Giuseppe Conte è dimissionario. Il Conte 2 ha fatto il suo tempo e dovremo vedere se nascerà il ter. O grazie al riequilibrio eventualmente trovato in questi giorni con Matteo Renzi o provando ad allargare il gruppo dei cosiddetti “responsabili” o “costruttori”.

In realtà, può succedere ancora di tutto, tanto è disarticolato il quadro politico parlamentare. Eppure, ci sono ancora i commentatori che riescono ancora ad inquadrare la situazione nella logica superata del “bipolarismo”. Purtroppo, ci sono ancora gli innamorati del maggioritario che lo vogliono lasciare in vita con un accanimento terapeutico degno di miglior causa.

Siamo sempre costretti a passare da una fase all’altra e il modo più intelligente di farlo è quello di cercare, inevitabilmente, un punto di riferimento. Vale anche per la navigazione nel mare della Politica.  La classe dirigente di un Paese che ricorda di essere giunto ad essere la quarta potenza economica al mondo e che svolge una funzione potenzialmente cruciale nel fronte sud europeo, nonostante la realistica riflessione che ci offre Giuseppe Sacco ( CLICCA QUI ), ha l’obbligo  di riprendere a ragionare grazie a dei punti di riferimento da cui non si dovrebbe prescindere.

In questo momento potrebbero esserne indicati almeno tre: l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca; l’avvio dell’opera di ristrutturazione europea possibile grazie al Next Generation Eu; la ricomposizione domestica, possibile grazie all’impegno per la definizione di un nuovo assetto istituzionale e pubblico cui si deve pensare partendo dall’introduzione di  una nuova legge elettorale.

Joe Biden dovrà sostanziare l’annunciato ritorno ad una politica multipolare americana. Assieme a ciò che questo significherà in Estremo Oriente, non c’è dubbio che di grande rilevanza sarà il possibile nuovo intreccio di relazioni con l’Europa e con i singoli paesi europei. Scoprire ciò sarà fondamentale per l’Italia. Per noi sarà di vitale importanza capire se il rapporto cercato dagli americani verrà avviato credendo in un’Europa unita o in una a velocità variabile.

Mi pare evidente che nelle condizioni in cui ci troviamo la “questione” Europa sia quella per noi centrale sia per gli equilibri interni all’Unione, sia per quelli esteri perché essa è partecipe della globalizzazione, confina con la Russia, è guardata con appetito dalla Cina,  sbocca nel Mediterraneo che ne è persino parte.

Abbiamo bisogno che qualunque sia la sistemazione del nuovo governo esso si collochi pienamente nel processo europeo. Non solo per l’importante ammontare dei provvedimenti straordinari messi oggi in campo, a partire dal Next Generation Eu. E’ la tensione europeista che dev’essere rigenerata all’interno di una ferma e confermata posizione a favore dei valori di libertà e di cooperazione che sono propri dell’Occidente.

Non abbiamo bisogno di un Governo che prescinda da ciò e a cui si giunga con margini d’ambiguità inaccettabili agli occhi dei nostri partner internazionali come sarebbero quelli insiti nei compromessi realizzati con i partiti contrari all’Europa e al suo spirito fondante della solidarietà.

Giancarlo Infante

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