Il presidente americano Joe Biden ha proposto la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini utilizzati contro il Coronavirus. Idea accolta favorevolmente anche da parte di tanti scienziati. Come ha scritto Mauro Minelli ( CLICCA QUI ) esiste un diritto globale alla salute che non può certamente essere ignorato o negato.
Esiste, poi, un problema di opportunità sia riferito agli sviluppi degli aspetti sanitari legati alla pandemia, sia d’ordine economico. Davvero si pensa nell’attuale mondo globalizzato che basti a noi abitanti delle zone più ricche metterci al riparo se lo la stessa opportunità non è offerta al resto del mondo a fronte di un flagello che non si combatte con la bacchetta magica e che, ovviamente, continuerà a portare effetti fino a quando la stragrande maggioranza delle popolazione mondiale non sarà nella condizione di bloccare completamente la diffusione della Cocid -19?
Gli europei si sono rivelati molto tiepidi, se non contrari alla proposta del Presidente americano. Hanno preferito ricordargli che gli Usa hanno bloccato l’esportazione dei loro vaccini e delle sostanze basi necessarie alla loro produzione. Cosa per la quale il Presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto agli Stati Uniti l’eliminazione delle attuale normi restrittive statunitensi.
Ad oggi, si sa che in tutto il mondo sono state somministrate circa 1,25 miliardi di dosi, ma meno dell’1% è stato assegnato ai 29 paesi più poveri del mondo. Intanto, nel Regno Unito, ben il 67% della popolazione ha ricevuto la prima dose; negli Stati Uniti il 56%.
D’accordo con gli Stati Uniti si sono detti in particolare i governanti indiani interessati a rispondere all’altissimo numero di morti quotidianamente registrati, il loro paese si è mediamente attestato attorno alla cifra di 4.500 – 5.000 morti al giorno, ma l’unico modo che appare possibile sia quello, dopo la liberalizzazione dei brevetti, di essere messi in grado di attivare catene d’intensa produzione a costi notevolmente più bassi.
Espressi a favore della proposta di Biden anche l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e Papa Francesco tornato ancora una volta a parlare del contagio da “virus dell’individualismo” e delle leggi della proprietà intellettuale anteposta a quelle dell’amore e della salute dell’umanità .