Anche il Governo Meloni si è impegnato a non toccare la Legge 194. Quella che, partita come provvedimento di tutela per la procreazione, si è trasformata tout court nella legge sull’aborto. Evitata una nuova guerra di religione?

Quanto l’atteggiamento della maggioranza è coerente con tutto quanto a lungo affermato dalla destra, soprattutto da parte delle aree più estreme del raggruppamento messo in piedi da Giorgia Meloni e che, al momento del dunque, ha preferito anche rinculare su questo punto su cui si erano focalizzate molte delle attese da parte di una parte dei cattolici più oltranzisti?

Il partito della Meloni è stato chiaro e la deputata Chiara Colosimo ha dichiarato:”Fratelli d’Italia difende la legge 194 rimarcando che non va cambiata in nessun modo”. Il centrodestra, per Colosimo, “ha le idee chiarissime”.

Per noi, però, resta imprecisato un punto molto importante e su cui, anche in questo caso, c’è da registrare il silenzio della maggioranza: la 194 non si tocca, ma la s’intende finalmente applicare pienamente in quelle parti in cui si pensa di offrire concretamente alle donne che in molti casi vorrebbero non abortire  e, poi, sono costrette da una serie di “assenze” pubbliche a fare una scelta drammaticamente radicale?

E’ la questione che noi di Politica Insieme agitiamo da anni e che si è poi tradotta in una petizione presentata da INSIEME (CLICCA QUI) contenente la proposta di una serie di provvedimenti necessari per la prevenzione dell’aborto.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, era in precedenza intervenuto sulla presentazione del disegno di legge per riconoscere la capacità giuridica del nascituro, a firma del compagno di partito a Roberto Menia, definendola  “un’iniziativa personale, senza alcun seguito”.

 

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