stagione di ripresa, un rinascimento di cui le risorse morali e civili del popolo italiano sono ancora sicuramente capaci.

Domenico Galbiati e Mario Rossi

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