L’Italia è il ponte naturale con l’Africa, ma le classi dirigenti del nord stentano a capirlo». Questo è quanto sostiene il  Prof. Adriano Giannola nell’intervista che segue pubblicata su www.dissipatio.it a firma di Filippo Romeo

«Nel 2018 l’ex rettore della Bocconi [Guido Tabellini, ndr] in un articolo apparso sul Foglio affermava: “Occorre capire che bisogna far correre Milano anche a costo di rallentare Napoli”. Questa è ancora la soluzione che serpeggia sotto traccia e che non è stata ancora sconfessata.

La particolarità dell’Italia è costituita dalla sua ubicazione geografica che la rende un “bene posizionale” la cui valorizzazione passa dal potenziamento della parte meridionale, utile a proiettare il Paese e l’intera Europa verso i nuovi mercati orientali e africani, attraverso l’armonizzazione e l’integrazione delle infrastrutture di trasporto, il potenziamento dei retroporti e i collegamenti con le aree interne oggi afflitte da spopolamento e crisi demografica. Il rischio che si corre con la “legge Calderoli”, che dà attuazione al riformato Titolo V della Carta costituzionale, è di fare imboccare al Paese una direzione completamente differente, con effetti significativi sull’intero comparto logistico che sconterebbe le inefficienze di quello meridionale incapace di esprimere le proprie potenzialità, in uno scenario internazionale in cui i rinnovati processi di globalizzazione e il nearshoring conferiscono ulteriore valore all’area del Mediterraneo. Un Mezzogiorno debole e un sistema logistico frazionato e disarticolato comprometterebbero, infatti, l’intero sistema Paese che dipende dal mare per buona parte delle sue importazioni ed esportazioni. Per comprendere l’essenza della riforma Calderoli e l’impatto che ne potrebbe derivare sul Paese, abbiamo intervistato il Prof. Adriano Giannola Presidente della SVIMEZ.

rdam europea del Mediterraneo, nonché fatto del Mediterraneo l’Hub logistico della nuova globalizzazione, polo di grandi traffici tra Europa, Africa, Medio Oriente e Oriente. Noi, infatti siamo un bene posizionale, in quanto non ci sono altri competitor che godono della nostra medesima posizione geografica e, in particolare, quella che contraddistingue i porti del Mezzogiorno. Fattore che ci offrirebbe anche maggiore potere contrattuale. Tuttavia, per renderli efficienti è indispensabile una logistica di valore che integri il sud con il nord e con l’Europa. (Per la lettura completa dell’intervista CLICCA QUI)

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