L’Iran e l’Afghanistan due paesi scossi dalle questioni dei diritti, in generale, e da quelli delle donne, in particolare.
L’Afghanistan è tornato di nuovo al centro dell’attenzione mondiale per le politiche islamiste estreme imposte dal dominio assoluto dei Talebani che privano i loro cittadini, e soprattutto le donne, di tutti i loro diritti costringendo i molti che non vogliono seguire le sette sunnite più estremiste ad emigrare e a lasciare la propria patria e la propria casa.
I Talebani (Talabeh significa i colti), che si autodefiniscono Emirato islamico dell’Afghanistan, costituiscono un movimento religioso-militare islamista da molti governi e organizzazioni internazionali considerato terrorista. Numerose le condanne che li riguardano a livello mondiale a causa dell’uccisione di civili afgani, delle loro attività terroristiche e della loro interpretazione e attuazione severa e violenta delle regole dell’Islam. In un misto di ideologie religiose e superstizioni essi perseguono obiettivi politici ed esercitano un potere brutale nel violare i diritti umani sotto forma di emanazione di falsi ordini di natura religiosa. Questo a maggior ragione dopo essere stati in grado di tornare ad ottenere la guida dell’Afghanistan dopo anni di guerra e disordini nonostante l’opposizione della maggioranza del popolo afghano.
Una volta tornati al al potere, i Talebani non hanno avuto la capacità di fornire i servizi sociali più essenziali, ma hanno ripreso con l’arresto di donne, con le perquisizioni domiciliari, la soppressione delle minoranze, l’imposizione di matrimoni precoci alle ragazze e con la violazione i diritti umani a danno di coloro che seguono altri orientamenti religiosi diversi dal Pashtu. Hanno commesso negli anni innumerevoli crimini, compreso il massacro degli Hazara che sono musulmani sciiti.
In questi giorni assistiamo alla completa repressione sociale e alla messa al bando dei diritti di tutti i cittadini, in particolare delle donne per il loro travisamento del senso della presenza delle donne nella società e persino nell’ambito privato della vita personale. Questo significa il divieto di istruzione non più garantito alle ragazze e alle donne. Non è questo un crimine contro le donne e la loro privazione dalla vita sociale e personale? Non significa questo che i Talebani vogliono impedire la crescita e lo sviluppo delle donne perché temono il giorno in cui esse, e tra di esse, in particolare, le ragazze istruite e attive nella società, si opporranno alle loro ideologie e alle loro superstizioni? C’è da chiedersi quanto la presenza diffusa e attiva di donne iraniane istruite, intenzionate ad abbattere il Governo religioso della Repubblica islamica dell’Iran non abbia causato loro tanta preoccupazione e non li abbia spinto verso una tale decisione?
Saedeh Lorestani