In Campania il settore metalmeccanico è in grave difficoltà. Tra i territori maggiormente in difficoltà ci sono Napoli, Benevento, Avellino e Caserta. È quanto emerge dall’indagine di CGIL Campania e Ires Campania sulle crisi e le vertenze aperte nel 2019 nel settore industriale in regione. Su 20.900 occupati censiti, nel 2019 ci sono stati 1.648 licenziamenti e 4.758 esuberi. Su 120 aziende, ben 107 hanno fatto richiesta di accesso agli strumenti di ammortizzatori sociali.
La cassa integrazione guadagni ordinaria è stata chiesta da 37 aziende, i contratti di solidarietà da 29, Naspi da 15, cassa integrazione guadagni straordinaria per altre 14 aziende, 7 hanno fatto ricorso alla mobilità in deroga, 3 alla cassa integrazione guadagni per cessazione attività e 2 alla cassa integrazione guadagni in deroga. Tra le cause: l’assenza di aree di mercato dovuta anche alla crisi dei consumi, seguita da crisi finanziarie e da ristrutturazioni aziendali.
I dati sono emersi dal lavoro congiunto tra il dipartimento regionale Contrattazione, Mercato del Lavoro e Vertenze di CGIL e IRES Campania e sono stati esposti pochi giorni fa in conferenza stampa nella sede di via Toledo a Napoli. E la ricerca si è estesa anche ad altri settori. Come divulgato da “Rassegna Sindacale”, storica rivista della CGIL: “Tra i settori più colpiti c’è quello metalmeccanico con 53 imprese coinvolte in processi di crisi o ristrutturazione aziendale.
Con 13 aziende l’automotive (progettazione di automobili) è in testa alle produzioni in crisi, seguito dall’aeronautico e impiantistica, ferroviario, installazioni telefoniche, carpenteria, elettrodomestico, siderurgia, telecomunicazioni . A seguire, con 16 aziende censite, c’è il settore dell’edilizia dove a soffrire maggiormente sono le aziende del cemento , legno , laterizi e costruzioni.
Non va bene neanche nel tessile-calzaturiero dove sono state 12 le aziende censite, nel settore conciario calzaturiero e tessile. Non va meglio nel settore gomma-plastica dove, su 18 aziende censite, la componentistica è quella che sta soffrendo di più la crisi, seguita dal settore della plasticacon la vertenza Treofan Italy di Battipaglia (Salerno).
Nel settore chimico, su 9 aziende censite, ad essere colpite sono quelle che lavorano vetro e ceramica .” Non va meglio nel settore agroalimentare. Si tratta di 5 aziende in crisi, che comprendono una lattiero-casearia e un salumificio. C’è da dire che solo alcune delle vertenze più importanti hanno tavoli aperti al ministero dello Sviluppo economico o all’assessorato alle Attività produttive della Regione Campania. Oltre a un tavolo permanente di monitoraggio delle crisi, occorre impegno e collaborazione da parte degli assessorati regionali competenti.
La Regione Campania deve ascoltare e abbracciare il nostro territorio con la sua forza lavoro, registrare le criticità e chiedere con veemenza l’intervento del governo centrale. Occorre fare presto. Il tracollo economico, peraltro, non verrebbe avvertito solo in Campania, ma anche nel resto del Paese.
Vincenzo Salvati